Da domani, 11 luglio, ritorna la
“Festa del Carmine”, la più antica ed importante festa popolare di Napoli, che
rivive il suo rito secolare nei giorni dall’11 al 16 di Luglio, tra la storica
Piazza Mercato e la suggestiva Piazza del Carmine, attirando migliaia di fedeli
e turisti da tutta la Campania per celebrare l’amatissima “Mamma del Carmine”.
Quest’anno, la Basilica Santuario del Carmine Maggiore, in collaborazione con
il Centro Commerciale Naturale delle Antiche Botteghe di Piazza Mercato e
l’Associazione Culturale NarteA, presenta una nuova edizione in cui l’aspetto
devozionale e religioso, punto essenziale di tutti i festeggiamenti, rinnova il
suo storico legame con la cultura popolare partenopea e con tematiche socio-ambientali.
Una
rassegna di eventi culturali, teatrali, musicali e artistici assemblano un
ricco calendario di appuntamenti in programma a partire da venerdì 11 luglio:
ad aprire la “Festa del Carmine”, venerdì_sera alle ore 20:30, l’Associazione
Culturale NarteA propone un’affascinante visita guidata teatralizzata dal
titolo “Gli echi della rivolta” che, ricordando proprio la sera “storica”
dell’11 luglio in cui Masaniello si recò in visita al vicerè spagnolo Duca
D’Arcos, condurrà i visitatori nel luglio del 1647, quando il popolo napoletano
fu messo in “ginocchio” dal governo spagnolo che decise di aumentare le gabelle
sulla frutta per l’ennesima volta. Il popolo preso ormai per il collo e guidato
dal noto pescivendolo, si ribellò. In una settimana Napoli cambiò volto e tutti
coloro che erano stati “pecora”, in pochi giorni si trasformarono in “lupo”.
Anche se il
potere del denaro riportò tutto alle condizioni originarie, il nome di colui
che mosse la rivolta risuona ancora oggi come fosse un mito. Un rumore di fondo
riecheggia sempre nella città partenopea, proprio in quel luogo dove pulsa
ancora il cuore dei napoletani e si possono sentire “Gli echi della rivolta”.
Ponendo l’accento sugli aspetti sociali, politici e storici che funsero da
cornice agli avvenimenti dell’epoca, attraverso la guida autorizzata della
Regione Campania Alessia Zorzenon e l’interpretazione degli attori
professionisti Antimo Casertano, Raffaele Ausiello e Serena Pisa, si
ripercorrerà anche la storia delle persone che gravitarono attorno alla
carismatica, ma discussa, figura di Tommaso Aniello di Amalfi. Per partecipare,
la quota di adesione è di € 12,00 a persona, la prenotazione è obbligatoria ai
numeri 339.7020849 o 334.6227785.
In chiusura della festa, prima dello
spettacolo pirotecnico dell’Incendio del Campanile, l’Associazione Culturale
NarteA propone un percorso musicale dal titolo “Madonna de lu Carmine”: in
scena martedì 15 luglio 2014, alle ore 20:30 nella splendida
cornice della Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato, aperta
eccezionalmente per l’occasione. L’evento musicale anticipa
il grande momento dell’antico Incendio del Campanile, emozionante versione
pirotecnica del vero storico incendio. In modo da coniugare arte, cultura,
storia e musica, avendo come scenario naturale la suggestiva chiesa di piazza
Mercato, NarteA propone un viaggio nella storia attraverso note e parole degli
interventi musicali. Un itinerario musicale emozionante trasporterà il pubblico
indietro nel tempo: il Maestro Marco D’Acunzo, arrangiamenti
e chitarra, e Catello Tucci, violoncello, accompagneranno le
incantevoli voci di Marianita Carfora e Serena Pisa. Una serata che vuole rendere omaggio anche
alla Madonna Bruna, molto spesso
invocata dal popolo partenopeo come nei momenti della rivolta di Masaniello. Per partecipare,
la quota di partecipazione è di € 12,00 a persona, in seguito
a prenotazione obbligatoria ai
numeri 339.7020849 o 334. 6227785. FONTE WWW.INSORGENZA.IT
L’incendio
del Campanile (di Giulia Cannada Bartoli)
Ogni
anno, il 15 luglio, in occasione dei festeggiamenti in onore della Beata
Vergine Maria del Monte Carmelo, ha luogo il tradizionale simulacro di incendio del campanile. Quando sia iniziata
questa tradizione non è conosciuto, ma sappiamo che già ai tempi di Masaniello, c'era l'usanza di fingere
un attacco ad un fortino in legno costruito in piazza del Mercato per poi chiudere la rappresentazione
con l'incendio dello stesso. Masaniello, era uno dei capi dei lazzari che assalivano il fortino, e
la sua rivolta iniziò proprio durante i preparativi della festa del Carmine.
Durante il regno dei Borbone, i
sovrani di Napoli omaggiavano la Vergine, regalando ogni anno due barili di
polvere pirica per gli spettacoli esterni. Nel secolo scorso, la festa
richiamava folle da ogni parte della città e della provincia, caratteristiche
erano le bancarelle dei venditori di impepate di cozze, di cocomeri, e soprattutto la
tradizione casalinga del tarallo e della birra al balcone di casa propria
mentre si ascoltavano le canzoni radiodiffuse per le vie del quartiere.
Alle
ore 22.00 del 15 luglio si spengono le luci della piazza, e ha inizio lo
spettacolo: girandole colorate richiamano l'attenzione dei presenti, poi dei
bengala colorati con la scritta Napoli
devota alla Madonna Bruna ricordano
allo spettatore che quello spettacolo appartiene al popolo, e così, ha inizio
l'incendio del Campanile.
Un razzo chiamato dai tecnici 'o sorece(il
topo) parte dall'attiguo terrazzo per colpire il piano delle campane e in un
turbinio di esplosioni ha inizio l'incendio: delle piogge colorate rivestono
l'intera mole del Campanile e illuminano a giorno la piazza, poi tra sbuffi di
fuoco e scoppi si accende la croce in cima al campanile (posta a 75 metri di
altezza da abili tecnici e con non pochi pericoli) e così, mentre infuria l'incendio,
una stella luminosa va a prendere l'immagine della Madonna, che, salendo verso il
campanile, doma e spegne le fiamme.
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