venerdì 23 luglio 2010

Breaking News. Sull’Espresso fresco in edicola Enzo Vizzari recensisce Sud di Marianna Vitale

Marianna Vitale
In edicola da un paio d’ore, andate a comprarlo. Enzo Vizzari, che ha visitato il locale senza preavviso un paio di mesi fa, ci parla di Sud di Marianna Vitale.
Divorata dalla passione, Marianna Vitale si è imposta per freschezza di idee e dedizione al lavoro.
Nella rubrica settimanale Vizzari ha scelto questo locale a Quarto per consigliarlo ai lettori.

Con Marianna Vitale a Fabbrica dei Sapori
Ne siamo davvero contenti.
Per Marianna un’ottima partenza per un percorso che le auguriamo sempre più ricco di crescita e di successi.
Un esempio sorridente per tutti i giovani del Sud.

Che aspettate? Andate, prima a leggere e poi a mangiare!:-)

Quarto (Napoli)
Via SS Pietro e Paolo n° 8
tel. 081.0202708
www.sudristorante.it
Aperto la sera, domenica e festivi a pranzo
Chiuso il lunedì

giovedì 22 luglio 2010

Un libro per l’estate: Misticanze. Parole del gusto, linguaggi del cibo

    la copertina di Misticanze, uscito a novembre 2009

Ovvero di un viaggio letterario, culturale ed emozionale nelle parole della cucina italiana dai banchetti rinascimentali alla cucina moderna.
di Giulia Cannada Bartoli
Nonostante il titolo questo libro non è un testo di cucina  ma, un viaggio nella lingua italiana che si confronta con l’aspetto culturale della cucina. Un testo che apre i sensi del lettore ad una conoscenza approfondita della variegata poliedricità della nostra cucina. Misticanza significa mescolanza in un lento alternarsi di colori e sapori che non è mai uguale a sé stesso, così il libro di Gian Luigi Beccaria – storico della lingua e critico letterario – ripercorre in un movimento continuo il territorio italiano nelle sue innumerevoli ricette e tradizioni che mettono in luce quanto per noi il cibo, oltre al gusto, rappresenti una vera e propria celebrazione del piacere.
Parlare di cibo, di ricette, di tradizioni culinarie è arte non facile, in particolare se non si possiede una buona dose d’indispensabile background culturale e agricolo che rende fantastica, ad esempio la descrizione di Calvino di una Charcuterie parigina sotto le feste, il Museo dei Formaggi o la bottega di un macellaio: “ Si succedono il rosso vivo del bue, il rosa chiaro del vitello, il rosso smorto dell’agnello, il rosso cupo del maiale.
 Avvampano vaste costate, tondi tournedos dallo spessore foderato d’un nastro di lardo, controfiletti agili e slanciati, bistecche armate del loro osso impugnabile, girelli massicci e tutti magri, pezzi da bollito stratificati di magro e di grasso, arrosti che attendono lo spago che li costringa a concentrarsi su sé stessi, poi i colori s’attenuano: scaloppe di vitello, lombate …” in queste pagine il cibo dimostra anima, forza vitale, la fonetica dà l’idea della bontà e del gusto. Le parole del cibo servono a riassaporare, i ricordi di profumi a stimolare memoria olfattiva ed emozioni.
 La pubblicità moderna ha imparato bene questa lezione per far passare messaggi seduttivi di prodotti industriali, finti, colorati, gonfi d’aria, il nulla. Ahimè anche certi menù troppo pittorici e poco esplicativi fanno volare la fantasia dei commensali verso luoghi inesistenti o poco comprensibili. Esilarante ( pg 38 – 39) la storia del linguaggio degustativo del vino nato con Sante Lancerio, il Bottigliere di Papa Paolo III. I linguaggi adoperati evocano le origini e i luoghi del cibo e del vino, riportano direttamente ai territori di provenienza, mettendo in relazione passato e presente.
La scrittura ha poteri straordinari, consente di sorseggiare due volte, riassaggiare un piatto, come se le parole Ri- materializzassero il tutto, quasi alla moviola. E vogliamo parlare del grande Eduardo de Filippo quando in “Sabato, Domenica e Lunedì” fa svelare a donna Rosa i segreti del rito del ragù napoletano?
Dalla commedia di Eduardo de Filippo, Donna R: : " o'rraù deve pippiare"

E poi il sogno che parte dalla fame dello stomaco: “Navi cariche di pane e di carne, fontane che sgorgano vino, la casa di marzapane…”.
Da sogno a simbolo di comunanza e fratellanza. Il cibo protagonista dei famosi banchetti della storia, il convivio, il mangiare e bere insieme, scambiandosi idee, esperienze, tesi intellettuali, odi e canti. Silenzio e tristezza non si adattano al convivio, meditare da soli su un cibo o un vino non va bene, non è sociale. La vita di oggi però ha un nemico difficile da combattere: la fretta, s’ingurgita, non si gusta, e per di più si ingoia tristemente, mentre convivio e lentezza inducono alla socialità e all’allegria.  Il vino scioglie la lingua e scaccia la malinconia, in vino veritas…
                        Così parlò Plinio il Vecchio

