lunedì 27 dicembre 2010

LUCIANO PIGNATARO WINE BLOG: Toh, il blog è cambiato un po’


Toh, il blog è cambiato un po’

27 dicembre 2010
Visto? Come sempre ci muoviamo nei periodi di festa, estivi o natalizi non fa poi molta differenza. La tecnica dei golpisti:-)
La prima novità è il piccolo restyling del nostro blog: il piano di lettura allargato, qualche richiamino in più come sovratestata,  la diversa disposizione di PignaTv, dei link e del feed.
Infine la mappa google dei posti di cui parliamo: attenzione, ci vorrà almeno un mese di lavoro per aggiornare non dico tutti i 7600 post di questo blog, ma almeno 5000 (faremo nell’ordine ristoranti, agriturismi, stanze del gusto, giro di vite).

Proprio questa è la vera forza di questo blog: informazioni utili, indirizzi, telefoni, foto, esperienze in presa diretta e mai mediate, ricette, ristoranti, vini, agriturismi, prodotti, artigiani del cibo. Nessun blog può vantare ugual numero di informazione e facciamo mangiare la polvere anche a qualche netwok come dimostrano le sempre più numerose ricerche di mercato.

Non vi appallerò con il solito bilancio di fine anno. Anche perché tante cose stanno cambiando: il nostro progetto finale è quello di dividere l’Italia per tenerla unita meglio:-)
Ma di questo parleremo nei prossimi mesi.


Siamo contenti per il seguito (ormai siamo sui 5000 visitatori al giorno, 11mila contatti su Facebook), l’apertura dei commenti (13.000 per la precisione) ci ha procurato qualche incazzatura, consentito a volte di misurare meglio la meschinità umana di alcuni anonimati, ma anche dato tanta soddisfazione.
Il blog è tonico, ben posizionato e consolidato in Blogbabel, in Google food e in Wikio. Ma soprattutto è sempre più autorevole grazie ai contributi e al lavoro di chi ci scrive.
Qualcuno, come il Guardiano, al secolo Roberto Mostini, ci ha lasciato i suoi bei scritti in eredità dopo un periodo intenso e appassionato
Ma la rete è così. Si va e si viene: ho visto che qui è più facile fare amicizia ma è anche più facile romperla se dietro il virtuale non ci sono rapporti veri. Le persone timide trovano nella tastiera la massima espressione di potenza, quella che gli consente di evitare di alzare il telefono o guardare in faccia quando si dicono cose non gradite.


Ma così è, del resto non abbiamo più quelle camere di compensazione antropologiche comuni nate nell’800 borghese e operaio nelle quali il conflitto era mediato (associazioni, partiti, collettivi, club). La lacerazione del collettivo è ormai compiuta anche in Italia, resta l’individuo con le sue paure, le sue paturnie, le sue insofferenze, le sue frustrazioni, la sua incapacità di curare i propri interessi attraverso l’affermazione di un risultato di gruppo.

La rete però è bella perché mette insieme anche tante positività e le qualità più saporite dell’avventura umana: la curiosità, la voglia di trasmettere sensazioni e conoscenza, la necessità di migliorare e di confrontarsi, la voglia di scoprire. Queste sono le motivazioni che alimentano la nostra passione.
Del resto il blog è partito nel lontano 2004 solo per tenere l’archivio del cartaceo (pensate un po’), poi sotto la pressione dei lettori ha iniziato a produrre contenuti propri, e a prendere iniziative, a registrare eventi, a raccontarli. Alla scrittura sono subentrate foto e video e con i commenti compiamo adesso dodici mesi.



Il vecchio sito senza commenti
L’aderenza territoriale al Sud resta ovviamente il motivo fondante di questo blog e del mio lavoro: l’era del cartaceo (libri, guide) è stata dominata dal Nord che ha i mezzi economici per sostenere la comunicazione e una velocità commerciale matura.
Di Mezzogiorno, invece, mai si era parlato così in profondità, a parte i soliti noti, in genere poco propensi a fare discorsi di territorio e spesso con l’unica ambizione di restare querce solitarie nell’illusione di reggere meglio. Questo è per noi il motivo massimo di orgoglio: la nostra terra è bellissima peché regala ancora la dimensione del viaggio e della non omolgazione, impossibili da trovare altrove.
Ecco perché detestiamo i pessimisti, i catastrofisti, quelli che hanno sempre qualcosa da ridire perché non si sono ancora liberati dal senso di sconfitta che ogni meridionale si porta dalla nascita dopo l’occupazione del 1860.
E detestiamo anche quei produttori che non accettano rilievi. Noi siamo rispettosi del lavoro agricolo e artigianale, non avremo mai la supponenza di certe persone prive di formazione umanistica, ma ribadiamo con forza l’autonomia della critica: il blog è dei lettori e dei consumatori. Sono altri gli spazi, altri i cataloghi dove chi sta dall’altra parte della barricata può pretendere di comandare, visto che paga.

Forse il piacere più grande è la formazione di sempre più numerosi giovani. Sono loro il futuro e questa è sicuramente una palestra nella quale si eseguono esercizi, c’è disciplina e nessun buonismo verso lo scacamento caratteriale e ortografico/grammaticale (che poi è la stessa cosa). Una nuova generazione di narratori e degustatori si sta affermando con forza e autorevolezza in un mondo sicuramente più difficile per loro di quanto non sia stato per noi: molti sono disarmati dalla precarietà.
Infine, in questi mesi l’interesse si è allargato a tutto ciò che di buono abbiamo in Italia: molti autori, stanchi della progressiva militarizzazione e marchettizzazione della rete, hanno scelto di venire con noi per ritrovare lo spirito rilassato e il divertimento di scrivere senza angoscia e senza necessità pubblicitarie. Avranno ancora maggiori possibilità di farlo.
Questo è lo spirito che intendiamo mantenere, l’unico che consente il piacere della scoperta.




Ed è per questo che il miglior augurio da fare il prossimo anno è Buon divertimento!

Tantissimi i contributi, diretto o indiretti, che hanno reso possibile un anno straordinario a questo piccolo blog
Grazie soprattutto a
Francesco Aiello, Marina Alaimo, Mario Amodio, Mario Basco, Giulia Cannada Bartoli, Stefano Caffarri, Pasquale Carlo, Alberto Cauzzi, Ciro Cenatiempo, Maura Ciociano, Leo Ciomei, Carmelo Corona, Tonia Credendino, Angelo Di Costanzo, Virginia Di Falco, Iranna Di Meo, Mauro Erro, Giuseppe Grammauta, Loretta Liera, Luciano Lombardi alias Vigna del Mar,
Carlo Macchi, Bruno Macry, Giancarlo Maffi, Alessandro Marra, Sara Marte, Roberto Mostini, Gaspare Pellecchia, Monica Piscitelli, Alfonso Sarno, Ada Sguazzo, Claudio Simeone, Novella Talamo, Lello Tornatore, Antonello Tumbiolo, Franco Ziliani.


martedì 14 dicembre 2010

Melito, I Sapori della Tradizione. Il nuovo luogo del pane e del vino di Stefano Pagliuca: architettura della passione e ritorno alle origini


