FESTA DELLA PIZZA FRITTA
SAN GENNARO FA IL
MIRACOLO DA “DON”
La
tradizione partenopea in trasferta nella Capitale per un giorno di
festeggiamenti e cibo di strada
Lunedì
19 settembre in occasione della festa di San Gennaro,Patrono di Napoli,tanti napoletani si riuniscono al Duomo in attesa del miracolo del sangue che si sciolga, in caso positivo "San Gennà a fatto 'o miracolo", il popolo esulta , la città sarà protetta.
Nel Duomo sono custodite le sue ossa e due antichissime ampolle contenenti il presunto sangue del santo raccolto da una donna pia di nome Eusebia subito dopo il martirio. Queste ampolle vengono esposte alla venerazione dei fedeli tre volte l'anno: il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre ed il 16 dicembre; giorni cari alla pietà partenopea poichè si potrebbe assistere al fenomeno della liquefazione, registrata per la prima volta nel 1389 come fatto già noto e considerato dalla pietà popolare un miracolo.
“DON” trasferisce il "miracolo", portando a Trastevere, nel cuore di Roma, il meglio della tradizione partenopea. DON, l'esclusivo locale dedicato alla pizza fritta napoletana, festeggia l'arrivo dell'autunno, facendo rivivere a Trastevere lo spirito autentico di una festa che per i napoletani non è solo mistica e religiosa, ma soprattutto popolare con forte valenza antropologica.
Da secoli i napoletani sono maestri nell'arte dell'arrangiarsi. Ogni napoletano che si rispetti è predisposto a questo modo di essere, che
tramanda di generazione in generazione, affinché non vada perduto. Della proverbiale arte di arrangiarsi, rimangono antichi mestieri e spesso anche molte
ricette e abitudini alimentari della tradizione partenopea: ‘O Carnacuttaro (venditore
di frattaglie cotte, la trippa pulita, e una zuppa di "carnacotta" che solo a Napoli, nel dialetto più autentico si chiama" La Marescialla"); 'O Mellunaro (il cocomeraio, che vende il melone con prova o senza prova: il prezzo cambia,senza prova si risparmia.);'O maruzzaro (il venditore di lumache, " 'e Maruzze o Maruzzelle" di mare, diverse dalle lumache di terra, si preparano con pomodoro, olio, aglio e tanto peperoncino); l'Acquaiuolo , mestiere inventato dai Luciani, (abitanti del borgo di Santa Lucia) che, nei secoli scorsi, hanno costruito le loro fortune sulla vendita dell'acqua dando vita al mestiere di "acquafrescaio". Sempre nei secoli scorsi, chiunque passeggiasse d'estate sulla Riviera di Santa Lucia, si imbatteva in uno stuolo di venditrici di acqua sulfurea, giovani soprattutto, che offrivano i loro bicchieri colmi d'acqua fresca e frizzante.Napoli aveva, fino a qualche decennio fa, una fonte di acqua minerale sulfurea (l'acqua "suffregna") che sgorgava nella zona di Santa Lucia: tutti la chiamavano l'"acqua d''e mummarelle" che, ha dissetato, rinfrescato e ritemprato i napoletani per secoli ed era anche ritenuta una vera panacea per tanti dolori fisici. Ebbene, per l'occasione della festa di San Gennaro, DON
farà rivivere uno di questi antichi mestieri, portando tra le strade ed i vicoli di Trastevere una delle figure più divertenti e icona della tradizione partenopea del teatro di strada: ‘O Pazzariello, un mestiere ambulante, saltuario esercitato da chi, pur di guadagnare quel poco per vivere o per arrotondare, si vestiva bizzarramente con abiti d’epoca da Generale Borbonico, (indossava una marsina con bordi argentati, una camicia con svolazzi nascosta da un panciotto di color rosso fuoco, da brache colorate a strisce bianche e nere, che a mezza gamba poggiavano su calzettoni, color rosa, sgargianti, calzava, poi, scarpe con ghette e per copricapo portava una feluca inghirlandata e per darsi un po’ di tono sul petto della marsina aveva appuntato patacche senza valore, come fregi). ‘O Pazzariello si presentava in pubblico impugnando in una mano un bastone dorato e nell’altra, bene in vista, un fiasco di vino, o altri prodotti di prima necessità (pane, pasta) che andava pubblicizzando per conto di una nuova “Cantina” (Osteria) o di una nuova “Puteca” (negozio alimentare), spesso accompagnato da suonatori di tamburello, "scetavajasse, triccheballacche e putipù". Indimenticabile l'interpretazione di Totò, il Principe Antonio De Curtis.
