Laura e Luigi Moio in una recente foto: vino, sorrisi e passione. Il
sogno divenuto realtà.
Foto Quintodecimo
Conosco Luigi Moio da quando,
principiante allieva sommelier,pendevo dalle sue labbra alle lezioni di
enologia. Il progetto Quintodecimo non aveva ancora visto la luce, ma di sicuro
era già nella sua testa da anni. L’ho capito all’uscita del primo vino, appunto
questa Falanghina magistrale e subito dopo visitando la casa, la cantina e le
vigne a Mirabella. Un progetto senz’altro influenzato dalla permanenza in
Francia di Luigi: la grande casa, oggi anche piccolo bed & wine, immersa
tra le vigne, curate quotidianamente come un giardino, la grande bellezza, il sogno: vivere tra le proprie vigne.
Svegliarsi al mattino e poterle vedere e respirare da ogni angolo della casa.
Ho provato anch'io quest'emozione, ospite di Laura e Luigi nella tarda primavera piovosa del 2007. Una meravigliosa camera: "la stanza dei passiti": ogni piccolo dettaglio richiama le gradazioni cromatiche di questi vini, tende, copriletto, quadri, accessori con piccoli grappoli d'uva in ceramica. Questo gusto e appassionata precisione non fanno che confermare la natura del motore che spinge tutto ciò; l'amore reciproco e la totale "pasionaria" condivisione di sentimenti e obiettivi profondamente legati alla Terra e alle Vigne. Oltre a questa camera, ce ne sono altre due: quella dei "bianchi" e quella dei "rossi" altrettanto belle e curate nei minimi particolari.
la grande casa e la Vigna Quintodecimo che la
circonda. Foto Quintodecimo.
Il progetto è iniziato con
la casa in costruzione e pochi ettari, alcuni di proprietà, alcuni in
conduzione. Con gi anni gli ettari sono diventati 15, tutti orgogliosamente e
faticosamente di proprietà, condotti con
la stessa passione e amore dei primi, insieme con la moglie Laura con la quale
condivide questi sentimenti nella vita e in vigna. Lei riesce a bilanciare e smussare
le spigolosità di ogni giorno nella vita di casa e di vigna che praticamente
coincide e s’intreccia con l’attività universitaria e di ricerca, che Luigi
svolge con infinita passione e mai abbandonerebbe; i suoi studenti lo seguono
ovunque. Molti in Campania devono a lui la carriera di enologo. Le prime vigne
sono state impiantate agli inizi degli anni 2000: al Vinitaly 2005,
Quintodecimo era con la regione Campania con un solo vino, ancora campione da
vasca, l’aglianico “Terra d’Eclano”. Conservo gelosamente una bottiglia della
quale scriverò al momento giusto…
Veniamo a “Via del Campo 2006”... assaggiata la
prima volta al suo esordio, a Vinitaly nel 2008, il primo bianco di
Quintodecimo esprimeva, allora come oggi,
il desiderio riuscito di “coltivare la perfezione, con pochi vini
espressione del territorio e passione di
una vita”. Il nome del vino, romanticamente richiama la canzone di
Fabrizio De Andrè di cui il Professore è
da sempre un appassionato e che si
diverte in compagnia di amici veri, a
cantare suonando la chitarra. " Ricordo quelle serate d'inizio maggio 2007, quasi invernali: dopo cena, il Professore cantava e suonava le canzoni di De Andrè, con grande semplicità e libertà di spirito, quasi a voler accarezzare l'anima, bisognosa di emozioni genuine"
Via del
Campo è l'espressione del profondo amore per le vigne che, Luigi e Laura prendono
per mano, guidano e si lasciano guidare, rispettando il territorio fino a ottenere risultati eccelsi, come questa falanghina vendemmiata ad ottobre 2006 e
lavorata lentamente. " Per fare bene le cose ci vuole tempo". Dopo una lunga
pressatura dei grappoli interi, il mosto di sgrondo, rigorosamente protetto
dall’ossigeno, viene separato da quello di pressa e illimpidito per sedimentazione
naturale. La fermentazione avviene per il 70% in tini di acciaio inox e per il
30% in barrique
di rovere
nuove. Segue un periodo di otto mesi di elevage su fecce fini continuamente lasciate in sospensione nel vino. Le mie impressioni del 2008 al Vinitaly: tornai due volte allo stand per essere sicura
di non essermi sbagliata: un bianco del 2006 presentato a Verona, dove tutti
correvano dietro ai vini appena imbottigliati e quindi non compiuti. Nessuna
fretta, le cose vanno fatte con calma e per bene, se no meglio non farle.