14 dicembre 2010
Stefano Pagliuca con le figlie Anna a sx e Raffaella a dx
I Sapori della Tradizione
Corso Europa 125, Melito (Na)
Aperto: tutti i giorni 7,30 – 20,00 non stop
Domenica 7,30 – 14,00
tel.339 477 7095 -081. 7117410

di Giulia Cannada Bartoli
I Pagliuca sono panificatori dalla fine del 1800, il pane arrivava anche a Napoli e ogni domenica 500 pezzi partivano per il famoso mercato di Porta Nolana “ncopp’e ‘mmura. Stefano, 45 anni e tre figlie, fa il pane da oltre trent’anni, ma è praticamente nato nel forno, da piccolo si addormentava nella madia grande. Il pane a canestrella di cui si è già tanto parlato viene impastato di sera e infornato dopo 8 ore, niente lievito, solo pasta-madre (“criscito”), legno pulito di faggio e ramo d´olivo. Stesso metodo per le famose pizze.
le mitiche pizze di Stefano Pagliuca
Stefano è come il suo pane, lievita, si trasforma, non si ferma, cresce. Ed ecco la novità: a poche centinaia di metri dalla storica panetteria di famiglia, è partito un nuovo sogno, un luogo di cultura del cibo e del vino, dei sapori primari e della convivialità delle origini. Stefano ha un’idea in testa, la logica puramente commerciale non gli interessa, il suo prodotto è genuino, naturale si vende da solo. La passione per il vino di Stefano nasce una decina di anni fa, insieme ad un gruppo di amici comincia ad apprezzare il buon bere e si rende conto che intorno a lui la cultura del vino non c’è: comincia a mettere a scaffale nel vecchio locale gestito insieme alla moglie, un po’ di bottiglie serie, comincia a funzionare, il sogno comincia a prendere forma fino a diventare realtà, anche se mancano un po’ di dettagli, Stefano e il suo amico e compagno d’avventura, l’architetto Raffaele Cimmino, non resistono. Non ce la fanno ad aspettare il 2011, l’entusiasmo trabocca, così sabato 11 dicembre, si inaugura. Il locale non è ancora finito, ma è molto accogliente, legno di faggio e di noce per scaffalature e banchi da degustazione, cotto per terra, ferro battuto per la scala. Luci calde e soffuse, led in modo da non alterare la condizione del vino. L’ambiente è concepito per conservare e degustare il vino nelle migliori condizioni, temperatura a circa 18° e 75% di umidità, idroclimatizzato con bocchette di recupero per catturare profumi, cattivi odori e aria viziata.
Stefano tra le casse di vino ancora da sistemare
L’assortimento del vino è davvero il “paese dei balocchi” per gli appassionati, non manca niente: l’Italia da nord a sud con rarità, profondità di annate e bottiglie quotidiane, poi la Francia, tutte le maisons d’eccellenza, il nuovo mondo, distillati, birre artigianali, si potrebbero passare ore tra questi scaffali. Il locale è su due piani, al piano di sotto le meraviglie del vino, con un banco degustazione ampio, fornito di macchina Enomatic e lavabicchieri con ciclo completo da 9 secondi, i bicchieri di ogni tipo sono di ottima marca. Questo bancone in legno di faggio non è concepito per la vendita, bensì, per spronare le persone a degustare e conoscere il vino, magari abbinandolo ad un pezzetto di pane o di pizza, o all’assortimento di formaggi e salumi del piano superiore.
Poliphemo di Tecce (questa foto è di Karen Phillips)
Il progetto di Stefano è culturale, un’operazione di aggregazione delle persone che amano il buon mangiare e il buon bere. La cucina professionale del piano superiore, adiacente al negozio, è spettacolare, non manca nulla, i macchinari per il pane, il forno per le pizze, l’abbattitore. Chiedo a Stefano che progetti ha per la ristorazione, mi risponde “ io? Nessuno. Questo posto deve essere un laboratorio ed un luogo di piacere: possono venire chef a cucinare, possono venire gruppi di amici che sanno cucinare e si scelgono il vino al piano di sotto pagandolo al prezzo di enoteca, possono venire cantine che hanno voglia di presentare i propri vini, è un luogo delle tradizioni, dove voglio far rinascere il gusto di cucinare i piatti semplici di una volta,’ a pasta e fasule ca ‘nnoja, “a zuppa ‘e carna cotta” ( pasta e fagioli con un salume tipico napoletano fatto con le parti meno nobili del maiale e la trippa)  e così via. Il negozio è uno scrigno di bontà: il bancone del panettiere con tutte le bontà dei Pagliuca, il pane a canestrella, anche integrale, le pizze, i deliziosi struffoli e roccoco’ opera della moglie di Stefano.
provolone del Monaco e altre leccornie
Sugli scaffali formaggi toscani e campani, salumi del Sannio, pasta di Gragnano, cioccolato, i famosi panettoni di Pepe. Non manca nulla per realizzare il sogno di Stefano e della sua famiglia: il club del saper bere e saper mangiare con gusto e, soprattutto, in amicizia e convivialità, Stefano Pagliuca è capace di volare, al suo fianco quattro eccezionali donne, moglie e tre figlie.

venerdì 10 dicembre 2010

Cucina tipica da Vittorio, fortezza contro l’omologazione da cinquant’anni nel quartiere della Napoli operaia


a dx Vittorio Correale titolare e cuoco e Antonio Ziccardi il fact totum
Cucina da Vittorio
Via Diocleziano 67, (all’incrocio con viale Cavalleggeri)
Napoli
, Tel. 0817626129
Aperto:Lun – Sab:9.00 16,00/19,00 – 23,00
Chiuso: domenica