L’attitudine verso il cibo attraversa nella storia e nella letteratura fasi alterne, a seconda del momento storico e della religione dominante. L’altra dicotomia storica costante, oggi più attuale che mai è il conflitto tra naturale e manipolato, genuino e artefatto, autoctono o globalizzato. Il cibo contrassegna, o, dovrebbe demarcare l’identità e le micro differenze sia nell’uso delle parole che nella pratica culinaria, in una parola, esaltare la biodiversità. Persino nel pane, il cibo comune a tutti i popoli, ricchi e poveri, le differenze si ritrovano tra paesi, ma anche nell’arco di pochi chilometri. Altra pietanza dei poveri, lo street food oggi di gran moda, ossia, il cibo di strada, nato parecchi secoli orsono, diverso da regione a regione, insieme alla cd. cucina degli avanzi dettata dalla necessità di cibo (pg.128). in effetti, la fame ha segnato e tristemente segna la storia dell’umanità. La fame aguzza l’ingegno si dice ancora, allora i poveri andavano alla ricerca di erbe, bacche e quanto altro di commestibile, oggi, rovesciati i rapporti almeno in gran parte del mondo occidentale, sono gli chef stellati ad avventurarsi alla ricerca di cibi antichi, erbe introvabili, legumi selvatici, etc. l’Italia del cibo è uno dei paesi più ricchi sia dal punto di vista delle varietà, che da quello delle più fantasiose descrizioni lessicali: come la nostra “scazetta del cardinale”, dolce a forma di papalina coperto di gelatina alla fragola.
la "scazzetta" (cappello) del Cardinale

Interessanti tutte le espressioni idiomatiche mutuate dal linguaggio del cibo: “Essere della stessa pasta; spartirsi la torta; quel che bolle in pentola; finire a tarallucci e vino; non poter digerire qualcuno; tanto fumo e niente arrosto; prezzemolino ogni minestra; lasciar cuocere qualcuno nel suo brodo; restare a bocca asciutta e tanti altri.” E ancora le ingiurie alimentari tra gli abitanti di una città e l’alta: “ i napoletani mangia maccheroni; i bergamaschi mangia polenta; i calabresi pìzzula-fichi etc…”.
quando si dice " finisce a taralluccie vino"

Insomma un dotto ma, non saccente mosaico dell’Italia gastronomica, intriso di storia, curiosità lessicali, tradizioni popolari, da leggere golosamente in pigro relax, dovunque vi sentiate in vacanza fisica e mentale, la vostra fantasia vi trasporterà in un vortice di sapori, ricordi, profumi e piaceri. A me è successo. Buona lettura.


Gian Luigi Beccaria. Misticanze. Parole del gusto. linguaggi del cibo . Garzanti. € 15,00

31 luglio 2010 PONTELANDOLFO (BENEVENTO) LA PRO LOCO ORGANIZZA LA RICCA RASSEGNA ‘STORIE DI ULIVETI & PASCOLI’



L’EVENTO  PER LA PROMOZIONE DELL’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA ORTICE 
 
