I nuovi 21 crus dell’Appennino Meridionale: tutti i premiati e le note degustative
22 marzo 2010Aula al gran completo per la proclamazione dei crus dell’Appennino Meridionale, progetto ideato da Raffaele Beato, Direttore dell’Osservatorio dell’Appennino Meridionale con sede presso il campus universitario di Fisciano (Sa). Il progetto, che ha visto la luce nel 2008 anche con la consulenza scientifica di Luciano Pignataro, oggi Responsabile Settore Vino Slow Food, ha avviato la selezione e lo studio dei vini di alta collina e di montagna per il momento, della Campania, mutuando in parte e, addirittura, rendendo piu’ rigidi i criteri adottati dal CERVIM. Protagonisti dello studio i vigneti appartenenti alla viticoltura eroica: vigne terrazzate, isolane, ad alta quota e ultracentenarie. I vini selezionati potranno fregiarsi, anche sulla bottiglia del marchio “ Appennino DiVino”.
I requisiti per partecipare alla rigida selezione:uve vinificate in purezza, rigorosamente autoctone provenienti da un’unica tracciabile vigna. La collaborazione delle aziende è stata esemplare, centinaia di produttori hanno aperto le cantine e persino i registri di carico e scarico delle partite di uva.
La selezione dei crus per le province di Caserta e Benevento è il risultato di un’approfondita analisi di 114 aziende, 38 per il casertano e 76 per il beneventano. Da queste aziende è uscita una pre – selezione di 36 aziende ( 20 per la provincia di Benevento e e 16 per il casertano), tutte dovevano possedere requisiti precisi: l’altitudine, la vinificazione delle partite da unica vigna in purezza poi stoccate in contenitori appositi per i controlli. 29 aziende hanno superato la preselezione e 21, quelle che hanno superato la soglia degli 85/100 (secondo i parametri Assoenologi) sono arrivate a diventare crus.
Oltre ai controlli menzionati, sono state svolte analisi molto particolari, uniche a livello mondiale, si è infatti verificata in questi vini l’assenza di tracce di materiali pesanti (questo sarà a breve un ulteriore requisito richiesto per l’esportazione verso Stati Uniti e Giappone). Questi vini sono dotati di una vera e propria carta d’identità, la cd. impronta digitale del vino che ne dimostra l’assoluta originalità e tracciabilità. I controlli sono stati svolti dai Ricercatori del Centro Regionale di Competenza Agroalimentare dell’Università di Salerno. In tutto dal 2008 si è giunti a tracciare il profilo di 35 crus, 14 per le province di Napoli, Salerno e Avellino e 21 per Caserta e Benevento. Il futuro e’ ricco di progetti: la ricerca e la selezione delle vigne storiche della regione, e la partenza delle selezioni dei crus anche per le regioni Basilicata e Molise.
Ecco i 21 crus 2010
Bianchini Rossetti (Casale di Carinola CE) “Saulo” Falerno del Massico Rosso doc 2006 Riserva
14% di alcol, ancora una bella freschezza, un tannino possente non ancora domato @@
Cantine Iannella (Torrecuso BN) “Don Nicola U’ Signore”, Aglianico del Taburno doc riserva 2005
Sorprendente vivacità, rosso rubino, di media trasparenza, abbastanza complesso, morbido con tannini in buon equilibrio@@@
Capolino Perlingieri (Castelvenere BN) “Talento” Sannio Aglianico Rosso doc 2007
Peccato , il vino e l’azienda non si sono presentati. Il solito Sud :-((((((
Caputo (Teverola CE), Casavecchia “Vigne Reali” Terre del Volturno Rosso igt 2007
Probabilmente di buona beva tre anni fa, oggi in fase discendente per struttura ed equilibrio@
Crapareccia(Piana di Monte Verna CE), “Pallagrello bianco”, Terre del Volturno igt 2008,
Piccoli produttori, anche loro “fuorilegge” come accadde per l’azienda Terre del Principe, per aver apposto il nome del vitigno in etichetta. Un bel frutto, estrema sapidità riscontrata in altri Pallagrello 2008, buona spalla acida e persistenza aromatica@@@
De Fortuna (Frasso Telesino BN) “Cava Rupem” Sannio Aglianico Rosso doc 2007
Un bel frutto ben amalgamato con i 15% di alcol sostenuti da una discreta freschezza@@
Fratelli Muratori Tenuta Oppida Aminea ( loc. Oppida Aminea, BN), “Caucino Sannio Greco doc 2008
Ammirevole la presenza di una rappresentante dell’azienda che ha sede in Lombardia, peccato per l’assenza del vino, sarebbe stato interessante provarlo, visto che lo stesso gruppo ha superato lo scorso anno le selezioni per un vino dell’Isola d’Ischia, Giardini Arimei, davvero notevole.
