martedì 28 giugno 2011

Cantonate storiche in rete. Aglianico non deriva da Hellenico, grazie Jeremy Parzen!





Sara Carbone, produttrice di Aglianico del Vulture
di Sara Carbone*
“Ma perché sulla retro etichetta della maggior parte delle bottiglie di aglianico riportate questo falso storico: Aglianico non può derivare da hellenico” .
Con questa frase conobbi Dobianchi alias Jeremy Parzen, un americano dall’ottimo italiano che conoscevo per il suo bel blog sull’ enogastronomia italiana per non italiani e seguivo su twitter, ma non avevo mai conosciuto di persona.

E ora lì alla Masseria le Fabriche per Radici wines , seduta ad un banchetto con le mie bottiglie da far assaggiare, facevo la sua conoscenza, colpita nell’orgoglio: un americano che correggeva me, italiana e produttrice di aglianico, proprio non mi piaceva. Sperai che si sbagliasse.
Jeremy nel 2008 scrive un articolo in cui spiegava i motivi per i quali la parola aglianico non potesse derivare da ellenico. L’argomento non è dei più leggeri, filologia ed etimologia, ma provo a sintetizzare rimandando alle fonti per approfondimenti.


Jeremy Parzen
Il termine “Ellenico” riferito al vitigno
aglianico viene usato per la prima volta dal filosofo napoletano Della Porta, appassionato ed esperto anche di Agricoltura che nel 1592 scrive Villae, una enciclopedia rustica, libro nel quale, riferendosi a sua volta ad un passaggio dell Historia Naturalis di Plinio, sosteneva come Plinio stesso, parlando dell’uva elvola che nasce all’ombra del vesuvio, si riferisse alla “nostra uva hellenica”.
E del fonti del nostro Jeremy? Internet? Certo che no, si reca al Brooklin Botanical Garden, direttamente alla fonte. Vabbè diventa sempre più complicato pensare che si sbagli, c’è pure l’immagine con in evidenza il passaggio incriminato.
Continuo a leggere e cercare informazioni. Scopro che ellenico non esisteva per i romani che avrebbe invece usato graecus, e infatti Plinio stesso non usa questo termine per l’uva che descrive nel passo che Della Porta riprende. Plinio parlava di uva greca e vino greco e non risulterebbero altri autori latini che scrivendo di agricoltura abbiano menzionato viti elleniche.
Nella lingua italiana il termine ellenismo secondo il dizionario della lingua italiana di N. Zingarelli anno1999 appare nel 1640, sembra che nella lingua francese invece appaia nel 1580.
Il termine aglianico riferito al tipo di uva ricorre per la prima volta nello stesso periodo in cui esce il Villae di della Porta  in Andrea Bacci, De naturali historia vinorum, 1596, and Jean Liébault, L’agriculture et maison rustique, 1586. Insomma anche stando alle datazioni sembrerebbe alquanto improbabile una derivazione di aglianico da Ellenico, come fa notare Mr Parzen.
In rete vi è un altro interessante contributo di Riccardo Valli su Lavinium che farebbe risalire la rima comparsa del termine aglianico ad un documento del 1520 dell’Archivio Caetani che descrive una maxaria del Conte di Conversano, Giulio Antonio d’Acquaviva d’Aragona, situata a Napoli sulla collina di Poggioreale e comprendente 26 moggi di terra ” arbustata e vitata con viti latine aglianiche.
Inoltre secondo Valli  “è glottologicamente impossibile che l’aggettivo “aglianico” si possa far derivare da un vocabolo quale “ellenico”: non si può spiegare morfologicamente, infatti, la mutazione in a delle due e presenti nell’ipotizzato aggettivo hellenicus. “
Va bene, sono convinta. E’ una clamorosa cantonata storica, illustre, ma pur sempre una cantonata.
Ci sono in giro altre ipotesi, per esempio sostiene ancora Valli, potrebbe derivare dallo spagnolo llanos, pianura, dunque vino della pianura, o ,come sostengono altri,   “interessante [è] il percorso etimologico di Andrea Bacci (1596) che risale al greco aglaos (chiaro) e aglaia (splendore), da cui Aglianico, vino rubino e splendente.”
Mi pare di capire che al momento le ipotesi in campo sull’origine etimologica siano tutte deboli, alcune più affascinanti di altre, ma tutte rigorosamente richiedono l’uso del condizionale.
Alla fine devo ringraziare Jeremy, ma soprattutto per aver capito una cosa: la presenza di una informazione in un numero elevato di luoghi reali e virtuali non specialistici non ne implica la sua affidabilità. La rete invece spesso viene usata così: se uso google per una ricerca e mi appaiono le stesse informazioni su molti siti, finisco per dare per scontato che siano vere, mentre sono solo rimbalzate, di sito in sito, di etichetta in etichetta.
Rimane un fatto: devo cambiare l’etichetta.
*Sara produce Aglianico del Vulture con il fratello Luca

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