mercoledì 25 novembre 2009

PASSAGGIO A SLOW FOOD , LE RIFLESSIONI DI LUCIANO PIGNATARO

Roberto Burdese Presidente Nazionale Slow Food

Il Presidente Slow Food Campania, Nino Pascale

Anzitutto il comunicato ufficiale diffuso stamane
e poi due brevi riflessioni


LUCIANO PIGNATARO NOMINATO RESPONSABILE VINO PER SLOW FOOD CAMPANIA



L'incarico è stato conferito dal Coordinamento regionaleUna squadra che si rinnova. E che, puntando sempre in alto, ingaggia sempre persone esperte e, per questo, in grado di incrementare sia la crescita sia l'affidabilità. E' il caso di Slow Food Campania che, su proposta del Presidente Gaetano Pascale, ha nominato Luciano Pignataro responsabile regionale vino e coordinatore della Guida per la Campania, Basilicata e Calabria di Slow Food Editore."L'ingresso di Luciano Pignataro nella squadra di Slow Food Campania - ha commentato Gaetano Pascale - è frutto di un percorso che ci ha portati a condividere sempre più spesso visioni e idee sulle principali problematiche legate alla vitivinicoltura e che va oltre lo spessore e la professionalità con cui da anni si cimenta nel mondo del vino"."Sono convinto - ha aggiunto - che ciò contribuirà ad elevare il livello del confronto all'interno dell'associazione e, nello stesso tempo, a dare delle risposte più efficaci ai produttori in chiave di qualità delle produzioni e di sostenibilità ambientale. Pertanto l'associazione regionale garantirà autonomia e supporto organizzativo a Luciano e a tutto lo staff che che lavorerà ai progetti sul vino che Slow Food metterà in campo prossimamente, a partire dalla nuova Guida dei vini."Luciano Pignataro, laureato in Filosofia e giornalista professionista, dal 1988 lavora al Mattino. Dal 1994 ha iniziato a curare la rubrica di enogastronomia diventata un punto di riferimento della crescita campana e meridionale e che, negli anni, lo ha portato a scrivere diverse guide, libri di grande successo e a varare eventi culturali di spessore. L'ultima opera in ordine cronologico è "101 vini da non perdere", dal 12 novembre scorso nelle librerie. Inoltre, dal 2004 cura il più seguito sito specializzato del Sud (http://www.lucianopignataro.it/), rivolto ad appassionati e cultori ed oggi indispensabile per orientarsi, capire e valutare.La sua instancabile opera di divulgatore è stata riconosciuta con il Premio Luigi Veronelli 2008.

