la risposta piu' semplice alle provocazioni: lo stile di Ducasse, da sx: Frank Cerruti, Paolo Marchi, Alain Ducasse , Enzo Vizzari (foto gcb)
Vizzari con Cerruti e Ducasse (foto gcb)
Rocco Iannone lo chef non invitato risponde con il sapone (foto gcb)
la querelle e l'attacco a Identità Golose ( foto gcb)
MAX LAUDADIO DI STRISCIA CON ROCCO IANNONE (foto gcb)
Identità Golose, irruzione di Striscia la Notizia con Rocco Iannone1 febbraio 2010
Ricci show: lo chef, non invitato, protesta regalando a Paolo marchi due pezzi di sapone. Laudadio esibisce l’inesistente decreto anti-additivi
Terminata da poco la grande esibizione di Salvatore Tassa chef ciociaro re della terra e della semplicità: ancora in auditorium, si sentono delle grida dalla lounge centrale. E’ arrivata Striscia con lo chef campano Rocco Iannone.
Rocco Iannone di fronte a Paolo Marchi
Lo scopo è chiaro, guadagnare un’altra puntata senza diritto di replica, l’ennesima sputtanata a tutta l’alta cucina italiana. Inizia un’intervista attacco a Paolo Marchi, i toni sono alti, si accusa la cucina italiana di essere la cucina degli additivi, mostrando un ordinanza che vieterebbe l’uso degli additivi , si polemizza dicendo che gli chef italiani sono bravi solo a seguire le mode di altri paesi. Iannone porge a Paolo Marchi due pezzi di sapone, chiara l’allegoria.Paolo Marchi replica duramente all’attacco, Identità Golose non è una vetrina , è il congresso della cucina italiana seria, di territorio, che fa squadra senza veleni e protagonismi. Per questo ho inventato questo IG , per dimostrare che non è sempre vero che gli italiani non sanno fare squadra e sono bravi solo a parlare male di tutti.
Enzo Vizzari, da me intervistato, resta sorpreso: “si tratta – dice - di esibizionismo nei posti sbagliati se si vuole discutere di cucina che lo si faccia seriamente nelle sedi appropriate, la cucina deve essere buona e sana, punto, basta che non ci siano elementi dannosi per la salute, tutto il resto è sterile polemica”.
Chiusa la querelle, il sipario si è alzato sulla grande perfomance di Alain Ducasse e Frank Cerruti, una risposta concreta sulla natura della cucina: due piatti da vent’anni in carta, verdure semplici e colorate in un piatto che appare come una natura “viva” e insalata di mare in versione calda, niente di rivisitato o aggiunto, anzi, pesci e crostacei freschi di prima scelta.
Giulia Cannada Bartoli
A dispetto del suo carattere estroverso, Rocco è una sorta di Clemente Mastella dei maccheroni e del pesce fresco. Capace cioé di stare con estrema disinvoltura e destra come a manca dimostrando, grazie ai sapienti consigli di Enzo Caldarelli, di sapere governare alla grande l’anchilosato e intontito sistema mediatico gastronomico.
Allora, vediamo un po’: emerge dopo una lunga gavetta alla grande grazie alle guide, quando l’Espresso lo premia come giovane chef emergente dell’anno e la Michelin gli consegna la stella.Ottenuto il massimo da questo versante (difficile che la sua cucina da un po’ tempo ferma possa superare questi livelli), diventa il paladino antisistema delle guide gastronomiche che lo hanno osannato grazie alle rete ammiraglia del presidente del Consiglio. Del resto non aveva altra strada per diventare più famoso di Gennaro Esposito che è molto più bravo di lui o di oscurare la fama di Don Alfonso dove ha mosso i primi passi e dove si era rifiuttato di tornare.
Ora ha decisamente sfondato: Vissani e Ricci se lo coccolano e lo proteggono. Spiritosamente consegna il sapone a Paolo Marchi e chissà cosa altro nelle prossime settimane per catturare l’attenzione.
Chapeau Rocco, neanche io che ti voglio veramente bene avrei saputo conservarti meglio.
