martedì 9 aprile 2013

Vinitaly 2013, Le Donne del Vino: la grande degustazione dei capolavori del 1988, ovvero le magnifiche dieci



Elena Martusciello Presidente Nazionale Donne del Vino
Dall’inviata a Verona Giulia Cannada Bartoli

Le Donne del Vino celebrano i 25 anni di attività al Vinitaly, nel solo modo che riflette da sempre lo spirito dell’associazione:produrre vino al femminile senza paura di rivelarsi, con occhi  sensibili attenti alla sostenibilità ambientale, alla cultura, alla storia e alla tradizione.

Un’ occasione unica: degustazione orizzontale di dieci ‘opere d’arte’ del 1988, annata buona con picchi di eccellenza in alcune regioni, come il Veneto per la zona della Valpolicella.  10 vini in grande spolvero presentati direttamente dalle produttrici che hanno abilmente fuso il racconto della propria storia personale con quella del vino offerto in degustazione. Dopo la breve introduzione di Alessandro Torcoli, direttore della prestigiosa rivista alla quale l’associazione si è affidaa per l’organizzazione dell’evento, la parola è passata di diritto alla presidente campana Elena Martusciello.
Il vino: Grotta del sole Asprinio d’Aversa Spumante Metodo Classico Extra Brut 1988. La presidente racconta la storia del rapporto delle bollicine con l’azienda, arrivate per merito del grande enologo Gennaro Martusciello che aveva studiato a Conegliano Veneto ed era tornato in Campania con l’idea di trovare un vitigno locale atto alla spumantizzazione. Dopo molte ricerche, fu individuato l’Asprinio vitigno autoctono di antica storia del territorio casertano noto per il suo unico sistema di allevamento: ‘ l’alberata, la vite maritata ai pioppi’. Viticoltura eroca con vendemmia da equilibristi a 15 mt di altezza. Tornando al vino, l’asprinio possiede una forte base acida che lo rende particolarmente adatto ad essere spumantizzato. Il vino si è presentato in grande spolvero, spuma ed effervescenza inalterate, colore giallo dorato lucente, al naso sentori evoluti di agrumi, quasi canditi, ottima freschezza e struttura. Una ‘battaglia’ vinta contro il tempo.

il servizio dell’Asprinio d’Aversa
La bollicina d’annata ha inaugurato un tris di vini bianchi dell’88, evento più unico che raro. Dalla Campania al Piemonte con la Scolca di Chiara Soldati; il vino: La Scolca “Gavi dei Gavi”, Gavi Doc 1988. Chiara Soldati, sesta generazione di donne a La Scolca azienda ormai vicina al centenario, dirige la Tenuta con suo padre Giorgio da oltre 20 anni. Il racconto parte dai ricordi d’infanzia, dal profumo del mosto, per poi passare ai progetti di produzione di bianchi da invecchiamento con piante a dimora su terreni ciottolosi e radici profonde capaci di tirar fuori una grande mineralità e note saline. Il vino ha un be colore giallo dorato, non mostra segni di iperossidazione, al naso ricordi di tabacco e frutta esotica; lungo al palato riporta alla nota frase di Mario Soldati ‘il vino è la poesia della terra’.
il servizio del Gavi
Il terzo bianco è un vino cult dall’Umbria: Castello della Sala, Cervaro della Sala VdT Bianco dell’Umbria 1988. A presentarlo è la marchesa Albiera Antinori, ogi vice presidente, lavora in azienda dal 1986. Dal 2006 gestisce la costruzione delle nuove cantine, in tutto dieci, secondo criteri di moderna sostenibilità ambientale e basso impatto con il paesaggio. Albiera ricorda di avr personalmente vendemmiato l’annata ’88. Il vino  rappresentava un’innovazione per quegli anni con il 75% di chardonnay e il 25% di grechetto e inoltre adottava tecniche nuove: macerazione a freddo del mosto sulle bucce, fermentazione malolattica in barrique e ulteriori 10 mesi in bottiglia. Il vino si presenta giallo dorato vivace, al naso note miste burrose e di pietra focaia con lievi sentori agrumati. In bocca il vino richiama le sensazioni olfattive corredato da una sorprendente freschezza e sapidità in equilibrio con una decisa struttura.
il servizio del Cervaro della Sala