Ferie: due settimane in agosto

Via Diocleziano si trova ai confini tra Bagnoli e Fuorigrotta, una volta quartieri distinti,  oggi entrambi parte della a decima municipalità del Comune di  Napoli. Ci troviamo in una zona a vocazione fortemente operaia e popolare. All’ angolo tra Via Diocleziano e Via Cavalleggeri d’Aosta, c’è una delle prime stazioni della metropolitana di Napoli, infatti,  nel Settembre 1925 viene inaugurato il passante ferroviario, su cui viene istituito il servizio metropolitano; nel 1927 vengono aggiunte le stazioni Bagnoli-Agnano Terme e Gianturco; Chiaia viene ribattezzata Mergellina; Fuorigrotta viene ribattezzata Campi Flegrei, nel 1929 si aggiunge la stazione Piazza Leopardi e nel 1957 viene aggiunta la stazione Cavalleggeri Aosta, grazie al notevole sviluppo urbanistico del quartiere  Fuorigrotta. Qui, al numero 67,  si trova dal 1965 la trattoria, o meglio la piccola Cucina Tipica di Vittorio Correale. Questo cognome ha origine antiche, risale almeno al X secolo nel periodo del ducato bizantino, dove “l’ordo curialum” era una corporazione di professionisti con potere certificatorio nella redazione di atti pubblici e privati.
Via Diocleziano com'era
Avrete ormai intuito a vostre spese quanto  sia attaccata alla mia città e quanto sia importante per me raccontarne la storia così diversa da quartiere a quartiere. Andare in giro per Napoli alla ricerca di questi luoghi della tradizione e della memoria significa anche ricostruirne indirettamente gli accadimenti e le evoluzioni/involuzioni.  Per questo motivo vi riporto per un attimo alla storia di Fuorigrotta che ha un’ influenza fondamentale sul futuro sviluppo socio- urbanistico della zona. A pochi passi da via Diocleziano, in direzione di Piazzale Tecchio, sorge il monumentale complesso della Mostra d’Oltremare, ideata nel 1937, dal regime fascista, come Triennale d’Oltremare per ospitare una manifestazione celebrativa dell’espansione politico- economica dell’Italia nelle colonie d’oltremare. Il progetto, in questo modo, si poneva storicamente nell’ambito del più ampio programma per il rilancio della città che Mussolini aveva enunciato sotto lo slogan “Napoli deve vivere” ed aveva articolato nei famosi 5 punti elencati ai cittadini napoletani nel 1931: “Agricoltura, Navigazione, Industria, Artigianato, Turismo”.
la Mostra d'Oltremare
Inevitabilmente, la costruzione della Mostra influenzò tutto l’ambiente urbano circostante, che, se subì la demolizione dell’antico casale agricolo di Fuorigrotta, vide però la realizzazione di un vero e proprio centro direzionale e residenziale, il cui fulcro diventava il moderno Viale Augusto, asse viario a due carreggiate separate da una larga aiuola centrale con palme e pini, strada dall’andamento leggermente ed impercettibilmente curvo, idonea a condurre fino al piazzale d’ingresso alla Mostra. Potremmo dire che la storia si ripete, già dagli anni del regime, l’Agricoltura viene sacrificata allo sviluppo urbano:). Inaugurata ufficialmente il 9 maggio 1940, dall’on. Vincenzo Tecchio, allora presidente della Mostra ed alla presenza di Vittorio Emanuele III, la I Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare terminò appena un mese dopo, a causa dell’inizio della II guerra mondiale e dei bombardamenti che la colpirono. Tale imprevisto evento determinò la totale chiusura dell’area, che fu lasciata in totale stato di abbandono anche alla fine del conflitto, a causa di motivi economici ma, anche di tipo ideologico. Nel 1940, su progetto dell’architetto Giulio De Luca, fu costruita e inaugurata la Funivia che da Capo Posillipo portava alla Mostra d’ Oltremare per un percorso di circa 1700 metri( qui il video originale dell’istituto  Luce). Il percorso durò appena un anno, fu chiuso per la guerra e riaperto solo nel 1952, per essere chiuso definitivamente nel 1961. Ancora oggi, proprio nei pressi della Cucina Tipica di Vittorio Correale,  ci sono ancora  due piloni. Le campagne che allora si potevano ammirare durante il percorso, sono oggi affollati quartieri residenziali. Una delle 2 cabine è ancora visibile nella stazione inferiore di Fuorigrotta, trasformata in un negozio di fiori, mentre la stazione superiore di Posillipo è diventata un bar panoramico.
la Funivia da Capo Posillipo alla Mostra d'Oltremare
Il quartiere di Fuorigrotta, che è anche sede di un importante mercato rionale, meta di residenti, ristoratori e turisti, deve il nome alla sua posizione “al di fuori della grotta”, in riferimento al fatto che, sin dall’epoca romana, è collegata da una o più grotte al rione di Mergellina. La prima grotta, realizzata in epoca romana, è la Crypta Neapolitana, ancora visitabile nei tratti più esterni, ma non più percorribile per motivi di sicurezza, che collega Fuorigrotta con Piedigrotta,  nei pressi della (presunta) tomba di Virgilio.
la crypta neapolitana com'era
Attualmente sono invece utilizzate la galleria Laziale ed il tunnel delle IV Giornate. Fino all’epoca fascista è stato un quartiere schiettamente agricolo, in quel periodo furono effettuati notevoli interventi urbanistici che rivoluzionarono l’assetto del quartiere. A tale epoca risale gran parte della toponomastica delle strade e dei vialoni del quartiere dedicati a personaggi dell’antica Roma, via Giulio Cesare, via Caio Duilio e Via Diocleziano. E’ soprattutto nel periodo del boom economico che l’area divenne oggetto di un notevolissimo insediamento edilizio, a scapito delle residue masserie esistenti, facendo del quartiere una delle aree più densamente popolate e  urbanisticamente più anonime della città di Napoli.
Tunnel laziale
Il quartiere deve la sua “fama” oltre alla presenza dello stadio di calcio, a ragioni storico- sociologiche ben più rilevanti: la nascita, la vita e la morte dell’Italsider, il complesso siderurgico che, pur occupando circa 8.800 persone nel periodo di massima produzione negli anni ’60, arriva alla chiusura definitiva agli inizi degli anni ’90, lasciando dietro di sé, disoccupazione, mostri di archeologia industriale dall’incerto futuro, veleni con effetti micidiali e amianto nascosto da prati artificiali.
l'Italsider funzionante fino agli anni '90
Il processo di dismissione degli impianti è mirabilmente narrato dal giornalista e scrittore Ermanno Rea nell’omonimo romanzo “La Dismissione”, dove il protagonista, è un ex operaio divenuto tecnico e incaricato dello smantellamento dell’acciaieria Ilva di Napoli, che sarà venduta ai cinesi, costituendo l’eliminazione di uno strumento economico importante per gli abitanti di Bagnoli. La dismissione dell’Ilva è metafora anche della fine di una fase della modernità caratterizzata dall’identità data dall’ideologia politica, dalla solidarietà sociale, dalla fedeltà al lavoro e alla legalità.
gli operai in lotta contro la chiusura
In breve, dopo la ristrutturazione, invece di svilupparsi nelle direzioni previste, per influenza degli interessi economici, malavitosi e politici, per debolezza dei sindacati, e non solo per crisi economica, la fabbrica venne chiusa proprio quando doveva espandersi.
Ermanno Rea - La Dismissione
Ne conseguirono livelli alti di disoccupazione e la  trasformazione da quartiere operaio “felice”, in zona di degrado, a causa delle infiltrazioni dei clan criminali, per la prima volta, il più tranquillo quartiere di Napoli vide in faccia il delitto e apprese che cosa è una vendetta,  perché,  una volta che si è permesso di chiudere la fabbrica con la sua cultura del lavoro legale, la camorra si sostituisce e crea lavoro illegale e alti guadagni, inquinando tutto il territorio. Di buono restano il Circolo Italsider- Ilva, leggendario presidio di operai dell’immensa fabbrica dove nacque, crebbe e morì la classe operaia napoletana. Cento anni dopo, lo storico gruppo – che è sopravvissuto alla dismissione vive grazie ai circa duemila soci, per lo più ex “caschi gialli” che si ritrovano davanti al mare di Nisida e la Città della Scienza, da anni fiore all’occhiello della comunità scientifica e del turismo in città, che oggi rischia la chiusura , anche qui la storia si ripete.
La Città della Scienza
Completato il quadro socio – culturale di uno dei quartieri più popolosi di Napoli, passo finalmente a raccontarvi di Vittorio Correale, cuoco  equilibrista che si districa in una cucina di un paio di metri quadri con annessa saletta in via Diocleziano. Figlio d’arte, Vittorio è innamorato della cucina da quando era ragazzino e già spentolava nella Cucina – Gastronomia dei genitori in via Nuova Pizzofalcone nelle vicinanze di Piazza del Plebiscito.
Vittorio ai fornelli
Il locale è minuscolo, lo stesso da quasi cinquant’anni. Vittorio è un “giovinotto” sempre sorridente, occhi di chi l’esperienza l’ha fatta in strada, spiritoso e discreto allo stesso tempo, sa quando deve parlare e quando no. Ha cominciato con la mescita di vino e un tavolino, oggi la saletta ha sei tavoli incastrati tra un banco salumeria e un frigo professionale, tavoli in legno e sedie impagliate, stampe in bianco e nero di Napoli com’era, immancabile la foto del Principe de Curtis, Totò.
l'ingresso della Cucina di Vittorio
I posti si occupano rapidamente, comincia un’ordinato caos, tra comande ai tavoli, ordinazioni da asporto e “marenne” (colazioni) con il cucinato. Alle mie spalle due signore “bene” mangiano con gran gusto salsicce e polpette del ragù con peperoncini verdi e melanzane a funghetto.
la saletta
Mi giro e vedo una nuvola fumante, abbasso lo sguardo: due enormi polpi appena usciti dalla pentola, sono lì a raffreddarsi prima di finire in insalata.
pronti per finire in insalata, o per i napoletani" me pari 'nu purp' allesso:)"
Due minuti dopo, Antonio, aiuto di sala e fac totum, qui da oltre vent’anni, tira fuori una pirofila di stocco, per l’esattezza “coronello” da fare in bianco con olio e olive.
Stocco in bianco con le olive
Il menù del giorno è segnato in bellavista su una deliziosa lavagna verde: pasta e fagioli, o, zuppa di fagioli, spaghetti con soffritto, gnocchi alla sorrentina, fettuccine al ragù, pasta al forno alla siciliana.
la lavagna con il menù, se qualcosa finisce si cancella
Durante la settimana si alternano le minestre con i legumi, pasta e cavoli, pasta e zucca, il ragù, la genovese, il gattò di patate. Per  i secondi la lavagna recita: stocco in bianco con le olive, alto almeno dieci cm,  baccalà fritto, calamari e alici fritte,
biondi e croccanti calamari fritti
polpo all’insalata, bistecca e salsiccia alla griglia, polpette, salsicce e tracchie del ragu’, cotoletta impanata e fritta, petto di pollo alla griglia, fegato con cipolla, caprese, prosciutto crudo e mozzarella.
il fegato con cipolla, un must per i veri napoletani
I contorni sono quelli classici della tradizione: friarielli dall’aspetto molto invitante, melanzane a funghetto, peperoncini fritti, zucchine alla scapece, broccoli, finocchi crudi olio e sale,  carote ed insalata. Ovviamente, ci tiene a specificare Vittorio, ci sono sempre le patate tagliate e fritte al momento, e nella rotazione dei contorni, compare sempre la parmigiana di melanzane.
Friarielli arraggiati soffriggono sul fuoco
La clientela mi sembra composta da habituè, molto mista, professionisti, operai, studenti, casalinghe, anziani che non hanno voglia di mangiare a casa da soli e poi i clienti fissi periodici, come una coppia di australiani che ritorna a Napoli ogni tre, quattro anni e la prima tappa è da Vittorio. Antonio prende le ordinazioni a voce, o, molto più spesso, i clienti entrano direttamente in cucina e si consigliano con Vittorio per la scelta. Tutto si svolge molto ordinatamente, quasi non sembra di essere a Napoli, non c’è chiasso, nessuno parla ad lata voce ai tavoli, eppure siamo in un quartiere popolare, sarà che tutti si adeguano al modo di fare di Vittorio “ Signori si nasce e io lo nacqui”. Antonio vola tra la cucina e i tavoli e contemporaneamente trova il tempo per incartare “le marenne” nella tradizionale carta gialla da salumiere.
" a marenna": palatoncino con salsicce alla griglia e melanzane sottolio
E’ vero, qui in un paio d’ore si ha il tempo per veder sfilare un corposo campionario di varia umanità: dalle signore”bene”, al professionista che legge il giornale, la coppia di mezz’età che discute di fatti domestici, gli amici in pensione che vengono per il gusto di chiacchierare e mangiar bene spendendo poco, il pensionato solo che siede tutti i giorni allo stesso tavolo da trent’anni, con la sua bottiglia di vino a consumo, come fosse in pensione, silenzioso, ogni tanto qualche battuta con Vittorio: “ mi vuoi portare il limoncello o no? è la terza volta che te lo dico, nun ce vengo cchiù”. Sistematicamente il giorno dopo alle 12 è già lì. La mia usuale curiosità per la provenienza delle materie prime qui è subito appagata, siamo in una zona popolare dove c’è solo l’imbarazzo della scelta tre i mercati rionali: Cavalleggeri d’Aosta, Fuorigrotta e Bagnoli. Il baccalà invece arriva direttamente dall’importatore che lo acquista in Norvegia, il pane da Frattamaggiore e la mozzarella di bufala da Casapesenna nell’agro aversano.
il baccalà norvegese
La passione per la cucina è  decisamente di famiglia, anche la sorella di Vittorio gestisce una piccola trattoria di fronte all’Ospedale Vecchio Pellegrini, nel cuore della Pignasecca, da oltre 50 anni. Il pranzo si conclude con una fresca e croccante mela annurca, la “mala orcola”. Il quid? Primo, secondo, contorno, pane e degnissimo vino della casa fatto dal fratello di Raffaele a San Giuseppe Vesuviano, 17 – 18 euro, porzioni pantagrueliche, qualità delle materie primme ottima. Per il caffè c’è il bar di fronte o, se avete tempo e anche voglia di dolce, la pasticceria San Domingo in Viale Campi Flegrei a Bagnoli. L’età di Vittorio è indefinibile, faccio due conti: credo di non andare troppo lontana dalla verità se dico che quest’esile signore dai capelli grigi e dal sorriso accennato, spentola dalla mattina alla sera senza stancarsi da circa 50 anni, il segreto? Si diverte come un pazzo. Una curiosità: “Vittorio, ma non vedo donne in questa cucina”…”Signò, ma vuie avite visto comme stamm’ ‘cca dint’? ‘Na femmena nun po’ sta ‘ccà”… e sorride ammiccante:)
le tentazioni, int' 'o stritt' :)
di Giulia Cannada Bartoli

