lunedì 27 dicembre 2010

Napoli, la Cantina di Via Sapienza. Tra Museo e pastori nel cuore del centro storico da ottant’anni




l'ingresso, impossibile non fotografare il motorino:)
Via Sapienza 8
Tel. 081. 459078
Aperto solo a pranzo dal lunedì al sabato ( 12 – 15, 30.)
www.cantinadiviasapienza.it credito /bancomat: no

carte
Ticket Restaurant: si
Ferie: agosto
di Giulia Cannada Bartoli
Il centro storico di Napoli rappresenta il primo nucleo autentico della città. In pochi sanno che si tratta del centro storico più vasto d’Europa, 1700 ettari con 27 secoli di storia. L’area tutelata e dichiarata patrimonio dell’umanità dall’Unesco nel 1995 si estende per circa 981 ettari e comprende i quartieri: Avvocata, Montecalvario, San Giuseppe, Porto, Pendino, Mercato, Chiaia, San Ferdinando, Stella, San Carlo all’Arena, Vicarìa e San Lorenzo. Il cuore  del centro storico è caratterizzato dalle sue chiese (più di 400).

Proprio nel Quartiere San Lorenzo, considerato il cuore storico della città, all’angolo di Via Sapienza con Via Costantinopoli, si trova la chiesa di Santa Maria della Sapienza inaugurata nel 1611. Nel 1886, il sindaco di Napoli Luigi Miraglia, decise di abbattere il monastero per costruire un Policlinico Universitario. Di tutto il complesso rimane solo la chiesa, oggi in stato di abbandono e chiusa al pubblico.

Via Costantinopoli, la chiesa di Santa Maria alla Sapienza
Incamminandosi per Via Sapienza e percorrendola tutta, sulla mano destra al numero 8, c’è la Cantina omonima, due porte di legno che affacciano su un piccolo slargo. La Cantina è qui dal 1900 e non ha mai cambiato nome.  Nel 1930 un viticoltore ischitano Giuseppe Buono aprì, insieme con sua moglie, una  mescita di vini dell’isola con una rivendita di quei generi di prima necessità che una volta a Napoli si vendevano a peso: legumi di ogni tipo, farine, granaglie, salsa di pomodoro, baccalà, olive,  sugna, pasta, olio e uova. A proposito di queste ultime, alla Cantina c’èra l’abitudine tra gli avventori, sia, a mezza mattina, che, a metà pomeriggio, di accompagnare il bicchiere di vino ad uova sode per attenuare gli effetti dell’alcool a digiuno. Al centro del locale veniva posizionata una grande zuppiera colma di uova sode alla quale tutti attingevano. Come sempre succede in questo tipo di locali, i coniugi Buono cominciarono ad accompagnare qualche piatto caldo della cucina povera napoletana.

la famiglia Formato, da sx Gaetano "cantiniere" factotum, papà Francesco e Mamma Angela
All’inizio degli anni ’80 i titolari ischitani,  stanchi e senza eredi per proseguire l’attività, cedono alla famiglia Formato, Francesco, Angela e il figlio Gaetano. Oggi Gaetano, titolare della Cantina, ( Papà Francesco e Mamma Angela sono ancora superattivi in sala ed in cucina) manda avanti “la baracca” con passione e dedizione allo stato puro. Il locale non ha subìto cambiamenti, due piccole sale separate da un arco, minuscola cucina dove il cuoco Silvano Alfano, Mamma Angela e l’aiuto cuoco Mario, si districano tra un fornello e l’altro per preparare, più o meno al momento, un ricco menù del giorno. Davanti alla cucina il classico banco dei contorni a vista e la cassa.

il tradizionale banco dei contorni a vista e la cassa

il cuoco Silvano Alfano
Verso le 12,00 il locale, circa 35 coperti, è semivuoto, un paio di persone ai tavoli. Dopo un’ora si scatena il caos, tutto esaurito e fila all’esterno. “E’ così tutti i giorni”? – si -  mi risponde Gaetano. La clientela è in gran parte abituale, medici e personale del vicino vecchio policlinico, studenti, professori universitari e tanti stranieri. Questa cosa mi stupisce, mi guardo intorno, tre tavoli di francesi, curiosa, interpello una coppia mi rispondono che la loro guida “Boutard” segnala la Cantina e tanti altri posti come questo, non posso fare a meno di chiedermi se questo non sia un segnale dei tempi che stiamo vivendo, bisogno di tornare alle origini?

la coppia di francesi arrivati qui per merito della guida Boutard - Sud de l'Italie
Beh, basta filosofare, veniamo alla cucina: il menù è molto vario, primi piatti ed alcuni dei secondi variano quotidianamente. Ci sono tutti i piatti della Napoli antica e popolare, carne e pesce. Come sempre mi informo sulla provenienza delle materie prime. Il pane, si riconosce dal profumo e dall’equilibrio tra crosta e mollica, è quello di Rescigno.

