lunedì 5 ottobre 2009

La settima Festa dell'Uva a Cigliano nel cuore dei campi Flegrei


La Giuria: Tommaso Luongo delegato Ais Napoli
io, Claudio Nannini per la Comunità di Cigliano

Raffaellina Izzo a destra, prima class. per la falanghina











le bottiglie in concorso
Cigliano di Pozzuoli, settima Festa dell'uva
e l'orgoglio contadino


di Giulia Cannada Bartoli

Raffaellina Izzo, prima classificata per la Falanghina

Si fa presto a definire “sagra” quando un piccolo paese o borgo organizza una festa locale. In questo caso si tratta della comunità di Cigliano, una frazione di Pozzuoli nel cuore dei Campi Flegrei, colline vitate a falanghina e piedirosso circondano le case, le viti si arrampicano ovunque. La collina di Cigliano produce falanghina e piedirosso in un microclima ideale da sempre, qui vengono a comprare uva molte aziende vinicole della zona.
Sabato 3 ottobre la settima Festa dell’Uva, organizzata da un gruppo di abitanti di Cigliano riunitisi da anni in Comitato Civico a difesa del territorio.

La Giuria: Tommaso Luongo (delegato Ais Napoli), Giulia Cannada Bartoli e Claudio Nannini

Oltre alla Falanghina e al Piedirosso qui si trovano cloni autoctoni insospettati: la colagiovanna e la marsigliese a bacca nera e l’uva cavalla a bacca bianca. Se ne sta occupando Antonella Monaco della Facoltà di Portici con il suo staff. La festa per celebrare la vendemmia ( qui tutti hanno un pezzo di vigna) appena terminata, oltre a momenti di autentica e umana convivialità prevede un concorso senza nessuna pretesa scientifica o tecnica, per eleggere le tre migliori falanghina e piedirosso della zona. E’ stata nominata una giuria: Tommaso Luongo Delegato Ais Napoli ( l’hanno chiamato “’O sommelier che vene a’ Napule”J, io e Claudio Nannini in rappresentanza della comunità ciglianese.

I campioni in concorso

Tavolo di degustazione in mezzo alla festa, diamo inizio agli assaggi: 18 campioni di falanghina e 14 di piedirosso, ci guardiamo preoccupati, ma non ci spaventa, siamo avvezzi a ben altro. Tommaso per cavalleria, mi nomina Presidente di Giuria, la falanghine 2008 che assaggiamo si presentano chiaramente come prodotti senza alcun trattamento enologico se non l’aggiunta ( qualche volta eccessivaJ) di bisolfito. Tra i 18 campioni scoviamo i primi tre che hanno fatto un certo lavoro in cantina, piu’ limpidi, netti al naso e con una buona freschezza.
Passiamo al piedirosso, qui il discorso si fa interessante, perché degustando questi campioni di “vino del contadino” come diceva il grande Gino Veronelli, abbiamo capito quanto sia difficile vinificare questo vitigno anche per le aziende dotate di attrezzature ed esperienza enologica avanzata. Il piedirosso e’ un vitigno difficile da trattare, si ammala spesso, è difficile carpirne il momento giusto di maturazione, difficilissimo vinificarlo in purezza, rese basse e uva molto delicata. Qui sono venute fuori chiaramente tutte queste difficoltà, insieme però alla passione dei ciglianesi che l’hanno vinificato al meglio, salvando in qualche caso i classici aromi varietali del piedirosso. In tutte le persone che venivano a consegnarci i campioni anonimi e numerati, riconoscevo occhi orgogliosi e ansiosi di conoscere il nostro pensiero sulle loro “creature”. Qui a Cigliano la vigna è figlia di famiglia, la coltivano soprattutto gli anziani uomini e donne, difficile far appassionare i ragazzi contaminati dalla modernità, magari i loro figli ritorneranno alla terra. A Cigliano non si produce solo uva, c’è chi alleva animali di bassa corte e qualche maiale e poi tanto orto: pomodori, zucchini peperoni e i napoletanissimi “friarielli” ( broccoli tipicamente locali) che sabato, preparati a dovere con aglio e peperoncino dalle signore di Cigliano , hanno accompagnato le salsicce locali.
La festa

La degustazione è terminata al sorgere della luna piena, un venticello delizioso agitava querce e pini circostanti, Tommaso deve andare via, mi lascia l’onere di annunciare i sei premiati per falanghina e piedirosso. Sono emozionata per quelle persone che mi guardano con occhi pieni di attesa, nella platea un brusìo di commenti. Tonia Grieco, anima del comitato civico, chiama i premiati: per il piedirosso, al terzo posto Domenico de Simone, al secondo Angelo Barletta il proprietario delle vigne di Colagiovanna e Uva Cavalla, e primo classificato Beniamino Barletta. Al terzo posto per la falanghina, Antonio D’Angelo, al secondo Beniamino Barletta. La prima classificata per la falanghina mi ha commosso profondamente riportandomi ai veri valori della Terra. Raffaellina Izzo ( nella foto) 68 anni, è salita sul palco emozionatissima, stringendo la coppa con gli occhi umidi, scendendo mi ha detto orgogliosa “ a’ schiena mia è partuta int’ a chella vigna” ( ci ho lasciato la schiena in quella vigna).
Sono tornata a casa con il cuore gonfio di amore e di rabbia per la bellezza di questa terra e per il degrado che la sta consumando

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