La
stessa cosa avverrà anche a Trastevere che sarà animata la sera del 19
settembre, non solo da ‘o pazzariello, accompagnato da musicisti, ma anche da
figuranti nelle vesti di San Gennaro e di Sofia Loren ne 'L'oro di Napoli'. La
festa di San Gennaro da DON, nel cuore popolare di Roma, sarà pertanto
una vera festa di musica, colori e sapori per far scoprire o riportare
alla memoria la Napoli di una volta, tra vicoli, tradizioni, cibo di strada e
personaggi unici che hanno segnato l'immaginario collettivo di tante
generazioni.
Nel Duomo sono custodite le sue ossa e due antichissime ampolle contenenti il presunto sangue del santo raccolto da una donna pia di nome Eusebia subito dopo il martirio. Queste ampolle vengono esposte alla venerazione dei fedeli tre volte l'anno: il sabato precedente la prima domenica di maggio, il 19 settembre ed il 16 dicembre; giorni cari alla pietà partenopea poichè si potrebbe assistere al fenomeno della liquefazione, registrata per la prima volta nel 1389 come fatto già noto e considerato dalla pietà popolare un miracolo.
San Gennaro con le reliquie. Copia dall' originale del Caravaggio |
“DON” trasferisce il "miracolo", portando a Trastevere, nel cuore di Roma, il meglio della tradizione partenopea. DON, l'esclusivo locale dedicato alla pizza fritta napoletana, festeggia l'arrivo dell'autunno, facendo rivivere a Trastevere lo spirito autentico di una festa che per i napoletani non è solo mistica e religiosa, ma soprattutto popolare con forte valenza antropologica.
Gli interni del DON a Trastevere - Roma |
L'indimenticabile interpretazione di Totò nei panni del Pazzariello |
DON
si fa così ambasciatore della cultura partenopea, fatta di amore per il cibo,
di alimenti genuini, di prodotti di qualità, perché la pizza fritta racchiude
in sé tanta parte della storia di Napoli: racconta l’arte di valorizzare la
cucina povera, di trasformare un piatto povero in un boccone da re, la sua
passione per il cibo di strada e per la musica che scandisce i ritmi di ogni
giornata. Questo
itinerario attraverso i suoni, i profumi e i sapori della Napoli verace, viene raccontato e
presentato da DON ogni giorno attraverso sette
diversi tipi di pizza ciascuna dedicata ad un quartiere della città: Spaccanapoli (ricotta di pecora
Romana DOP, cicoli di maiale, provola, pomodoro San Marzano DOP, basilico,
pepe), Posillipo (Ricotta
di pecora Romana DOP, salame napoletano, provola, pomodoro San Marzano
DOP), Toledo (ricotta
di pecora Romana DOP, prosciutto cotto, provola, pomodoro San Marzano
DOP), Vomero (scarola
saltata in padella con olive nere di Gaeta, capperi, uvetta e pinoli,
provola), Chiaia (salsiccia
di maiale, friarielli saltati in padella, provola), Vesuvio (pomodoro San Marzano
DOP, mozzarella di bufala campana DOP, basilico, pepe), Capodimonte (salsiccia di maiale,
funghi champignon, mozzarella affumicata di bufala campana DOP, pepe). Chi
vuole godersi lo spettacolo della Napoli più schietta e genuina, con tutto il
suo calore e la sua allegria non deve far altro che ritrovarsi lunedì 19
settembre a Trastevere, in via San Francesco a Ripa 103, dove dalle 19.00 in poi, ai
primi 100 iscritti verranno offerte gratuitamente pizze fritte o si potrà
sfruttare l'invito all'assaggio con la super formula del 2 x 1, due
pizze fritte al prezzo popolare di 5 euro. Per
questo evento sono state selezionate tre pizze selezionate : “il
Miracolo di San Gennaro” creata appositamente per l’occasione e le più
classiche “Spaccanapoli” e “Montanara”. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per un evento gastronomico e culturale imperdibile, da
assaporare lentamente fino a notte inoltrata, naturalmente la pizza fritta si mangia rigorosamente con le mani. :-)
DON
Via di San Francesco a Ripa, 103
Via di San Francesco a Ripa, 103
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