mercoledì 12 marzo 2014

Napoli, 17 marzo Anti Sala dei Baroni Maschio Angioino I panificatori presentano il progetto Pane Fresco Napoletano,





Un marchio per identificare e riconoscere il pane di eccellenza. Un disciplinare per garantire produttori e consumatori e combattere il fenomeno degli abusivi. Questa volta si fa sul serio. Gli ideatori del marchio, coordinati da Giuseppe Petrella con la partecipazione del presidente dell’Associazione Provinciale Libera Panificatori Napoletani Giuseppe Baino, illustreranno le direttive del progetto in un incontro con addetti ai lavori, istituzioni e stampa. Appuntamento il 17 marzo alle ore 16 nell’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino per illustrare l’importanza di avere un prodotto riconosciuto e certificato.



Un decalogo di regole su prodotti, igiene, controlli e soprattutto qualità garantirà il consumatore finale. Una serie di rigidi controlli certificherà in maniera inequivocabile che chi vende o produce con il marchio “Pane Fresco Napoletano” lo fa rispettando tutte le norme.
Alcuni aderenti all’Associazione Provin­ciale Libera Panificatori Napoletani in col­laborazione con il professore Vincenzo Pe­retti dell’Università Federico II ha studiato un apposito bollino che verrà poi apposto sul prodotto.
Per ottenerlo basterà seguire semplici regole di produzione, oltre che ad essere ovviamen­te iscritti all’APLPN.
I panificatori già conoscono la gran parte delle regole che per ottenere il bollino devo­no poi essere applicate effettivamente.
Si parte dalle linee guida essenziali come la preparazione e la tracciabilità. Elementi indi­spensabili alla luce del recente provvedimen­to adottato dal Consiglio Regionale della Campania.
Basta al pane ad ogni angolo di strada perché il Pane Fresco Napoletano potrà essere com­mercializzato al banco oppure confezionato con tanto di etichetta e busta forata per ali­menti. L’importante è che una volta consegui­to il bollino che lo certifica, ogni panificio lo esponga in maniera evidente.
Chiaramente non potranno produrre Pane Fresco Napoletano tutti quei forni che lavo­rano “in nero” senza avere partita Iva, registri contabili e lavoratori non in regola.

Questo per contrastare gli abusivi del pane. Non necessariamente fiancheggiatori della camorra ma semplici esempi di ditte non in regola con le più elementari norme. 

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