Una nuova sfida per valorizzare un vasto territorio: «È il primo grande progetto di Presidio territoriale targato Slow Food»
Diamo il benvenuto al nuovo Presidio della Biodiversità territoriale presentato venerdì scorso a Piedimonte Matese (Ce) e che sarà realizzato da Slow Food Campania e Fondazione Slow Food per la Biodiversità nell’Alto Casertano, nel territorio del Monte Matese, del Monte Maggiore e del Monte Santa Croce. «È il primo grande progetto di Presidio territoriale targato Slow Food», racconta Gaetano Pascale, presidente Slow Food Campania - «reso possibile grazie all’intuizione del Gal Alto Casertano che ha promosso uno studio per individuare colture e allevamenti tradizionali a rischio di scomparsa e microfiliere locali».
Il progetto si articola in tre azioni, grazie alle quali si creeranno le premesse per il recupero della biodiversità locale e la diffusione sul territorio di tecniche di produzione agricola e agroalimentare rispettose dell’ambiente. Come? L’idea è di avviare un censimento della biodiversità esistente e una conseguente selezione della biodiversità rilevante con l’obiettivo di offrire un contributo decisivo all’autodeterminazione e allo sviluppo locale. Delle specie osservate e selezionate saranno poi redatti i disciplinari di produzione mediante i quali sarà verificata la fattibilità di attivare alcuni Presìdi Slow Food nell'area. Le azioni del progetto mireranno inoltre a formare, informare e rafforzare le competenze degli attori coinvolti nel territorio, mettere a livello le politiche di sviluppo rurale con la Pac, orientare il sistema di consulenza aziendale e favorire lo sviluppo di fonti alternative di reddito.
Ercole de Cesare, Presidente del GAL Alto Casertano e Pietro Andrea Cappella, Coordinatore del GAL Alto Casertano hanno inteso sottolineare la particolare attenzione che il Gal riserva a questo percorso: «Con la stipula della Convenzione tra Fondazione Slow Food per la Biodiversità, Slow Food Campania e GAL Alto Casertano si aggiunge un ulteriore tassello nel percorso di costruzione di una immagine condivisa e sostenibile dell'Alto Casertano. Il recupero della biodiversità locale ci consentirà di offrire un contributo decisivo all'autodeterminazione e allo sviluppo locale».
Il progetto si articola in tre azioni, grazie alle quali si creeranno le premesse per il recupero della biodiversità locale e la diffusione sul territorio di tecniche di produzione agricola e agroalimentare rispettose dell’ambiente. Come? L’idea è di avviare un censimento della biodiversità esistente e una conseguente selezione della biodiversità rilevante con l’obiettivo di offrire un contributo decisivo all’autodeterminazione e allo sviluppo locale. Delle specie osservate e selezionate saranno poi redatti i disciplinari di produzione mediante i quali sarà verificata la fattibilità di attivare alcuni Presìdi Slow Food nell'area. Le azioni del progetto mireranno inoltre a formare, informare e rafforzare le competenze degli attori coinvolti nel territorio, mettere a livello le politiche di sviluppo rurale con la Pac, orientare il sistema di consulenza aziendale e favorire lo sviluppo di fonti alternative di reddito.
Ercole de Cesare, Presidente del GAL Alto Casertano e Pietro Andrea Cappella, Coordinatore del GAL Alto Casertano hanno inteso sottolineare la particolare attenzione che il Gal riserva a questo percorso: «Con la stipula della Convenzione tra Fondazione Slow Food per la Biodiversità, Slow Food Campania e GAL Alto Casertano si aggiunge un ulteriore tassello nel percorso di costruzione di una immagine condivisa e sostenibile dell'Alto Casertano. Il recupero della biodiversità locale ci consentirà di offrire un contributo decisivo all'autodeterminazione e allo sviluppo locale».
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