ufficio stampa: Slow Food Campania

Sandro Tacinellimob. 339 2073143
le riflessioni
Per molti non si tratta di una novità, almeno per i frequentatori della rete vista l'anticipazione di Franco Ziliani poi ripresa da Antonio Tomacelli. Ma per chi mi conosce è ancora meno, un matrimonio, un bacio, a lungo rinviato perché impegnativo.Ed è questo il piano di lavoro su cui si dovrà scrivere un nuovo capitolo. Complice la crisi, la stanchezza che sempre segue i momenti di euforia, l'Italia si riscopre all'inizio di un circolo vichiano, quasi una ripartenza. E il ragionamento deve poggiare necessariamente sull'ambiente, sull'agricoltura perché non vi può essere verità commerciale senza autenticazione rurale, le scorciatoie delle favolette inventate di cui si riempivano platinate brochure ora servono a poco, il valore di una bottiglia si misura solo con la sua capacità di essere fino in fondo un progetto di vita di chi la pensa. Non è un discorso etico, ma pratico, ché altro modo di salvare la viticoltura nel nostro paese, soprattutto dopo un anno dove le uve sono arrivate a 10 centesimi in Puglia, non riesco proprio a vederlo.C'è un momento per tutte le cose, non significa però passare dal torto alla ragione, quel mondo di lustrini è pur servito a qualcosa, persino gli annunci di vip che sbarcavano con l'elicottero a Montalcino e di ritrovamenti di radici sicule, oggi fanno ridere come Mussolini con le mani ai fianchi a Piazza Venezia, hanno avuto una loro ragione storica.Con Slow Food il rapporto è lungo, lunghissimo. Iniziò una fredda mattina di gennaio 1988 a Marina di Pisciotta con un pranzo a base di alici in trattoria insieme a Vito Puglia, uno dei fondatori Arcigola. Nel corso degli anni ho sempre seguito le attività con passione e ho aspettato con pazienza che certi nubi passassero, ho fatto parte della giuria del Premio Internazionale per molte edizioni e stavo a Positano quando Carlo Petrini lanciò l'idea dei presìdi nel 1998 passando dalla semplice buona tavola alla necessità di salvaguardare i prodotti. Ed ero a Riva del Garda quando Carlo fece la sua prima apparizione in pubblico dopo il difficile periodo di malattia.In questi anni si sono ramificate in Italia molte altre organizzazioni, ma nessuna con la visione d'inseme di Slow Food che pone al centro della sua azione un modo diverso di realizzare il reddito agricolo nell'era della globalizzazione ove tutto si pialla e tutto muore senza lasciare traccia. Per semplificare, tutte sono ferme alla promozione commerciale, Slow punta al problema del sapere e della produzione, temi desueti ma assolutamente consuetudinari per la mia generazione perché è qui che si pone il problema del potere reale di cambiare le cose. Il resto è solo scalata politica e professionale dell'individuo.
Come ho già avuto modo di
scrivere, il nodo fondamentale e discriminatorio per il futuro è la questione dell'uso della risorsa ambientale. La visione di destra è predatoria, pastorale: tutto va usato subito, poi si vedrà. Quella di sinistra è razionale, agricola, programmatoria. Per questo spesso la sinistra appare conservatrice e la destra innovativa. La confusione di questi anni è che siamo ormai alla quarta generazione di leader della sinistra che pensa al consenso del centro facendo la destra. Sicché oggi è difficile fare distinzioni se guardiamo al circo delle forze politiche sparse nei noiosi e rissosi salottini tv pagati da tutti noi. Senza farla lunga, è il momento di ritrovarsi sulle cose pratiche, come il Parco del Cilento che non ha un piano abbattimenti di abusi, le navi dei veleni nel mare di Calabria, eccettera. Questa è la vera scena dello scontro.
Da questo bisogno nasce la necessità di relazionarsi ad una
rete collettiva collaudata e lo spunto è sicuramente offerto dalla nuova guida dei vini che sarà assolutamente nuova rispetto al passato.Ma, come si evince dal comunicato, non sarà solo questo. Questo nuovo modo di difendere la biodiversità nel settore vitivinicolo e sostenere chi ne fa una ragione di vita sarà molto selettivo ma al tempo stesso non escluderà nessuno apriori, ne persone e né associazioni, così come non ci sarà alcuna discriminazione tra famoso e sconosciuto, grande e piccolo: questo deve essere ben chiaro. Noi visiteremo tutte le aziende, lo faremo con tecnici di terra e di cantina, non basterà saper tenere bene le relazioni per entrare nel circuito virtuoso. La credibilità del progetto di lavoro dipende da questo, dalla nostra autonomia. Abbiamo una grande voglia di riaprire un ragionamento collettivo ed è per questo che convocheremo l'assemblea dei produttori campani all'inizio del nuovo anno per presentare la nuova guida e tutte le altre iniziative legate al vino.
Voglio chiudere questa inconsueta parentesi autobiografica ringraziando Slow Food per la determinazione con cui ha posto la questione del mio passaggio e per le belle parole spese da Giancarlo Gariglio e da Nino Pascale.
Di solito quando si lascia qualcuno o qualcosa si cede al bisogno autogiustificativo e liberatorio di colpevolizzare il passato. Io non posso farlo, approfitto invece per ringraziare di cuore i curatori della Guida Vini Buoni d'Italia del Touring, cugini tra l'altro della nuova pubblicazione di Slow, per come ho potuto lavorare in questi tre anni: Mario Busso e Luigi Cremona, con i quali resta un rapporto profondo di amicizia, mi hanno dato sempre la possibilità di esprimermi in modo sereno e tranquillo. Il gruppo di lavoro Touring è fatto da grandi professionisti e molti amici con i quali avremo modo di incrociarci in continuazione. A loro tutti auguro il meglio per il futuro.
La colonna sonora di questa storia è
La Cura di Battiato. Quando la sento io penso sempre al mio Sud, non, scontato, a una donna. Basta ascoltare le parole:-)

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