martedì 20 ottobre 2009

KATA' 2006 CATALANESCA IGT POMPEIANO CANTINE OLIVELLA, OVVERO LA LONGEVITA' DEI BIANCHI CAMPANI

La Sommelier Liliana Pagano, Segretaria Ais Comuni Vesuviani ci ha accompagnati nel percorso di degustazione

Le 3 generazione di Cantine Olivella, Ciro Giordano, Domenico Ceriello, Andrea Cozzolino e le giovani leve , i figli di Andrea


e' lei la protagonista, la Catalanesca

Katà Catalanesca 2006 Pompeiano igt

CANTINE OLIVELLA

Uva: catalanesca
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione:acciaio


Catalanesca: “l’uva nostra” dicono con orgoglio a Cantine Olivella alle pendici del Monte Somma. Si, qui la catalanesca è arrivata con Alfonso I D’Aragona, e messa a dimora verso il 1450. Il nome dell’azienda deriva dalla vicina fonte dove fu rinvenuto un frammento di orcio vinario divenuto poi il logo di Cantine Olivella. Nel 2004, anno della prima vendemmia, ad Andrea Cozzolino e sua moglie Angela, inizialmente unici proprietari dei vigneti situati a pochi passi dalla lapide dedicata al musicista Donizetti, che amava soggiornare in questa zona per trarre ispirazione per i propri sonetti, si è affiancato Domenico Ceriello perito agroalimentare con la passione per il vino. Nasce così il progetto catalanesca, l’obiettivo è ambizioso: restituire dignità ad un’uva classificata da mensa, esaltandone le qualità organolettiche da sempre conosciute dai contadini della zona. Da pochi mesi è arrivato in azienda un terzo socio, una ventata di passione ed entusiasmo, il giovane Ciro Giordano, nipote di Andrea.
Da sinistra, Ciro Giordano, Andrea Cozzolino e Domenico Ciriello con i due figli di Andrea. La catalanesca è un’uva semplice, profumata e prolifica, non ha bisogno di eccessivi interventi tecnologici in cantina per dare il meglio di sé. Andrea, Angela e Domenico, grazie anche all’esperienza in vigna del papà di Andrea e dell’enologo vesuviano Antonio Pesce, hanno trovato il giusto equilibrio tra modernità e tradizione. L’azienda è saldamente legata al territorio e ai valori dell’Agricoltura e della Terra, questi ragazzi hanno compreso chiaramente il valore della specializzazione della produzione e dell’importanza della comunicazione. Dopo neanche un’anno dalla prima vendemmia hanno deciso di puntare tutto sulla catalanesca, lasciando al Lacryma Christi Bianco e Nero, che pure producono in maniera pregevole, il compito di fare da testa di ponte per un lancio mirato e significativo della catalanesca sul mercato italiano e internazionale.
L’azienda produce circa 25.000 bottiglie, il 50% di catalanesca in purezza. Ho assaggiato tutte le annate di Katà dal 2005 alla 2008, quest’ultima in occasione della vendemmia del 17 ottobre, organizzata in collaborazione con Ais Comuni Vesuviani e Ais Napoli. Pur avendo apprezzato le caratteristiche varietali della 2008, illustrate con emozione dalla neo sommelier Liliana Pagano, in rappresentanza dell’Ais Comuni Vesuviani, mi è tornata prepotentemente alla memoria l’annata 2006. Ho chiesto di assaggiarla, la 2008 la conservo, ne parliamo tra un annetto. Mi allontano dalla folla festante per degustare con calma: il giallo paglierino con forti riflessi dorati tipico del vitigno, si è trasformato in un giallo decisamente dorato, intenso e brillante. Il floreale e il fruttato di ginestra e albicocca si sono un po’ affievoliti per cedere il passo a note minerali e piacevolmente ossidate, ben marcate e fuse in una fresca trama acida che ha sostenuto il vino nel tempo, la prova che i vitigni a bacca bianca della Campania: Fiano, Greco, Falanghina, Coda di Volpe e anche Catalanesca, devono aspettare il loro tempo in bottiglia per essere aperti al momento giusto. Sta a noi comunicatori del vino cercare di capovolgere la logica pressante del mercato e di tanta ristorazione che già a gennaio vorrebbe le nuove annate. Il finale di bocca lungo, avvolgente e sapido si presta ad abbinamenti di territorio: il capretto di Sant’Anastasia con le patate, lo stocco in bianco con le olive, le bruschette con i funghi della zona, o la frittella di gamberi in pastella di alghe con tortino di scarole e acqua pazza del Poeta Vesuviano Carmine Mazza. Notevole il rapporto prezzo-qualità: fatene scorta e dimenticate qualche bottiglia in cantina da aprire tra qualche anno. Sarà sicuramente una piacevole sorpresa.

Questa scheda è di Giulia Cannada Bartoli
Cantine Olivella, via Zazzera n.14, Sant’Anastasia (NA), tel./fax 081-5311388, http://www.cantineolivella.com/, bottiglie prodotte: 25.000.Enologo: Antonio Pesce vitigni: catalanesca, caprettone, aglianico, piedirosso.

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