giovedì 9 dicembre 2010

11 dicembre Cantine Astroni: ASTRO X ASTRI


Astro X Astri

UNDICI DICEMBRE DUEMILADIECI

Undici artisti x undici etichette uniche. Undici opere dedicate ad un progetto leggero e frizzante. L’arte di napoli incontra la produzione tipica delle vigne dei campi flegrei. Omaggio ad uno spumante italiano, a uno spumante campano: la falanghina. L’idea e’ stata quella di far decorare la nuova bottiglia magnum chiamata astro ad alcuni tra i piu’ interessanti artisti/designer/fotografi dlla citta’. Un progetto che unisce i lavori di Gianni Abbamondi -Marco Abbamondi-Almaroca-Maurizio Bonolis-Riccardo
Conte-Carmine dello Joio-Loredana Mariani-Schatzy Mosca-Gloria
Pastore-Alessandra Rinaldi-Marco Salerno
. Ognuno ha usato un materiale diverso. Dal tessuto alla carta fotografica, al metallo.
Le opere dilatano il solito spazio di una etichetta. Lo stile è personale.
Undici interpretazioni decise e differenti daranno corpo ad una collezione
variegata. L'unicità e la personalità allargano lo spazio:ogni artista è presente con il proprio mondo.
L' ARTE PASSERA' DI MANO IN MANO DI BOCCA IN BOCCA 
NON SOLO L' OCCHIO AVRA' LA SUA PARTE. E' QUELLO CHE  VOGLIAMO

Sabinalbano Modart gallery – vico del Vasto a Chiaia 52
INFO: 081/421716- 3488030029
sabinalbano@yahoo.it