Questa la filosofia del Professore. E che bottiglia! L’influenza del suo soggiorno di studio in Francia si avvertiva tutta. Curata nei minimi dettagli, di stile
bordolese, elegantissima la capsula di colore verde provenzale: ciascuna
bottiglia viene avvolta in carta velina e poi confezionata in cassetta di legno. Un
vino gioiello, una pietra preziosa che splende e dura nel tempo.
la
bottiglia. Foto Quintodecimo.
Appena 6.000 bottiglie quell’anno. A
Quintodecimo l’annata 2006 – mi raccontarono i Moio, si era presentata con un inverno freddo ma
piovoso, seguito da una primavera fresca e umida che fece avviare regolarmente
le fasi vegetative. L’estate, calda e asciutta, con picchi di temperatura a
metà giugno, nella seconda parte di luglio e inizio agosto. La seconda metà di
agosto fu, come sempre, più irregolare e piovosa, con alcune giornate afose
alternate a pomeriggi più freschi e umidi. Tendenzialmente caldo e asciutto anche
settembre,con qualche pioggia nella seconda quindicina e escursioni termiche più contenute del solito.
Ottobre mite ed asciutto, con ottime escursioni termiche tra la temperatura del
giorno e della notte, determinò la scelta
del momento di vendemmia e la riuscita del vino. Il colore si presentava giallo oro intenso, molto vivace e
accattivante. La consistenza nel bicchiere decisamente notevole e al naso mi
si offrivano profumi ricchi e complessi
di mela e frutta gialla ancora fresca, con note tropicali e speziate
(tostato e mentolato) ben fuse tra loro. Il finale di bocca era
straordinariamente lungo, in degustazione alla cieca avrei detto:“ è
Falanghina, finalmente, aroma varietale
inconfondibile!” Non poteva essere altrimenti, Luigi aveva messo in pratica, insieme a Laura, gli studi
di una vita sugli aromi varietali e sulla longevità del vitigno Falanghina. Via
del Campo 2006 è stata concepita per durare nel tempo. L’assaggio mi
riportava alla mente le note e le parole di quella canzone…un vino musicale,
subito un grande equilibrio: freschezza e mineralità fuse al palato con forza e morbidezza. Chi
volesse trovare un neo, potrebbe obiettare che il prezzo è sbilanciato rispetto
alle tante falanghina oggi sul mercato, ma ancora una volta dobbiamo tornare
alle parole di De Andrè: troppe persone hanno fatto della nostra Falanghina una
“meretrice”, (Bocca di Rosa...) svilendola in qualità e prezzo. Ci sono voluti Laura e il
Professore per riportarla alla sua antica dignità, ricca di secoli di storia,
passione e innovazione.
Fabrizio De Andrè il poeta dell'amore e della giustizia. Foto Toofash.net |
Facciamo un salto nel tempo e torniamo ad agosto 2014
: nel 2009 ricevetti in regalo da amici questa bottiglia e di proposito la
conservai nel frigo cantina di allora, con la tentazione continua di aprirla.
Ho resistito fino a qualche settimana fa e il vino nel frattempo, come me, ha
anche traslocato, per essere posizionato in una vera cantina degna di questo
nome, temperatura perfetta, poca luce, ancora nella sua cassetta di legno. Il
vigneto – situato a Mirabella in località Piano dei Greci – si chiama “Via del
Campo”, abbiamo quindi un cru, un vino prodotto da unica vigna ( in francese,
dal participio passato di “croire”, che
significa chiudere, circoscrivere). Oggi le piante hanno dieci anni sono quindi
nella piena fase produttiva, sono a 360 mt. sul livello del mare, esposte a
ovest, sono baciate dal sole da mezzogiorno al tramonto. Il suolo è argilloso –
calcareo, tra i migliori per dare vita a vini freschi e longevi. Quella stessa
annata vide anche la prima uscita del fiano di Luigi Moio “Exultet” anche di
questo conservo una delle prime bottiglie…il Greco “Giallo d’Arles” è uscito
per la prima volta nel 2007. Avrete notato che tutti i nomi dei vini Quintodecimo
riportano ad un significato particolare, a un’emozione o fatti storici legati
al territorio. Allora, nel 2008, le
bottiglie totali erano 32.000 e gli ettari 9 di proprietà e 3 in
conduzione;oggi sono 15 tutti di
proprietà con le recenti acquisizioni fatte a Tufo per la produzione del Greco
che sarà l’ultimo della triade che vi racconterò…
Rese basse, 65 quintali per ettaro; la densità
d’impianto si attesta mediamente sui 4.000 ceppi per ettaro, ma questo è un
dato relativo, perché è la vigna stessa a far capire al vignaiolo o
all’agronomo come vuole assestarsi per raggiungere l’eccellenza. Si lavora a
conduzione biologica anche se non certificato.