Esaurita la terna dei bianchi, passiamo in Toscana: Beatrice Contini Bonacossi presenta Villa di Capezzana, Carmignano Riserva docg 1988. Siamo di fronte ad un’azienda storica che risale agli anni ’20. Il padre di Beatrice ha avviato un consistente incremento della densità per ettaro fino a 10.000 ceppi/ha. Beatrice, in azienda dal 1983, si è occupata prima dei mercati esteri ed oggi è responsabile commerciale e marketing dell’azienda. Il vino ( Sangiovese 70%;Cabernet sauvignon 15%, Canaiolo 10%;altre varietà 5%)  si presenta di colore granato con intensi riflessi aranciati, al naso richiami di frutta sotto spirito; al palato risulta morbido e particolarmente fresco e sapido; la chiusura è lunga ed avvolgente. Si vinifica in acciaio per poi affinare in botti grandi e riposare per ulteriori 12 mesi in bottiglia prima della messa in commercio.
il servizio di Villa di Capezzana
Si rimane  in Toscana con Antonella D’Isanto I Balzini White Label Vdt Rosso di Barberino Val d’Elsa 1988. Antonella D’Isanto, siciliana d’origine, è stata folgorata dalla passione per il vino che l’ha condotta a lasciare la precedente professione nel settore della consulenza del lavoro e ad affiancare il marito nella produzione vinicola assumendo un ruolo progressivamente più centrale e innovativo: cantina interrata per l’affinamento,, impianto fotovoltaico per l’80% del fabbisogno energetico. Il vino ( sangiovese 50%;Cabernet sauvignon 40%; canaiolo 10%) si presenta di colore aranciato di media trasparenza e ancora brillante. Al palato è morbido con tannini eleganti e freschezza ancora ben presente. Anche l’enologa aziendale è una donna:Barbara Tamburini.
il servizio di I balzini White label
Ci spostiamo nel cuore del Chianti classico: Maria Antonietta Corsi Francois presenta il Castello di Quercete Picchio Chianti Classico riserva docg 1988. l’inizio della storia è esilarante: una villa chiusa da oltre 10 anni con due bombe residuo dell’ultima guerra nascoste in un armadio. Donna del vino sin dalla fondazione, Antonietta di origine libica, ha insegnato per vent’anni, poi la decisione di affiancare il marito nella conduzione dell’azienda con polso energico e innovativo. Il vino ( sangiovese 92% e canaiolo 8%) arriva da un unico vigneto ‘ il Picchio’ a 450 mt slm, affina in barrique per 12 mesi e ulteriori sei in bottiglia. Di media trasparenza, un bel colore aranciato vivo, al naso sentori evoluti di frutta sotto spirito e spezie, presenta una sorprendente freschezza e sapidità con tannini eleganti e setosi.
il servizio del Picchio Chianti Classico
Torniamo  in Umbria con l’azienda simbolo di questa regione nel mondo: Chiara Lungarotti presenta Rubesco Vigna Monticchio, Torgiano Rosso Riserva Docg 1988. Chiara Lungarotti entra in azienda nei primi anni ’90 dopo approfonditi studi di Agraria e viticoltura. Alla scomparsa del padre Giorgio nel ’99 Chiara è subentrata alla guida dell’azienda perseguendo tecniche d’avanguardia (la cantina è l’unica in Europa a produrre energia rinnovabile dagli scarti di potatura delle viti (con un impianto a biomasse). Il vino,prodotto per la prima volta nel 1964, (sangiovese 70% e canaiolo 30%) deriva da un’unica vigna che gli da il nome. Siamo di fronte ad un vino straordinariamente vivo, il colore rimane ancora sui toni del rubino, ottima consistenza, al naso frutta ancora fresca e profumata; al palato le promesse sono mantenute, acidità straordinaria fusa con altrettanta sapidità. Lungo affinamento, esce a 10 anni dalla vendemmia.
il servizio del Rubesco
La  terna di chiusura è tutta veneta, Valpolicella. L’esordio è di Marilisa Allegrini con La Poja VdT Veronese1988, annata eccezionale in Valpolicella. Siamo
alla sesta generazione. Anche qui
un cambio di vita da fisioterapista al ritorno in azienda nel 1983, richiamata dal padre, vignaiolo innovatore sulle colline della Grola e della Poja: terreni sassosi con drenaggio veloce e radici molto profonde conferiscono al vino un’eccezionale mineralità. Allevamento ad alta densità di corvina gentile veronese o raspo rosso. Si tratta di vendemmia tardiva, il colore è rubino  e l’estratto secco è pari a quello vinificato con la tecnica tradizionale dell’appassimento. Basse rese peer ettaro favoriscono la concentrazione. Al naso prevale la ciliegia, in bocca i tannini risultano morbidi e fini, l’acidità sostenuta promette ulteriore longevità.
il servizio de La Poja
Tra Valpolicella Classica e Lugana (dove si producono i vini bianchi) la Cantina Zenato nata nel 1960 da Sergio Zenato è oggi affidata a Nadia Zenato e suo fratello Alberto. Nadia, laureata in giurisprudenza e specializzata in marketing del vino si occupa con successo dello sviluppo del comparto export. Il vino Sergio Zenato Amarone della Valpolicella Classico Riserva doc 1988, (Corvina 50%;Rondinella 25%; Corvinone 20% Molinara 5%)
si presenta di colore ancora rubino con riflessi aranciati, al naso domina la ciliegia, in bocca i tannini sono intriganti e ben fusi con una freschezza omogenea e note sapide di chiusura. Davvero un capolavoro. Il segreto – racconta Nadia- è parlare con le vigne, ‘camminarle’, ricordare i messaggi e le emozioni.
il servizio della riserva Zenato
Chiudiamo con l’ultimo Amarone, Masi Agricola. Alessandra Boscaini presenta Serègo Alighieri Vaio Armron Amarone della Valpolicella Classico Doc 1988. Alessandra rievoca i ricordi del nonno che le elargiva la ‘paghetta’ dopo la vendemmia, dicendole “brava, ne hai raccolta più di tutti”. Da ragazza in estae si è fatta ‘le ossa’ lavorando all’imbottigliamento, dal 1992 ha avviato un progetto di accoglienza ed ospitalità in cantina, legato ai corsi di cucina e,in particolare all’abbinamento con l’amarone per affrancarlo dagli abbinamenti classici con la cucina regionale, affiancandolo a cucine internazionali. Il vino è vivo, ha un sapore spiccato, ricco e opulento; è vellutato, colore rubino vivace, unghia aranciata. Si sente ancora la ciliegia fresca arricchita da un particolare corredo aromatico e una buona acidità. Il vino affina in botti di ciliegio arricchendo la corrispondenza di aromi.
il servizio della Riserva Masi
Si chiude in bellezza con uno spiritoso suggerimento dal pubblico: “ mandate le vostre 10 bottiglie al Presidente Napolitano con un messaggio…non siamo sagge, ma siamo brave.
le magnifiche 10, ciascuna con il proprio vino, e il direttore di Civiltà del Bere

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