15 dicembre TERRA MADRE DAY CON TENUTA SPADA ALL' AGRITURISMO I CAPRIOLI DI CASAGIOVE


            15 DICEMBRE TERRA MADRE DAY

La Tenuta Adolfo Spada di Galluccio (Caserta) presenta agli amici della Condotta Slow Food di Caserta guidata da Sabatino Santacroce, in occasione di Terra Madre Day, i suoi vini.
L'appuntamento è per la sera di mercoledi’ 15 prossimo (alle ore 20,30) presso l’Agriturismo “I Caprioli” sito in Casagiove (Caserta) in via Case Sparse.
Anche quest’anno, infatti, per la seconda edizione, si realizza in tutto il mondo (120 paesi) il TERRA MADRE DAY, evento organizzato dai convivium e condotte Slow-Food, per celebrare la diversita’ alimentare e proclamare il diritto a un cibo buono,pulito e giusto. Tale evento serve soprattutto per sostenere contadini, allevatori e produttori di piccola scala ed economie locali dei paesi piu’ poveri, con l’obiettivo di rafforzare la rete di TERRA MADRE e realizzare il progetto di MILLE ORTI IN AFRICA. La Condotta di Slow-Food Caserta sostiene questo progetto, destinando una quota parte del ricavato della serata, caratterizzata dalla partecipazione attiva di alcuni soci(cuochi occasionali) e ristoratori nella realizzazione del menu’, con valutazione finale e premio ad hoc, ed un brindisi per il nuovo anno.
L'azienda di Ernesto e Vincenzo Spada, che quest'anno si è aggiudicata La Bottiglia Slow Food per la qualità della sua produzione, nell’ambito di Slow Wine 2011, è Socia Slow Food e aderisce alla Condotta Slow Food Massico e Roccamonfina.
IL MENU' DEL 15 DICEMBRE 2010
Antipasti: Agriturismo “I Caprioli”
Primi Piatti: Ceci e Moscardini (Michele Amoruso); Genovese Napoletana (Eugenia D’Angelo)
Secondo Piatto: Tiella di baccala’(Hosteria “ Vintage e Cucina”di Aversa)
Dessert: “Sorpresa”(Pina e Giovanni Landi).
I vini delle Tenuta Adolfo Spada in abbinamento.
Il costo dell’iniziativa e’ di euro 25,00 per socio ed allo stesso prezzo un accompagnatore. Euro 28,00 per i non soci. Info e prenotazioni (Fiduciario Sabatino Santacroce: 0823/305970 - 0823/354063 - 3384992867.

martedì 7 dicembre 2010

"A TAVOLA CON GLI CHEF" IL NUOVO FORMAT DELLA GIORNALISTA ANTONELLA PETITTI


            


Antonella Petitti
“A tavola con gli chef”

Un ritratto della Campania gastronomica
attraverso i suoi ambasciatori

14 dicembre 2010, ore 18
Forte La Carnale – SALERNO

Si chiama “A tavola con gli chef” il nuovo progetto editoriale multimediale firmato dalla giornalista Antonella Petitti e realizzato grazie al coordinamento dell’agenzia di comunicazione Karmastudio e da Bluzz.it.
Si tratta di una “fotografia” della cucina campana ottenuta con la preziosa collaborazione di 7 chef, 1 pizzaiolo, 8 sommelier ed una degustatrice di olio di oliva. 256 pagine per 108 ricette frutto della tradizione campana ma non schiave della stessa, difatti gli chef Mario Avallone, Marco De Luca, Teresa Di Napoli, Antonella Iandolo, Giuseppe Iannotti, Rosanna Marziale, Giovanna Voria ed il pizzaiolo Cosimo Mogavero hanno raccontato la propria cucina in questo preciso “momento storico”.
Questa la squadra dei sommelier campani: per l’AIS, Roberto Adduono, Giancarlo Marena, Nevio Toti, Franco De Luca, per la FISAR, Giovanni Calò, Carlo Iacone, Alberto Giannattasio e Gerardo Perillo. Mentre ad occuparsi degli abbinamenti con l’olio extravergine di oliva è stata Irma Brizi, assaggiatrice esperta iscritta all’Albo della Regione Lazio.

Divenuto anche un libro in carta ed inchiostro, “A tavola con gli chef” nasce come applicazione per I-Phone e Smart-phone. Una risposta all’accelerazione di domanda nel settore gastronomico da parte del web e dei nuovi media, dunque un lavoro che sia a metà strada tra un progetto documentale ed una raccolta di ricette, che possa entrare nelle librerie reali e virtuali di appassionati ed intenditori.
Ricette da rifare o da scegliere per il proprio tour enogastronomico, un modo inusuale di conoscere un territorio ed i protagonisti della sua cucina.
Un forte ringraziamento và reso al Gruppo SISA ed al Pastificio Artigianale Leonessa che supporteranno l’organizzazione nella distribuzione sul territorio nazionale.
Il libro potrà essere ordinato on-line all’indirizzo www.bluzz.it/degusta, mentre l’applicazione sarà scaricabile sull’APPSTORE di Apple a partire dal giorno di Natale.

A fare da file rouge della presentazione un vivace ed informale dibattito tra gli intervenuti su: “Le cucine campane…dalle idee ai fatti – Le esperienze degli chef e degli addetti ai lavori”.
Alla presentazione prenderanno parte oltre a tutti i protagonisti:
-          lo chef Alfonso Iaccarino;
-          Alfonso Cioffi per Karmastudio;
-          Pietro Carratù per Bluzz.it;

Ad accompagnare la presentazione una degustazione di vini campani realizzata grazie alla collaborazione della FISAR Salerno e delle aziende: Azienda Agricola Galardi, Cantine Barone, Casa di Baal, Cantine Iannella, Coste di Tufo, Feudi di San Gregorio, La Molara, Le Vigne di Raito, Tenute del Fasanella e Antica Distilleria Russo.

NOTA COPERTINA
Dedicare del tempo a ciò che mangiamo è sempre più un imperativo, una necessità. Il cibo è identità, il cibo è stile di vita, ma soprattutto salute. Tutte buone ragioni per avvicinarsi ad esso e dunque alla cucina, conoscendone prodotti, ricette ed attori.
In questo primo volume della Collana DeGusta la giornalista Antonella Petitti ci conduce in Campania, in quella Terra Felix dove in tavola trionfano profumi, colori e sapori intensi. Dalla mozzarella di bufala al pesce, dalle verdure alla pasta, la cucina campana viene fotografata non attraverso le ricette “classiche” ma con quelle che vengono servite tutti i giorni nei ristoranti più amati.
Così 7 chef, un pizzaiolo, 8 sommelier ed un’assaggiatrice di olio di oliva, hanno lavorato assieme ad un libro di ricette che racconta anche delle persone, di un’opera che riflette assieme ad un maestro come Alfonso Iaccarino e che ci guida sia in cucina che alla scelta dei piatti da gustare nei vari ristoranti.
Un libro che vi accompagnerà, insomma, alla scoperta di una “fotografia” attuale della cucina campana. Conoscere significa saper discernere, poter scegliere…
“A tavola con gli chef” è come un piccolo viaggio virtuale nei territori, nelle cucine, nelle vite di chi col cibo…ci parla, ci vive, ci lavora.

NOTA SULL’AUTRICE
ANTONELLA PETITTI giornalista free-lance, scrittrice e conduttrice è impegnata da anni nei settori dell’enogastronomia, dell’agricoltura, dell’ambiente e del turismo. Laureata in Scienze della Comunicazione presso l’Università degli Studi di Salerno, si specializza sul campo in marketing territoriale e turistico e collabora all’organizzazione di manifestazioni culturali.
Dal 2004 si occupa di ideare e realizzare documentari e format televisivi settoriali, in onda su reti locali e canali di Sky, mentre diverse sono le collaborazioni con riviste ed emittenti radiofoniche.
Dal 2009 la giornalista dalla “coscienza verde” è direttore del quotidiano on-line www.rosmarinonews.it e responsabile della Comunicazione nel settore agro-alimentare per il marchio Consenso Wine.
Da sempre appassionata anche di viaggi e di poesia, ha contribuito a realizzare alcuni libri di racconti e nel 2008 ha pubblicato una raccolta di poesie e brani “Il vento…e il retro della bilancia” (Edizioni Dell’Ippogrifo).

Salerno, 4 dicembre 2010

Ufficio Stampa a cura della redazione di Rosmarinonews.it
redazione@rosmarinonews.it

Per informazioni e/o interviste:
Antonella Petitti
338.1916118
direttore@rosmarinonews.it

Per approfondimenti:
www.bluzz.it

mercoledì 24 novembre 2010

Cala il sipario su Radici Wines 2010, riflettori accesi su RADICI DEL SUD 2011: il progetto si estende a Campania, Calabria e Sicilia


Grande fermento a Radici Wines Experience
Cala il sipario sul tradizionale appuntamento enogastronomico tra gli applausi convinti dei partecipanti.
 I riflettori, ora, si accendono sul comune progetto futuro degli addetti ai lavori: Radici del Sud 2011.