L’assaggio
del 2014 :
Niente vacanze quest’anno, calda serata di agosto,
decido che ho aspettato abbastanza, sei anni, basta: la apro. Tappo lungo, monopezzo sughero 100%, perfettamente
integro. Sono emozionata: bicchiere giusto accuratamente lavato e asciugato per
eliminare qualsiasi influenza esterna…E’ ancora lei! Giallo dorato brillante,
consistenza invariata, profumi di frutta integra, più matura che vira con
grande eleganza verso un sentore
terziario e leggero di
idrocarburi. Oltre a quest’ ultimo, i richiami
olfattivi sono infatti soltanto più marcati rispetto al 2008, la
freschezza è sferzante, come l’ingresso in bocca che è sapido e minerale. La
struttura è poderosa, così come è straordinaria la persistenza aromatica,
potrei contare ben oltre i 15 secondi! Le sensazioni gusto – olfattive rispetto
al 2008 si sono amalgamate al millimetro in una chiusura di palato lunghissima
e estremamente mutevole rispetto al tempo di sosta del vino nel bicchiere.
Insomma, La Via del Campo è ancora lunga per Luigi e
Laura, costellata di successi ottenuti grazie a disciplina, passione, impegno e
amore per il proprio mestiere e la propria terra. Il consiglio è di andare a
degustare i vini a Quintodecimo, immersi in un’atmosfera da sogno. L’annata
2006 non è più in commercio, sono rimaste soltanto le bottiglie indispensabili
per l’archivio storico aziendale, cosa che tutte le cantine dovrebbero avere,
per comprendere appieno il proprio percorso e la storia del territorio.
L’annata attualmente in commercio è la 2013 adesso Irpinia doc (ottava annata di produzione) della quale sono state
prodotte circa 10.000 bottiglie. Il prezzo in enoteca si attesta tra € 26,00 e 28,00. Qui molti potrebbero “gridare
allo scandalo”. S'impongono alcune considerazioni e chiarimenti: Luigi Moio lavora da anni
sugli aromi varietali della falanghina, ne ha identificato un modello
sensoriale ben preciso, al naso non ci sono equivoci, la bottiglia è coerente
negli anni, muta solo il fattore annata. Ancora, vanno
considerati gli investimenti per la lunga lavorazione e affinamento, la particolarità
della bottiglia, il valore del tappo, per non avere brutte sorprese, e, non
ultima l’attenzione maniacale alla grafica, alla scelta dei colori per
identificare il territorio, al packaging; insomma tutti quei fattori che
fanno di un prodotto “la griffe” della categoria, destinato a chi comprende e
desidera il meglio e vuole essere sicuro che non sarà deluso.
Significativa la
dicitura in etichetta “ Merum Carmen Telluris Elatum”, in omaggio al caro
grande amico e maestro Luigi Veronelli, scomparso nel 2004: “ il vino è il canto della terra verso il
cielo”.
Luigi Veronelli negli ultimi anni. foto Eco di Bergamo |
Quintodecimo, Vignaioli in Mirabella Eclano. Sede a Mirabella Eclano, Via San Leonardo 27, 83036 (Av); T. 39+ 0825.
449321; F. 39+0825.438978; www.quintodecimo.it; info@quintodecimo.it Ettari di proprietà:15; vitigni
coltivati: falanghina, fiano di Avellino , Greco di Tufo, Aglianico. Tot.
Bottiglie: 50.000; Enologo Luigi Moio. Visite : si, su prenotazione.
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