il pane di Rescigno, un pezzetto tira l'altro:)
Olio e vino, grazie alle origini della famiglia, arrivano dal beneventano, aglianico e un blend di falanghina e coda di volpe per il vino della casa ( 2 € per ¼, 3 € per mezzo litro) e poi sorpresa…leggo sul menù “vino al bicchiere, “barbetta Antica Masseria Venditti”. Chiamo Gaetano e mi racconta di aver fatto 15 anni fa il corso da Sommelier, di aver per caso incontrato il vignaiolo controcorrente di Castelvenere e che proprio qui è partito il primo Venditti Wine Tour, che coincidenza:). La carne la sceglie personalmente Gaetano da un fornitore di fiducia in zona, il pesce, in prevalenza baccalà e pesce azzurro, arriva dal mercato di Pozzuoli. Verdure e frutta solo da fornitori scelti e certificati. La mozzarella è aversana, salumi e formaggi ancora dal beneventano. Sottolio fatti in casa da mamma Angela, pomodorini freschi e conserve del vesuviano. Altra nota di merito, e unica concessione alla modernità, è il menù  che segnala i piatti senza glutine e la possibilità di richiedere pasta e pane gluten – free. I conti non mi tornano, come si fa ad uscire almeno in pareggio con questi costi? La passione, mi risponde Gaetano e la riduzione al minimo di tutte le altre spese, il servizio è essenziale ma più che decoroso, niente plastica o carta, tovagliette personalizzate. In sala Gaetano e papà Francesco praticamente volano tra la cucina e i tavoli, le comande passano a voce e nessuno si sbaglia.

Gaetano Formato, titolare e fac totum
Si può partire dall’antipasto ed arrivare al dolce. Il piatto  è goloso e abbondante, verdure grigliate e sottolio, prosciutto crudo, caciotta alla rucola e al peperoncino, caciotta fresca e stagionata sottolio, tutte provenienti da un fornitore di fiducia a San Felice a Cancello.

l'antipasto della casa , solo prodotti artigiani a 8 euro
In alternativa c’è il tradizionale piatto di contorni di verdure della tradizione classica napoletana, “di tutto un po’”: melanzane a funghetti con pomodorino o in bianco, peperoncini verdi fritti, immancabili i friarielli, purè di patate fatto in casa, la mitica parmigiana di melanzane, peperoni in padella e ancora, broccoli, cavolo, carote, zucchine e spinaci lessi.

una scelta dietetica dal banco dei contorni

una scelta decisamente golosa, fiore all'occhiello della cantina: la parmigiana di melanzane
La scelta tra i primi propone minimo tre alternative. Leggo dal menù: rigatoni alla carbonara, pasta e patate con la provola e caponata. Gli altri primi: tutte le classiche minestre, pasta e fagioli, ceci, lenticchie, cavoli, orecchiette, zucca, verza e riso, pasta al pomodorino fresco, immancabili ragù e genovese. Ancora maccheroni alla Pulcinella con sugo di pomodoro e ricotta o “ aumm’ aumm’ ” con salsa e mozzarella. Per i secondi prevale la carne, il fiore all’ occhiello sono le polpette al sugo di mamma Angela insieme con  la parmigiana di melanzane che a Napoli è un piatto poliedrico, si mangia come antipasto, primo, secondo, contorno o, sfizio, quando ti è rimasta un po’ di fame e magari in forno c’è quella del giorno prima, riposata e più saporita. Piatto difficile da trovare al ristorante o a casa ( perché puzza), il fegato arrostito, molto richiesto. Ancora, salsicce al sugo, costoletta di maiale arrosto con friarielli, pollo arrosto con piselli o patate al forno, beef di vitello o petto di pollo arrostito con insalata per chi è a dieta, filetto di orata alla brace e aluzze ( luccio di mare, a Napoli “aluzze ‘e mare”) in bianco.

Rigatoni alla carbonara

Salsicce al sugo con friarielli (varietà di broccoli tipicamente napoletana di sapore amarostico)
Per chiudere frutta fresca o macedonia e un dessert al giorno.  I dolci sono appannaggio di Gaetano: è lui che prepara crème caramel, babà, torta al limone, torta caprese, zuppa inglese e per Pasqua e Natale pastiera e struffoli. La chiusura arriva con un gran caffè napoletano, rigorosamente amaro, e il sorriso di Francesco, Gaetano e Angela che mi dice “ uh mamma mia sto tutta scumbinata”. Ancora una tappa nel cuore di quella Napoli che ancora sopravvive e si difende a denti stretti dall’omologazione intesa in entrambi i sensi: quello dell’immagine abusata e folkloristica di spaghetti, pizza e mandolino e quello global del panino di Mc … :). Venendo ai denari: primo, secondo, contorno, dolce, vino e coperto circa 18 euro, i prezzi del menù, 4 € per i primi, 6 € per  secondi, 3 € i contorni, 2,50 € i dolci, vino della casa 2 – 3 €. Come nella migliore tradizione di questi presidi di quartiere, la Cantina offre anche la cucina da asporto.
Una nota turistica: Non manca molto a Natale,  qui siamo a due passi dalla famosa strada dei pastori e dei presepi, San Gregorio Armeno che  può, tuttavia, essere visitata durante tutto l’anno. La gran parte delle botteghe è sempre aperta, da febbraio a settembre è possibile osservare i pastori ed ammirare gli artigiani al lavoro con maggiore calma rispetto al periodo natalizio, dove il grande afflusso rende la strada impraticabile.

la bottega dei Ferrigno a San Gregorio Armeno, una delle famiglie più famose nell'arte presepiale

Via San Gregorio Armeno
Dove dormire www.dellasapienza8.it via della Sapienza 8 , a pochi passi dalla Cantina – 60 – 80 euro per la camera doppia b&b, per chi può disporre di un budget più alto, all’interno di Palazzo D’Angiò sul decumano maggiore dell’antica Neapolis ,si trova un altro bed and breakfast  http://www.tribunapoli.com dove per la camera doppia b&b si spendono da 80 a 120 € per notte a seconda della stagione
ps. altro luogo comune da sfatare: “in questi posti le toilettes sono quasi sempre impraticabili”, non è il caso della Cantina di Via Sapienza, i servizi sono moderni e puliti durante l’intero orario di apertura:)

Nessun commento:

Posta un commento