E IL FORMAGGIO PECORINO
 
PONTELANDOLFO  - SANNIO


L’olio extravergine di oliva ed il formaggio pecorino saranno i protagonisti di ‘Storie di Uliveti & Pascoli’, manifestazione in programma a Pontelandolfo, in provincia di Benevento, sabato 31 luglio e domenica 1° agosto. L’evento è organizzato dalla Pro Loco Pontelandolfo con il contributo dell’Amministrazione Comunale, della Camera di Commercio di Benevento, del Gal Titerno, della condotta Slow Food Tammaro-Fortore e dell’Associazione Italiana Sommelier.
‘Storie di Uliveti & Pascoli’ vuole essere una vetrina capace di promuovere ad una vasta platea due tipicità di questo centro dell’Alto Sannio, facendo conoscere ai consumatori le caratteristiche qualitative dell’olio extravergine di oliva e dei formaggi prodotti da un millenario sapere contadino. Al tempo stesso ci si propone di creare un momento di incontro che sia da stimolo per i piccoli produttori locali, al fine di migliorare ulteriormente la bontà di questi prodotti. Non a caso, la Pro Loco ha voluto organizzare questa due giorni gastronomica come “prologo” dell’interessante ‘Settimana Folkloristica’, importante cartellone di eventi che da quarantanove anni richiama nel piccolo borgo sannita considerevoli flussi turistici.
In vetrina ci saranno gli olii extravergine di oliva prodotti dagli agricoltori locali, utilizzando in prevalenza la cultivar Ortice, che rappresenta la pianta dominante di questo angolo del territorio sannita. Sulle soleggiate colline che circondano Pontelandolfo, questa tipologia di olive ha trovato nel corso dei secoli il proprio habitat ideale, dando vita ad un prodotto di altissima qualità, consumato prima di  tutto in loco, con una porzione venduta a fortunati consumatori. Oltre ad essere un evento promozionale, ‘Storie di Uliveti & Pascoli’  intende far conoscere ai contadini stessi l’unicità del prodotto nato dal loro lavoro, anche e soprattutto dal punto di vista salutare.
Stesso discorso per i formaggi. Pontelandolfo, ricordiamo, è già famosa come il paese della “ruzzola”, la singolare sfida a lanci di “pezze” di pecorino che si consuma nel periodo del Carnevale. La vetrina di ‘Storie di Uliveti & Pascoli’ vuole invece far conoscere soprattutto il sapore di questi formaggi, prodotti con  il latte di pecora dei pascoli che disegnano, insieme agli uliveti,  questo ambiente incontaminato dell’alta valle del Titerno. 
“La rassegna – spiega Nicola Diglio, presidente della Pro Loco – nasce come momento di promozione delle due risorse più importanti del comparto agricolo locale. Il nostro intento è quello di dare avvio ad un percorso di promozione al passo con i tempi, capace di coniugare la gastronomia con temi particolarmente forti in questo momento, quale il territorio e la salute. Con questa due giorni vogliamo innescare riflessioni e dare il via anche ad un percorso utile per i nostri agricoltori”.
“E’ veramente con piacere – dichiara Cosimo Testa, sindaco di Pontelandolfo – che diamo il contributo a questa rassegna. ‘Storie di Uliveti & Pascoli’ rappresenta l’avvio dell’edizione 2010 della tradizionale rassegna della ‘Settimana Folkloristica’. Si tratta di una ricca kermesse che, pur avvicinandosi al mezzo secolo di storia, mostra sempre vitalità, soprattutto nella sua capacità di trasformarsi in un evento al passo con i tempi, come mostra proprio la proposta di questa due giorni che apre le porte del nostro paese ad un turismo diverso e di qualità, costituito da viaggiatori del territorio che si mettono in moto lungo percorsi segnati dai sapori autentici, proprio come il nostro olio extravergine di oliva ed i nostri formaggi”.
“Con questa due giorni – illustra Antonio Lese, coordinatore della manifestazione – si intende dare vita ad un percorso che sia capace di guardare lontano. ‘Storie di Uliveti & Pascoli’ intende far conoscere ai palati più raffinati le caratteristiche dei prodotti agricoli del nostro paese. La manifestazione vuole evidenziare queste produzioni locali che nascono da una agricoltura depositaria di un millenario sapere, un’agricoltura che possiamo definire “moderna”, nel senso che è contraddistinta da concetti quanto mai attuali. L’olio extravergine di oliva, in prevalenza da cultivar Ortice, ed i formaggi prodotti quotidianamente con il latte dei pascoli che fanno da cornice al suggestivo borgo in pietra, nascono rispettando naturalmente i concetti tanto ricercati sull’attuale mercato di qualità: tracciabilità e sostenibilità, ma anche “biologico” e salutare, tanto per citare i più importanti. La due giorni, dunque, vuole essere un momento di avvio di un percorso promozionale che porti le bontà di Pontelandolfo ad essere conosciute ad un sempre più esigente mercato di nicchia”.

Pasquale Carlo
Ufficio Stampa ‘Storie di Uliveti & Pascoli’
+39 329.7333423
pasqualecarlo@libero.it

martedì 20 luglio 2010

Ais Campania, ecco la nuova squadra di Nicoletta Gargiulo


20 luglio 2010
Nicoletta Gargiulo
Chiuso il giro di consultazioni, Nicoletta Gargiulo ha presentato pochi minuti fa la squadra con cui dirigerà l’Ais Campania nei prossim iquattro anni

Vicepresidente è stata nominata Maria Sarnataro, delegata dell’Ais Cilento.
Franco de Luca è il nuovo responsabile della didattica
Pino Savoia resta responsabile dei servizi regionali
Nicola Matarzzo, con il supporto esterno della giornalista Laura Gambacorta, seguirà la comunicazione
Marco Starace con Ferdinando Faia i rapporti con gli enti.
Per quanto riguarda i delegati, tutto come prima, ad eccezione di Avellino dove Angelo Maglio è stato sostituito da Carmela Cerrone e nella Penisola Sorrentina dove Gianni Aiulo subentra alla stessa Nicoletta
Per il resto
Tommaso luogno è delegato di Napoli
Pasquale Brillante dei Comuni vesuviani
Antonio Amato della Costiera Amalfitana
Nevio Toti di Salerno
Marco Ricciardi di Caserta
Maria Grazia De Luca di Benevento
Iris Romano di Ischia

Un netto aumento delle quote rosa, insomma, a conferma del peso della presenza femminile in Campania del settore vitivinicolo. Sono ben quattro le delegate della squadra di Nicoletta.
A Nicoletta e al suo team i nostri migliori auguri. Centrato, a nostro giudizio, il bilanciamento tra le necessarie novità e la qualità del lavoro espressa negli ultimi quattro anni, con particolare riferimento, mi si consenta la nota personale, a Napoli e al Cilento.
Forza così, dunque.

Successo di critica per la Pignata, covo gourmet del Sannio

da poco trasferiti a Benevento, la strada è in discesa per Irene Muccilli e Gaudenzio di Mella.