lunedì 18 aprile 2011

L’approdo di Alfonso Caputo nelle Murge dà vita ad un festoso happening di sapori, tradizioni e talento. Pubblico in delirio

Alfonso Caputo lo chef pescatore bi stellato

Nell’ambito degli incontri enogastronomici fra le diverse regioni concepiti come una sorta  di anteprima a Radici del Sud 2011, la serata di Venerdì 15 Aprile non ha certo deluso le aspettative che, tra l’altro, la presenza del blasonato chef Alfonso Caputo aveva ingenerato.
La serata, organizzata nella splendida Masseria Bàrbera di Minervino dal padrone di casa Riccardo Bàrbera e dal giornalista Luciano Pignataro  con la regia  di Nicola Campanile, ha avuto inizio con il wine tasting  di vini campani e pugliesi. Sapientemente guidati da Luciano Pignataro i partecipanti hanno potuto vivere un’appagante esperienza impreziosita da avvincenti accenni storici in merito a territori e vitigni.  Con fare accattivante e stile puntuale e rigoroso, ma informale, Luciano Pignataro ha  condotto la platea in una sorta di dibattito cosicché si è giunti alla degustazione dei vini in un clima di vivace partecipazione. Hanno aperto le danze due Falanghina che pur traendo origine dal medesimo vitigno producono espressioni di sé completamente differenti: acida, sapida e molto aromatica la Falanghina di Di Meo (Salza Irpina/Av); la più riservata Falanghina di Venditti (Castelvenere/Bn) concede poco o niente alle mode e risulta estremamente appagante così priva di fronzoli, diretta com’è. Sorprendente, a seguire, la Malvasia Bianca di Rasciatano (Barletta/Ba) del 2009: sprigiona forza, profumi integri, ampi e persistenti. Ultimo dei bianchi a fare la sua comparsa un grandioso Grecomusc’ 2008 di Contrade di Taurasi (Av), insieme sulfureo, acido, minerale, con notevoli sentori di idrocarburi mai stucchevoli o fuori luogo.  Per i vini rossi è stata la volta del Nero di Troia 2007 di Cefalicchio (Canosa di Puglia/Bt) estremamente piacevole e bevibile e, per finire, il Primitivo Sessantanni 2007 di Feudi di San Marzano (Ta) ha suscitato grande entusiasmo e consenso per la sua possenza, maturità e pienezza di gusto.
Anche il connubio tra la cucina pugliese, a cura degli chef di Masseria Bàrbera e quella campana, ha prodotto un‘esperienza indimenticabile per i fortunati intervenuti.  La cucina pugliese, nel pieno rispetto della tipicità dei sapori dei prodotti locali e della semplicità delle tecniche di cottura, ha preparato Asparagi della Murgia, stracciatella di Burrata e tartare di pomodori secchi all’extravergine, la Tiella di riso, patare e cozze, i Bocconcini di agnello con cardi spinosi della Murgia a’ cuturidd e la Pastiera di Ricotta scomposta. Il grande Alfonso Caputo, dal canto si è esibito con tre portate realizzate con maestria e capaci di evocare coi loro profumi e sapori naturali l’eloquente suggestione della “sua” Penisola Sorrentina: Polpette di palamito fritte al profumo di finocchietto selvatico, Zuppa di patate e peperoni con calamari dei due golfi, Tubettoni di Gragnano al ragù di scorfano di scoglio…
Nello stesso contesto ma con un format diverso, venerdì 20 Maggio Masseria Barbera sarà teatro della perizia degli chef del Gargano Lucia Schiavone e Nazario Biscotti delle Antiche Sere di Lesina, dello chef Leonardo Vescera de Il Capriccio di Vieste e dello chef Gegè Mangano di Li Jalantuùmene di Monte Sant’Angelo. Ognuno di loro si cimenterà in un’ “invenzione/rivisitazione” gastronomica ispirata rispettivamente ai laghi, al mare e ai monti delle rispettive zone di provenienza.  Per l'occasione saranno allestiti 4 piccole aree ristorante per consentire al pubblico di assistere alle preparazioni dei piatti e non solo di poterli gustare. L’evento si presenta ghiotto e frizzante, capace di garantire ai molti appassionati che non vorranno mancare, una serata all’insegna dell’assoluta pregevolezza che sta caratterizzando questa indovinata e promettente anticamera al festival dei vini da vitigno autoctono Radici del Sud 2011.

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