Oltre 500, tra visitatori e operatori del settore, sia locali che internazionali, hanno condiviso il clima di appassionato entusiasmo che l'evento ogni anno è in grado di suscitare. Sotto l'egida della Regione Puglia, degli Assessorati al Turismo e alle Politiche Agricole nonchè dell'APT - Bari, l'Associazione ProPapilla, nella persona del suo presidente, Nicola Campanile, ha presentato le coinvolgenti iniziative in programma nella giornata che ha concluso la manifestazione.
La verticale comparativa ha registrato il tutto esaurito e ha offerto importanti spunti di confronto  circa i vini tradizionali del Sud.
Molto apprezzate le tre guide bilingui che sono state illustrate sottolineando con forza la funzione che si ripropongono di promuovere anche all'estero i territori e i sapori unici della Puglia. Assoluta novità Pizzaviaggiando, alla prima edizione, che ha premiato le eccellenze del comparto delle pizzerie: Le Vecchie Cantine di Taranto, Bella Napoli di Cerignola e Il Borbone di Gioia del Colle.
A seguire è stata la volta di Dolce Guida - Percorsi enogastronomici di Puglia e dintorni; l'ottava edizione, presentata da Vincenzo Rizzi e Nicola Campanile, ha premiato, nelle varie categorie, chef ed operatori che quest'anno si sono distinti meritando la speciale menzione: Dona Flor di Bari ("Enoteca con cucina"), Le Vecchie Cantine di Taranto ("Ricerca qualità e ospitalità"), U'Vulesce di Cerignola  (Ristorante tipico"), Galeone Cosimo del ristorante La Barca di Ciro di Pulsano (TA) (categoria"Giovane Chef dell'anno"), Ristorante Modò (Novità dell'anno) di Nardò, Taverna Bio Mediterranea Le Rune (Ristorante atipico dell'anno) di Bari e La Bul (Ristorante dell'anno) di Bari. E' apparso evidente come anno dopo anno sempre meglio, attraverso le indicazioni spassionate che riesce a offrire, la rinomata guida vada incontro alle aspettative del pubblico, anche straniero, che ricerca non solo l'originalità ma anche l'autenticità delle esperienze in questo settore.
Infine, ha avuto la sua ribalta l'impegnativa rendicontazione dell'omonimo festival che da cinque anni premia, in Giugno, i migliori vini prodotti da uve di vitigni autoctoni pugliesi, Radici Wines - Guide on Apulia Wines for experts and lovers. La guida, alla sua seconda edizione, contiene il minuzioso lavoro delle recensioni di tutti i vini in concorso nell'edizione 2010 del Festival, quest'anno redatto dall'autorevole penna di Franco Ziliani e impreziosito dall'appassionato apporto di Vincenzo Rizzi.
In occasione del convegno conclusivo condotto dal giornalista Luciano Pignataro ha preso corpo tra l'approvazione generale il progetto che estenderà a tutto il Sud il festival del vino da vitigno autoctono, Radici del Sud 2011. La ferma volontà di collaborazione tra le regioni coinvolte è stata caldamente auspicata da Elena Martuscello che, insieme a Alessia Perrucci, ha garantito per l'iniziativa un significativo contributo in termini logistici da parte dell'Associazione delle Donne del Vino che rappresentano rispettivamente a livello nazionale e regionale. Il nuovo appuntamento si avvarrà anche della pregiata collaborazione di Franco Ziliani e Luciano Pignataro.
Il presidente dell'Associazione ProPapilla, Nicola Campanile, ha voluto evidenziare la necessità, in un presumibile scenario di ridimensionamento di fondi destinati alla promozione da parte di istituzioni pubbliche e dei privati, di aggregare e coordinare al meglio le iniziative di promozione di più associazioni per non incorrere nel rischio di disperdere in isolate iniziative importanti risorse. Anche la stampa straniera, nelle persone di Kerin O'Keefe, Charles Scicolone, Gregory Dal Piaz (U.S.A.) e Marek Bienczyk (Polonia) e i buyers internazionali, invitati da Franco Ziliani a un eductour organizzato da Radici Wines, Associazione ProPapilla, ha dimostrato trasporto e consenso per l'iniziativa di questi giorni e Radici del Sud 2011.
La serata è proseguita in un piacevole momento conviviale e nel vivace confronto di tutti i partecipanti che hanno potuto godere della cena e degustare i vini vincitori di Radici 2010. I sette chef che con grande perizia hanno realizzato i piatti, Mario Ottaviano di Trabucco di Peschici(FG), Peppe Zullo di Orsara di Pugli (FG), Vito Netti del Ristorante La Strga di Palagianello (TA), Domenico Minervini (Masseria San Giovanni), Franco Rizzuti dell'Osteria Marconi di Potenza, Pietro Lecce della Tavernetta di Camiliatello Siliano (CS) e Raffaele Vitale di Casa del Nonno 13 di Mercato San Severino (SA) hanno mirabilmente reso omaggio allo spirito che anima la manifestazione e all'idea che essa intende promuovere, coniugare al futuro talento, creatività e tradizione del Sud.



giovedì 11 novembre 2010

NELLA CULLA DELLA GASTRONOMIA PARTENOPEA ARRIVA “ELOGIO CAMPANO” UN PANINO D’AUTORE OMAGGIO ALLE ECCELLENZE DEL TERRITORIO, PROTAGONISTA AGOSTINO IACOBUCCI EXECUTIVE CHEF DE LA CANTINELLA

Giorgio Rosolino storico Patron de La cantinella a napoli e Agostino Iacobucci Executive Chef
 L’autenticità dell’alta salumeria italiana e le migliori eccellenze campane insieme per un  panino d’autore davvero goloso. A firmarlo il genio e la creatività di Agostino Iacobucci, giovane executive chef dello storico ristorante “La Cantinella”.

Tutti gli appassionati lo potranno gustare dal 16 novembre al 6 dicembre, sia a pranzo
che a cena, presso il Temporary Cafè Store Piazza dei Martiri di Napoli,
insieme ad altre fantasiose proposte culinarie.
Il locale di Piazza dei Martiri è la settima tappa del tour “Momenti d’autore” by Negroni: un viaggio gastronomico nei luoghi amati dai foodies, dove il cibo è sinonimo di cultura, passione e condivisione.



