da poco abbiamo festeggiato il suo centenario, ma la radio sembra non
avere età: nonostante i pronostici pessimistici, è, infatti, uno dei pochi
mezzi di comunicazione, dopo internet, che ha visto salire progressivamente il
proprio indice di gradimento (circa +15% solo negli ultimi 10 anni) e non
sembra dare segni di declino.
Anzi, ha ancora tanto da dire, specie su temi
come agricoltura, ambiente e cibo dove spesso l’informazione è approssimativa e
poco accessibile. Proprio per questo, Slow Food ha deciso di scommettere sulla
radio e fare cultura vera e per tutti, parlando di cibo, tradizioni,
gastronomia e musica. È così che nasce la web radio di Slow Food [www.slowfoodradio.com], che inizierà le trasmissioni durante la decima edizione
del Salone del Gusto.
A dire il vero, non è la prima volta che la chiocciola si confronta con
questo mezzo di comunicazione: all’inizio degli anni Settanta, infatti, fu
creata l’emittente Radio Bra Onde Rosse, che rappresentò un punto di
riferimento storico e politico, nel panorama culturale italiano.
Abbiamo messo a confronto presente e passato, facendo quattro chiacchiere
con Piero Sardo, presidente della
Fondazione Slow Food per la Biodiversità e tra i fondatori della radio
braidese, e Luca Morino, futuro responsabile editoriale e conduttore di Slow Food Radio.
Negli anni del pieno monopolio di stato, com’è nata
Radio Bra Onde Rosse?
PS: È nata in seno al Circolo culturale
Leonardo Cocito e alla rivista In campo rosso, dall’idea di alcuni
giovani militanti nella sinistra extraparlamentare. Al tempo, aprire una radio
libera o collaborare a una di esse era uno dei pochi modi a disposizione per
comunicare e per esprimere liberamente le proprie opinioni.
Oggi, invece, la situazione è ben diversa: che
differenza c’è tra una radio libera e una web radio?
LM: Le radio libere degli anni Settanta
trasmettevano per la maggior parte a livello locale. C’era voglia di qualcosa
di nuovo, rispetto ai programmi di mamma Rai, e c’era bisogno di esprimersi
liberamente. Oggi il monopolio non c’è più e, attraverso la radio, possiamo
raggiungere non solo la comunità, ma tutto il mondo, proponendo di conseguenza
temi di più ampia portata. Il pubblico di riferimento è più vasto: negli ultimi
anni l’utilizzo e gli utenti di web radio e piattaforme digitali hanno
registrato una grande impennata e l’incremento è destinato a mantenersi nel
tempo.
Cosa prevedeva il palinsesto?
PS: La diretta iniziava alle ore 8 con la
lettura dei giornali e terminava alle ore 20 con la rassegna musicale. Il
palinsesto prevedeva registrazioni di assemblee, consigli comunali o riunioni
sindacali, oltre che una programmazione di musica molto all’avanguardia. C’era
anche uno spazio dedicato all’intervista del giorno, generalmente fatta a
intellettuali, musicisti, giornalisti o scrittori. Tutti si chiederanno quando
arrivava il momento enogastronomico: mancavano più di 10 anni alla nascita di
Slow Food e, a parte una piccola rubrica dove si davano consigli di cucina, non
c’era alcuna attenzione mirata al cibo o, più in generale, ai temi della futura
associazione.
E oggi?
LM: La radio sarà internazionale e prevede,
fin dall’inizio, una programmazione almeno bilingue, in italiano e inglese.
Attraverso il palinsesto, vorremmo dar voce a chi, normalmente, non ha accesso
a questo mezzo di comunicazione, nel campo dell’enogastronomia, e in quelli
dell’agricoltura, della pesca, dell’allevamento… Senza dimenticare la musica.
La programmazione musicale, infatti, cercherà di proporre tutta la musica
nazionale e internazionale normalmente snobbata dalle radio “ufficiali”.
L’obiettivo è sicuramente di partire dal cibo per parlare di musica e
viceversa: non sarà così difficile e lo dimostreremo.
Chi poteva vantare tra i sostenitori?
PS: Avevamo molti sostenitori, specie tra
gli intellettuali di sinistra del tempo, nella buona e soprattutto nella
cattiva sorte. Quando ci sequestrarono la radio per la seconda volta, grazie al
loro sostegno, organizzammo tre mesi di concerti e conferenze a cui
parteciparono personaggi del calibro di Dario Fo, Antonello Venditti, Giorgio
Gaber, Gianni Vattimo, Alberto Asor Rosa, Nanni Balestrini, Gianni Sassi,
Alberto Capatti e molti altri. Le serate ebbero un successo di pubblico senza
precedenti.
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