LEGNAME CALABRESE: LA BIOMASSA NON PUO’
ESSERE L’UNICA SOLUZIONE
La possibilità
di realizzare impianti di piccole dimensioni di proprietà di agricoltori e
imprese boschive potrebbe essere una soluzione per migliorare la remunerazione
del cippato.
Tuttavia certificare il patrimonio forestale calabrese per
valorizzarne la qualità e inserire la regione tra i grandi attori del mercato
del legname è un passo fondamentale per la filiera, che su questi temi si è
confrontata con autorità ed esperti nell’incontro informativo organizzato dal
Pif Selva Brutia con Edizioni L’Informatore Agrario in collaborazione con il
Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione Calabria e l’Unione
Europea.
La Calabria è ricca
di risorse agroforestali destinate alla produzione di biomassa ma, per
ritagliarsi nuove opportunità di reddito, occorre spingere sulla certificazione
del legname. È emerso lo scorso 24 ottobre nella giornata informativa
“Produzione di energia: opportunità di reddito dalla filiera foresta-legno”,
organizzata dal Pif Selva Brutia con Edizioni L’Informatore Agrario in collaborazione
con il Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione della Regione Calabria
e l’Unione Europea all’Hotel Biafora di San Giovanni in Fiore (CS).
In una sala
gremita di operatori del settore forestale, che da anni producono cippato da
dedicare alle energie rinnovabili, esperti e istituzioni si sono confrontati sulle
tecnologie, sulle incentivazioni e sulle nuove opportunità per un comparto che
oggi vede scarsamente remunerata la propria materia prima. È stato inoltre
messo in evidenza come in Calabria vi sono pochi impianti di grandi dimensioni che
governano il mercato del cippato mantenendo ovviamente i prezzi piuttosto
bassi: “Attraverso un confronto aperto
con la filiera si sono riscontrate possibilità interessanti di realizzare piccoli
impianti di proprietà che garantiscono una maggiore remunerazione della
biomassa” spiega Antonio Boschetti,
direttore de L’Informatore Agrario.
“Il problema è che buona parte del cippato utile per trarne
energia viene realizzato con tondame, cioè con tronchi della Sila che vengono
tagliati ad hoc e che non vengono certificati. La mancanza di certificazione
preclude alla Calabria di vendere direttamente tondame su mercati più remunerativi
e obbliga i produttori a farne cippato per impianti a biomassa, ottenendo
scarsi ricavi”. Il legname della Sila viene quindi qualitativamente
sottoutilizzato e destinato per il 55% a biomassa e per il 20% a legna da
ardere. Urge la necessità di certificare il patrimonio forestale, come è stato
sottolineato anche da Leonardo De Marco,
presidente del Pif Selva Brutia.
Il
programma del convegno. La giornata, introdotta da Antonio Boschetti, direttore de L’Informatore
Agrario, ha previsto interventi di Michele
Trematerra, Assessore Regionale all’Agricoltura della Regione Calabria, Giuseppe Zimbalatti, Direttore generale
del Dipartimento Agricoltura, Foreste e Forestazione, e Leonardo de Marco, responsabile Pif Selva Brutia.
·
Ore
11 – Le potenzialità delle biomasse
legnose in Calabria
Giuseppe Oliva, Dirigente Settore 5
Dipartimento Agricoltura Foreste e Forestazione della Regione Calabria
·
Ore
11.30 – La trasformazione del legno in
calore: tecnologie e incentivi
Giulio Zanetti, Associazione Italiana Energie
Agroforestali (Aiel)
·
Ore
12 – La gassificazione per produrre
energia dalla biomassa solida
Daniele Dall’Antonia, Dipartimento
Scienze Agrarie e Ambientali, Università di Udine
Per informazioni la stampa può
contattare:
Monica Sommacampagna – cel. 335.6244116 – monica@sommacampagna.com
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