Fattoria La Rivolta (Torrecuso BN), “Terre di Rivolta” Aglianico del Taburno doc 2006 Riserva
Si è scritto già tanto di questo pluripremiato aglianico di Paolo Cotroneo, il Vignaiolo farmacista. Ho trovato il vino in grande forma, complesso, buon equilibrio, notevole freschezza che promette lunga vita@@@@
Fattoria Pagano (Nocelleto di Carinola CE), “Angelus”, Falerno del Massico Rosso doc 2007
Struttura discreta, la freschezza ha probabilmente sofferto della calda annata 2007@
La Dormiente (Torrecuso BN), Aglianico del Taburno Rosso doc 2006
L’areale di Torrecuso si conferma zona altamente vocata per l’aglianico. Questa giovane azienda ne offre una corretta interpretazione@@
Nifo Sarrapochiello (Ponte BN) Aglianico del Taburno Rosso doc 2006
La mano fortunata di Nifo per la falanghina, si conferma anche sull’aglianico, il vino è elegante, vivace e fresco e regge bene i 13,5 % di alcol@@@
Orsini ( San Lupo BN), “Malatesta” Piedirosso Campania igt 2008
Una vecchia conoscenza per questo sito, già degustato in diverse occasioni durante un paio di edizioni della Festa del Vino di Castelvenere (Bn), davvero un bel frutto, gradevole espressione varietale di piedirosso, sentori tipici, vinosi, colore molto vivace, ottima freschezza @@@
Papa (Falciano del Massico – CE), “Campantuono, Falerno del Massico doc Primitivo 2006
L’altra faccia del Falerno, una delle migliori espressioni del Falerno da primitivo, struttura possente, colore rosso rubino fitto tendente al granato, elegante e abbastanza complesso@@@
Poderi Foglia ( Conca della Campania – CE), Roccamonfina rosso igt 2006
Dal cuore del vulcano del Roccamonfina, un blend collaudato di aglianico e pallagrello nero che arriva dall’altra azienda della famiglia Barletta. Intenso, elegante con discreta persistenza aromatica@@
Porto di Mola ( Galluccio CE), “Acquamara” Galluccio Bianco doc 2008
Notevole espressione di falanghina dalla mano dell’enologo delle sfide impossibili, Maurizio De Simone. Vigne a 450 mt sul livello del mare, molto vivace al gusto, intrigante corredo aromatico e notevole sapidità, appena 12,5% di alcol. @@@@
Santiquaranta (Torrecuso – BN) “Sannio Moscato” doc 2008
Un’altra delusione, non aver potuto assaggiare il vino, assente, come il produttore. Il solito Sud:-(((((((
Terre di Briganti ( Casalduni BN) “Sannio Falanghina” doc 2008
Una bella espressione di falanghina specchio del territorio e dell’annata 2008, giallo dorato, quasi opulenta. Alcol ben sostenuto dalla freschezza, beva piacevole@@@
Terre del Principe (Castelcampagnano – CE), “Centomoggia” Casavecchia Terre del Volturno igt 2005
Ancora un campione che non ha bisogno di conferme, pluridecorato, cavallo di battaglia di Peppe Mancini e Manuela Piancastelli. L’ho trovato in splendida forma, complesso, elegante, ancora in evoluzione e con tanta strada davanti a sè@@@@
Terre d’Aglianico (Torrecuso BN) “Geohellenico” Aglianico del Taburno doc 2005
Al di là della difficoltà oggettiva a ricordarne il nome, il vino si fa notare per struttura e tipicità. Bene in linea con l’areale del Taburno, al naso frutta matura e spezie, buona persistenza, insomma, davvero buono. @@@@
Vestini Campagnano (Caiazzo – CE), “Vado Ceraso” Terre del Volturno igt 2008
Un cru rosato! Blend di pallagrello e casavecchia, combina perfettamente struttura e acidità, immensamente bevibile e poliedrico negli abbinamenti gastronomici. @@@@
Volpara (Tuoro CE), “Donna Iolanda” Falerno del Massico doc 2008
Una corretta espressione della falanghina del Roccamonfina, da vistare l’azienda@@
Il commento finale a questa veloce carrellata è che queste aziende hanno imboccato l strada giusta per il futuro: i CRU, vini originali, unici, eroici, specchio del territorio e ben posizionati sul mercato.
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