mercoledì 11 febbraio 2009

IL PALLAGRELLO CHE NON TI ASPETTI

Assaggiato il 6 febbraio all'Enoteca la Botte di Enzo Marco Ricciardi in occasione della presentazione della guida ai vini della provincia di Caserta di Luciano Pignataro e Maristella di Martino


Per me il vino top della serata. La scheda è stata pubblicata sul sito di Luciano Pignataro


Pallagrello del Ventaglio 2007 Terre del Volturno igt

08/02/2009


CASTELLO DUCALE

Uva: pallagrello
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio

Ho assaggiato il Pallagrello del Ventaglio di Antonio Donato, vigneron e sensibile imprenditore di Castello Ducale, dopo aver degustato cinque o sei campioni dello stesso vitigno: mi sono fermata, colpita dall’eleganza e dalla suadenza “rustica” e identitaria dei profumi del pallagrello bianco, che sempre più gli addetti ai lavori annoverano tra i più grandi bianchi, sicuramente del Sud e forse d’Italia. Il vino prende il nome dalla vigna del Ventaglio, voluta da Ferdinando IV di Borbone nel 1700 e realizzata dal Vanvitelli con l’ impianto di una vigna a semicerchio divisa in nove raggi e quindi 10 settori, posta sul Monte S. Leucio, al lato sinistro della cascata della Reggia di Caserta. La vigna raccoglieva dieci varietà di uve del Regno delle Due Sicilie, tra cui il Pallagrello Bianco, detto allora Piedimonte bianco. Riconosco la mano bianchista dell’enologo Angelo Pizzi, il mago del Taburno, che si è cimentato, a detta anche dei tecnici della Rauscedo in visita all’azienda, con uno dei più sani vitigni italiani. Il Pallagrello è un vitigno povero, ha bisogno di poco per star bene e offrire grandi risultati e concentrazioni. Vive bene su terreni magri e marnosi e non risente di stress idrico. Per questa ragione trovo in gran forma l’annata 2007, terribilmente siccitosa per molti vini. Si è vendemmiato verso il 20 settembre, un po’ prima del solito, mi racconta Antonio Donato, per cercare di smussare la naturale potenza alcolica. Il Pallagrello bianco ha bisogno di tempi lunghi d’affinamento, è ancora in commercio l’annata 2006. La 2007 da poco in vendita, necessita di almeno 6 mesi di ulteriore affinamento in bottiglia per l’evoluzione dei profumi e del corpo. Sotto la luce artificiale individuo un giallo paglierino carico e una giusta consistenza alla roteazione del bicchiere (13,5 °alcool). Al naso esplosione di fiori bianchi, marker tipico di questo vitigno. E’ un vino decisamente intenso, abbastanza complesso e ampio, si susseguono una delicata ginestra, sentori piacevolmente agrumati e note appena speziate di miele e vaniglia. Al gusto si percepisce una buona morbidezza sostenuta da una grintosa spinta fresca e sapida. Sebbene l’ambiente collinare non si trovi ad altezze eccezionali ( circa 250 m s.l.m.), gli elementi si fondono in un buon equilibrio e regalano al vino una solida ed elegantissima struttura. La persistenza è molto lunga e chiude con una stuzzicante sensazione aromatica di erbe amarognole che invoglia a proseguire la beva. Non lo ritengo affatto un bianco da mare, in prima battuta direi senz’altro formaggi freschi e semi stagionati, salumi, zuppe di legumi e verdure, omelette di asparagi, zucchine, patate e cipolle. Ottimo il rapporto prezzo- qualità. L’azienda di Antonio Donato vale un viaggio. Si trova a Castel Campagnano, a meno di un’ora da Napoli, sulle colline caiatine tra Capua e le terre dell’antico Sannio e sorge in un castello dell’XI secolo, i cui sotterranei già nel 1600 erano utilizzati come cantina di affinamento del vino. La tenuta è divenuta da qualche anno una raffinata Residenza di charme con 15 camere arredate in stile e ristorante di cucina del territorio. Insomma un bell’esempio di viticoltura intimamente legata alla promozione del territorio.


Questa scheda è di Giulia Cannada Bartoli


Sede a Castel Campagnano, via Chiesa, 35. Centro d’ imbottigliamento ad Amorosi, via San Nicola 51. Tel. 0824.972460.
www.castelloducale.com. Enologo: Angelo Pizzi. Ettari: 12 di proprietà e 8 in conduzione. Bottiglie prodotte: 100,000 . Vitigni: aglianico amaro, pallagrello nero, pallagrello bianco, falanghina, coda di volpe.

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