Corri solo un rischio: che a un certo punto Ricci&C sentano il bisogno di inventarsi l’anti-Rocco appena cambia un po’ il vento. Ma in fondo a te che importa: stai già lavorandoal tuo buen retiro a Penta.
Ps: di Laudadio è inutile parlare. Chi si ricorderà più di lui?
Ricci show: lo chef, non invitato, protesta regalando a Paolo marchi due pezzi di sapone. Laudadio esibisce l’inesistente decreto anti-additivi
Terminata da poco la grande esibizione di Salvatore Tassa chef ciociaro re della terra e della semplicità: ancora in auditorium, si sentono delle grida dalla lounge centrale. E’ arrivata Striscia con lo chef campano Rocco Iannone.
Rocco Iannone di fronte a Paolo Marchi
Lo scopo è chiaro, guadagnare un’altra puntata senza diritto di replica, l’ennesima sputtanata a tutta l’alta cucina italiana. Inizia un’intervista attacco a Paolo Marchi, i toni sono alti, si accusa la cucina italiana di essere la cucina degli additivi, mostrando un ordinanza che vieterebbe l’uso degli additivi , si polemizza dicendo che gli chef italiani sono bravi solo a seguire le mode di altri paesi. Iannone porge a Paolo Marchi due pezzi di sapone, chiara l’allegoria.Paolo Marchi replica duramente all’attacco, Identità Golose non è una vetrina , è il congresso della cucina italiana seria, di territorio, che fa squadra senza veleni e protagonismi. Per questo ho inventato questo IG , per dimostrare che non è sempre vero che gli italiani non sanno fare squadra e sono bravi solo a parlare male di tutti.
Enzo Vizzari, da me intervistato, resta sorpreso: “si tratta – dice - di esibizionismo nei posti sbagliati se si vuole discutere di cucina che lo si faccia seriamente nelle sedi appropriate, la cucina deve essere buona e sana, punto, basta che non ci siano elementi dannosi per la salute, tutto il resto è sterile polemica”.
Chiusa la querelle, il sipario si è alzato sulla grande perfomance di Alain Ducasse e Frank Cerruti, una risposta concreta sulla natura della cucina: due piatti da vent’anni in carta, verdure semplici e colorate in un piatto che appare come una natura “viva” e insalata di mare in versione calda, niente di rivisitato o aggiunto, anzi, pesci e crostacei freschi di prima scelta.
Giulia Cannada Bartoli
A dispetto del suo carattere estroverso, Rocco è una sorta di Clemente Mastella dei maccheroni e del pesce fresco. Capace cioé di stare con estrema disinvoltura e destra come a manca dimostrando, grazie ai sapienti consigli di Enzo Caldarelli, di sapere governare alla grande l’anchilosato e intontito sistema mediatico gastronomico.
Allora, vediamo un po’: emerge dopo una lunga gavetta alla grande grazie alle guide, quando l’Espresso lo premia come giovane chef emergente dell’anno e la Michelin gli consegna la stella.Ottenuto il massimo da questo versante (difficile che la sua cucina da un po’ tempo ferma possa superare questi livelli), diventa il paladino antisistema delle guide gastronomiche che lo hanno osannato grazie alle rete ammiraglia del presidente del Consiglio. Del resto non aveva altra strada per diventare più famoso di Gennaro Esposito che è molto più bravo di lui o di oscurare la fama di Don Alfonso dove ha mosso i primi passi e dove si era rifiuttato di tornare.
Ora ha decisamente sfondato: Vissani e Ricci se lo coccolano e lo proteggono. Spiritosamente consegna il sapone a Paolo Marchi e chissà cosa altro nelle prossime settimane per catturare l’attenzione.
Chapeau Rocco, neanche io che ti voglio veramente bene avrei saputo conservarti meglio.
Corri solo un rischio: che a un certo punto Ricci&C sentano il bisogno di inventarsi l’anti-Rocco appena cambia un po’ il vento. Ma in fondo a te che importa: stai già lavorandoal tuo buen retiro a Penta.
Ps: di Laudadio è inutile parlare. Chi si ricorderà più di lui?
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