Prosegue il tour di Negroni nei locali amati dai foodies italiani, un esercito di circa 5 milioni di persone appassionate del buon mangiare e del buon bere. Un viaggio che sta attraversando l’Italia del gusto -  tra ristoranti stellati, enoteche, wine bar, paninerie storiche, spazi museali e chioschi gourmet -  e che per la prima volta arriva in Campania. Tappa quasi “obbligata” in una regione in cui il gusto e la qualità dei prodotti enogastronomici è all’ordine del giorno.
Dal 16 novembre al 6 dicembre, “Momenti d’autore” approda nel cuore di Napoli, presso il  Temporary Cafè store -Piazza dei Martiri- di Piazza dei Martiri, proprio accanto allo storico Gran Caffè la Caffettiera. Luogo ideale per una pausa golosa, il Temporary Cafè store, da pochi giorni aperto al pubblico, diventa teatro di un inedito matrimonio all’insegna del gusto e dell’italianissimo concetto del “mangiare buono e veloce”, presentando tre proposte creative che abbinano i salumi Negroni e le eccellenze campane.
Il panino d’autore “Elogio Campano” dello chef Agostino Iacubucci sarà la punta di diamante dell’offerta: lo chef de “La Cantinella” celebrerà attraverso questa proposta il nuovissimo prodotto di casa Negroni, il Cotto di Culatello, in un panino che rievoca i sapori della sua terra e della sua infanzia.
Ad arricchire la proposta del Gran Caffè anche un tris di panini della casa e il tagliere di salumi Negroni.
 “ELOGIO CAMPANO” : TUTTI I SAPORI DELLA CAMPANIA IN UN PANINO
L’eccellenza dei salumi di qualità firmati Negroni insieme alla fantasia e l’arte culinaria di uno chef simbolo di Napoli: da questo incontro nasce il panino d’autore “Elogio Campano”, vero e proprio capolavoro culinario di Agostino Iacobucci, Executive Chef presso La Cantinella di Napoli. Il cotto di Culatello Negroni (dal gusto estremamente delicato e ottenuto dalla parte più pregiata della coscia del suino, la stessa da cui si ricava il Culatello di Zibello DOP) si sposa con ingredienti simbolo del territorio, come il pomodorino del piennolo del Vesuvio presidio Slow Food, la mozzarella di bufala campana DOP e il pane aromatizzato all’origano di Aurano. Ad ispirare lo chef i ricordi della sua infanzia:  “Ho preparato questo panino in memoria della mia adolescenza, quando durante la tradizionale scampagnata domenicale mia zia ci faceva trovare un panino con il pomodoro, l’origano, la mozzarella di bufala, l’olio extravergine d’oliva e il prosciutto cotto”, racconta lo chef  Iacobucci. “Il ricordo di quei profumi è per me ancora un’emozione unica, una sensazione inspiegabile che ho cercato di ricreare in questo panino, dandogli il nome di “elogio campano” proprio per rievocare quelle gite nella campagna campana”.
Il panino d’autore “Elogio Campano” sarà proposto in abbinamento ad una flute di Champagne Moet&Chandon al costo di 14 euro.








LE PROPOSTE DEL “PIAZZA DEI MARTIRI” TEMPORARY CAFE’ STORE
Ma non finisce qui. Dal 16 novembre al 6 dicembre il Temporary Caffè store di Piazza dei Martiri, locale attiguo al Gran Caffè la Caffettiera, presenterà inoltre in esclusiva tre fantasiose offerte a base di salumi. Oltre al panino d’autore dello chef Iacobucci, sarà infatti possibile provare il tagliere di salumi Negroni (salame Napoli, mortadella, prosciutto crudo di San Daniele DOP, cotto di culatello) in abbinamento a formaggi (provolone del monaco DOP, cacio ricotta del Cilento - Slow food, pecorino laticauda e toma podolica) e miele. Un connubio di sapori decisi e di grande qualità proposti al pubblico al costo di 13 euro e consigliato in abbinamento ad un calice di Pallagrello Rosso – Cantine RAO Podere Bell’Angelo. 
E per rispondere ai gusti anche dei palati più esigenti e regalare uno speciale “break gourmet” ecco anche un tris di panini dai sapori inediti e accattivanti: il Camaldoli, panino al miele di castagno con prosciutto crudo di San Daniele DOP, mela annurca arrostita, puntarelle e ricotta di bufala con un calice di Greco di Tufo - Cantine Vinosia, costo al pubblico €.12; il Chiaja, millefoglie di babà rustico con salame Napoli, formaggio pecorino a filetti, carciofi, rucola e fette di pomodoro gratinati con calice di Falerno del Massico - Villa Matilde, costo al pubblico €.11; il Marechiaro, crostone con insalata lattuga, mortadella, pesto di pistacchio, julienne di zucchine e sedano e taleggio con un calice di Lacryma Rosa – Mastroberardino, costo al pubblico €.10.  

 “MOMENTI D’AUTORE”: IL TOUR DI EVENTI PER CHI SA GUSTARSI LA VITA
Dall’inaugurazione lo scorso 15 aprile all’Open Colonna del Palazzo delle Esposizioni di Roma, il tour Momenti d’Autore ha attraversato l’Italia facendo tappa nei locali del mangiare bene, per condividere insieme al popolo dei foodies esperienze autentiche legate al cibo.  
Dalla panineria ‘Ino di Firenze all’Hotel Le Méridien di Torino. Dal Vinòforum di Roma alla panineria di Adone a Viareggio fino al celebre Orlando People di Forte dei Marmi. Ora  il viaggio nel mondo del gusto di Negroni approda a Napoli, accanto ad un locale simbolo come Il Gran Caffè la Caffettiera, il Piazza dei Martiri – Temporary Café Store (primo in Italia). “L’idea di un viaggio nelle nuove tendenze dell’Italia del gusto  - afferma Massimiliano Ceresini, responsabile comunicazione Negroni spa- nasce dal desiderio di confrontarci da vicino con i circa 5 milioni di foodies italiani - un target da noi stessi individuato e stimato attraverso una recente ricerca realizzata da GPF - andando in quei luoghi dove il cibo è sinonimo di passione e condivisione. Parliamo di ristoranti stellati, enoteche, wine bar, ma anche paninerie storiche, spazi museali e chioschi gourmet… Locali che, nella loro eterogeneità, stanno indicando nuovi modelli di condivisione del cibo all’insegna della qualità e dell’originalità, nei quali verrà ospitato un ciclo di degustazioni, incontri ed eventi con al centro i nostri salumi di punta interpretati dall’arte dei grandi chef e dove il pubblico sarà il vero protagonista.”
Per scoprire i prossimi appuntamenti del tour Negroni in giro per l’Italia è possibile collegarsi al sito www.paninodautore.it, portale interamente dedicato alla cultura del panino, luogo d’incontro per tutti gli appassionati, dove trovare informazioni utili ed interessanti, condividere idee e scoprire i migliori locali.

lunedì 8 novembre 2010

A un passo dalla partenza l'appuntamento con Radici Wines Experience 2010

Avrà luogo lunedì 22 Novembre ad Altamura presso Masseria San Giovanni l’intensa giornata conclusiva di Radici Wines Experience dedicata al cibo, al vino e ai territori del Sud.



Come nutrito epilogo Lunedì 22 Novembre riserverà anche al pubblico molte occasioni di assoluto interesse per entrare nel merito dei sapori e delle emozioni che le terre del sud offrono con tanta intensità.

Attraverso il contributo di noti giornalisti, ristoratori, opinion leader e col rinnovato e appassionato sostegno della Regione Puglia, tramite gli Assessorati alle Politiche Agricole e al Turismo, e dell’APT-Bari, l’Associazione Propapilla, introduce un’importante elemento innovativo: insieme alla Puglia saranno protagoniste la Calabria, la Campania e la Basilicata ognuna portando testimonianza delle proprie eccellenze in campo enogastronomico. Ci si aspetta che la sinergia di identità culturali diverse ma sotto la stessa egida della "veracità" e la condivisione di strategie comunitarie nell'affacciarsi oltre confine, possa avere un impatto più forte nella promozione di questi territori e nella commercializzazione dei loro prodotti.

Questi gli appuntamenti clou: I vini vincitori del Premio Radici 2010, la presentazione delle tre guide enogastronomiche di Puglia e l’anteprima del nuovo evento RADICI DEL SUD 2011.

Si parte alle 16.00 con l’omaggio al Sud: Verticale comparativa di due grandi vitigni del Sud presentata e guidata da Franco Ziliani e Luciano Pignataro; in contemporanea, Nicola Campanile, presidente della fortunata associazione Propapilla, illustrerà, insieme agli altri curatori Pizzaviaggiando - guida alle pizzerie di Puglia, alla sua prima edizione.

Alle ore 17,00 sarà la volta di Dolceguida - percorsi enogastronomici di Puglia e dintorni. Nicola Campanile e Vincenzo Rizzi, che ne sono i curatori, illustreranno i tratti innovativi dell’ottava edizione della rinomata guida bilingue che ci accompagna alla scoperta delle realtà più autentiche ed accoglienti del mondo della ristorazione pugliese. Alle ore 18,30 ci sarà la presentazione di Radici Wines - guide on Apulia wines for expert and wine lovers, ideata e curata da Nicola Campanile, quest’anno insieme a Franco Ziliani e Vincenzo Rizzi. E’ con grande interesse che si attendono gli interventi del Presidente nazionale Donne del Vino Elena Martusciello, dell'assessore regionale pugliese alla Politiche Agricole Dario Stefàno, di Luciano Pignataro, Franco Ziliani e di giornalisti del calibro di Kerin O’Keefe, Charles Scicolone e Gregory Dal Piaz (Usa), Marek Bienczyk (Polonia) e di tutto il gruppo dei wine buyers stranieri per la presentazione del nuovo festival dei vitigni autoctoni Radici del Sud – il concorso degli autoctoni esteso all’intero Sud della penisola. Progetto ambizioso ma fortemente condiviso e partecipato da numerosi e autorevoli partners istituzionali e pronti a scommettere sul successo dell’iniziativa.

Dalle 20,00 si darà inizio all'assaggio dei 35 vini pugliesi da vitigno autoctono che dei 178 in concorso sono risultati vincitori a Radici 2010 e al ricco evento finale, a cura di sette prestigiosi chef di Puglia, Calabria, Campania e Basilicata: Mario Ottaviano, Trabucco di Peschici (Fg), Peppe Zullo Orsara di Puglia (Fg), Vito Netti Ristorante La Strega di Palagianello (Ta), Domenico Minervini Masseria San Giovanni, Franco Rizzuti Osteria Marconi di Potenza,  Pietro Lecce Tavernetta di Camiliatello Silano (Cs) e Raffaele Vitale Casa del Nonno 13 di Mercato San Severino (Sa). Ciascuno di loro realizzerà, nei suggestivi saloni di Masseria San Giovanni www.iluoghidipitti.it,  dove infatti saranno allestite sette aree ristorante, una portata a base di uno tra i prodotti più rappresentativi del territorio di pertinenza servita in abbinamento con quello che più si addice dei 35 vini premiati. I prodotti, inoltre, saranno esposti al pubblico in un’area apposita in modo da poterne raccontare le caratteristiche e i riferimenti alla loro terra d’origine. "Una Puglia - spiega Nicola Campanile - con tanta voglia di cooperare insieme ad altri territori che come lei racchiudono e intendono conservare preziosi patrimoni materiali e culturali, per una affermazione ancora più incisiva del brand "SUD".

Info: 346.4076012 www.ivinidiradici.com info@ivinidiradici.com

Nicola Campanile


Nicola Campanile                                                                                                                                                                                                                      
Radici Wines
Via De Ferraris 5
70124 - Bari
Tel: +39 080 5617836
Fax: +39 080 5617836
Cell: +39 346 4076012

Merano Wine Festival 2010. Fausto Arrighi, Messieur Michelin all’Arena Gourmet con Francesco Sposito


7 novembre 2010
anteprima a sorpresa , Fausto Arrighi all'Arena Gourmet con Francesco Sposìto intervistato da Enzo Ercolino
La giornata uggiosa oggi a Merano non ha influenzato l’ andamento della tre giorni più “in” dell’anno. Da stamattina in Arena Gourmet si aspettava l’inizio della perfomance di Francesco Sposìto, il ventisettenne chef stellato di Taverna Estìa a Brusciano all’ombra del Vesuvio.  Prenotazioni a go go e overbooking. Sul palco la scrittrice, cuoca e giornalista Sara Papa e Francesco Sposìto, timido, “scontroso” executive chef che dal 2005 ha preso le redini del ristorante di famiglia dopo due importanti fasi formative, Igles Corelli e Alain Passard.

Fausto Arrighi degusta il piatto di Francesco Sposìto
Francesco  racconta il suo modo d’intendere la cucina, la crescita e il passaggio dalla tradizione pura alla reinterpretazione degli ingredienti e prodotti del territorio, senza per nulla intaccare sapori e concetti della cucina campana. La perfomance, già molto attesa, si anima di colpo, quando in sala arriva un bisbiglio e poi un annuncio ufficiale: “arriva Fausto Arrighi” , l’Uomo Michelin che fa tremare e palpitare tutti gli chef in Italia.
Chiamato sul palco, sorride e dice ”esco dall’anonimato” e annuncia la prima presentazione della guida a Milano, per poi proseguire entro la fine dell’anno,  con una presentazione – kermesse di beneficenza, “ la serata delle stelle”,  in collaborazione con Merano Wine Festival, durante l’alta stagione pre – natalizia. Arrighi cerca poi di ritirarsi, tentando, senza risultato, di sottrarsi a telecamere ed obiettivi. Lo “catturiamo” al tavolo con Enzo Ercolino che assaggia il “naturalismo di Parmigiana” di Francesco Sposìto, abbinato al Bianco di Bellona, Coda di Volpe Irpinia Doc 2009 della Tenuta Cavalier Pepe.
Naturalismo di Parmigiana live di Francesco Sposìto Taverna Estìa
Intanto sul palco, Francesco spiega il piatto: “arriva dalla mia memoria della cucina di casa, la parmigiana di melanzane cotta nel camino che mia madre ancora prepara e che io adoro”. I prodotti utilizzati sono gli stessi: melanzana violetta napoletana, pomodori datterini del Vesuvio, parmigiano, basilico, olio extravergine, provola. L’idea è geniale, si aboliscono le stratificazioni tradizionali, lasciando intatto il concetto dell’abbondanza, la marcia in più e l’intensità dei sapori sono opera del fantastico terreno vulcanico. La melanzana resta intera, viene privata della buccia che viene messa da parte per essere riutilizzata, viene poi infornata a 160° e affumicata per restituire alla memoria l’odore del camino. Semplice salsa di pomodoro cotta (lasciata a pippiare) a lungo, in infusione, compresa la parte verde dei grappoli, è proprio quella infatti, a conferire l’intenso profumo ai   i pomodori che,  vengono poi spellati. La buccia si conserva per essere disidratata e utilizzata a fine piatto.  La farcia è a base di abbondante parmigiano Reggiano. Una volta uscita dal forno la melanzana viene panata con la buccia del pomodoro disidratata, guarnita con il datterino intero, emulsione di olio e basilico, granella biscottata di parmigiano a ricordare la croccantezza delllo strato superiore della parmigiana classica al forno. Il piatto viene finito con una quenelle di mousse di provola addensata con crema di latte e riso stracotto per conferire l’amido necessario senza alterare il colore della provola. L’abbinamento con il vino, studiato in anticipo da Mario Sposìto Maitre Sommelier di Taverna Estìa, è ben riuscito: le sensazioni gusto olfattive di piatto e vino sono in perfetto equilibrio, la struttura del piatto corrisponde a quella del vino, la tendenza dolce del pomodoro datterino alla freschezza del vino, l’amarognolo della melanzana e l’aromaticità del basilico  a quella della Coda di Volpe.
la panuria di pomodoro
backstage, Mario Sposìto guida le preparazioni
L’obiettivo è raggiunto: stupire per la  modernità e la descrizione pittorica del piatto colpendo allo stesso tempo la memoria del gusto, aiutati dalla persistenza di un grande vitigno autoctono della Campania, la Coda di Volpe.
Dalla nostra inviata a Merano Giulia Cannada Bartoli