CORBEZZOLO
C’era una volta ….il corbezzolo. ...
Quante piante, quanti frutti ricchi di profumi e pieni di storia, aneddoti, racconti e sapori stiamo perdendo. Ancora più grave è la perdita in memoria di questi frutti “minori”.
In autunno i cespugli del sempreverde corbezzolo, carichi di bianchi fiori e di frutti rossi, spiccano nei boschi del nostro sud. I suoi frutti sono tondeggianti, piccoli, con la buccia rugosa e la polpa morbida e giallognola, ricca di semini. Ci ricorda i frutti colorati che ricorrono spesso nelle favole, che usano e nutrono elfi, maghe, streghe e fatine per i loro intrugli benefici e malefici,
Tra storia e leggenda si racconta che il corbezzolo ha ispirato i colori della bandiera italiana. Nessuno o pochi conoscono l’alto valore simbolico di questo splendido frutto ormai quasi estinto. Il bianco dei suoi fiori, il rosso dei suoi frutti ed il verde intenso delle sue foglie, in epoca risorgimentale divenne un simbolo patriottico, adottato dai nascenti nuovi italiani perchè proponeva i tre colori della bandiera che li guidava, diventando simbolo della lotta di indipendenza. Forte probabilmente anche dei significati arcaici che gli venivano assegnati, il corbezzolo fu destinato a diventare il simbolo del Risorgimento Italiano. Gli antichi lo associavano alla dea Carna, protettrice del benessere fisico, rappresentata con un rametto di corbezzolo tra le mani con cui la dea scacciava gli spiriti maligni. Virgilio nelle Georgiche indica questa pianta semplicemente col nome “arbustus” , arbusto. Mentre Plinio il Vecchio li magnificava ma con qualche accortezza, ne raccomandava "unum tantum edo", vale a dire "uno e basta", i romani consigliavano moderazione nel consumo delle corbezzole. Il nome latino della pianta è Arbutus unedo, da unum edo, ne mangio uno, non di più. In realtà questa cautela è anche eccessiva, ma è vero che ad alcuni individui basta una minima quantità per soffrire di gravi disturbi gastrointestinali ed ebbrezza, infatti quando sono maturi i frutti contengono una discreta quantità d'alcol. I frutti si raccolgono quando sono belli rossi e morbidi al tatto. Hanno sapore dolce e acidulo e si prestano alla preparazione di marmellate e bevande, oltre che alla conservazione sotto spirito. Si usano per fare un liquore e ci regala anche un miele pregiato, ricavato dal nettare dei suoi fiori. Di odore penetrante, pungente e amaro, il miele ha sapore amarognolo, più o meno acido, colore ambrato se liquido e nocciola se cristallizzato. Si sposa con carni e formaggi e usato anche per la preparazione di infusi alcolici. I corbezzoli si consumano al naturale, in svariati modi assieme a zucchero e limone. Si possono preparare conserve, gelatine, sciroppi, canditi, bevande fermentate, acquavite, vino, composte di frutta. Si puo fare la marmellata a seguito di breve bollitura dei frutti, che poi vanno attentamente setacciati per eliminare dalla polpa i semini, quindi si unisce zucchero in quantità poco più superiore alla metà del peso della frutta, e si raddensa sul fuoco. La marmellata si può arricchire con qualche frutto intero bollito. I corbezzoli si conservano sotto spirito come si fa per le ciliegie, secondo la tradizione si lasciano macerare i frutti in acqua, poi vengono distillati, ottenendo una particolarissima acquavite, alla quale vengono attribuiti proprietà "energetici ed euforizzanti". Per tradizione i frutti si conservano all'ombra, in sacchetti di carta o di tela, in luoghi asciutti e ventilati. Il corbezzolo compare anche nello stemma della città di Madrid.
C’era una volta ….il corbezzolo. ...
Quante piante, quanti frutti ricchi di profumi e pieni di storia, aneddoti, racconti e sapori stiamo perdendo. Ancora più grave è la perdita in memoria di questi frutti “minori”.
In autunno i cespugli del sempreverde corbezzolo, carichi di bianchi fiori e di frutti rossi, spiccano nei boschi del nostro sud. I suoi frutti sono tondeggianti, piccoli, con la buccia rugosa e la polpa morbida e giallognola, ricca di semini. Ci ricorda i frutti colorati che ricorrono spesso nelle favole, che usano e nutrono elfi, maghe, streghe e fatine per i loro intrugli benefici e malefici,
Tra storia e leggenda si racconta che il corbezzolo ha ispirato i colori della bandiera italiana. Nessuno o pochi conoscono l’alto valore simbolico di questo splendido frutto ormai quasi estinto. Il bianco dei suoi fiori, il rosso dei suoi frutti ed il verde intenso delle sue foglie, in epoca risorgimentale divenne un simbolo patriottico, adottato dai nascenti nuovi italiani perchè proponeva i tre colori della bandiera che li guidava, diventando simbolo della lotta di indipendenza. Forte probabilmente anche dei significati arcaici che gli venivano assegnati, il corbezzolo fu destinato a diventare il simbolo del Risorgimento Italiano. Gli antichi lo associavano alla dea Carna, protettrice del benessere fisico, rappresentata con un rametto di corbezzolo tra le mani con cui la dea scacciava gli spiriti maligni. Virgilio nelle Georgiche indica questa pianta semplicemente col nome “arbustus” , arbusto. Mentre Plinio il Vecchio li magnificava ma con qualche accortezza, ne raccomandava "unum tantum edo", vale a dire "uno e basta", i romani consigliavano moderazione nel consumo delle corbezzole. Il nome latino della pianta è Arbutus unedo, da unum edo, ne mangio uno, non di più. In realtà questa cautela è anche eccessiva, ma è vero che ad alcuni individui basta una minima quantità per soffrire di gravi disturbi gastrointestinali ed ebbrezza, infatti quando sono maturi i frutti contengono una discreta quantità d'alcol. I frutti si raccolgono quando sono belli rossi e morbidi al tatto. Hanno sapore dolce e acidulo e si prestano alla preparazione di marmellate e bevande, oltre che alla conservazione sotto spirito. Si usano per fare un liquore e ci regala anche un miele pregiato, ricavato dal nettare dei suoi fiori. Di odore penetrante, pungente e amaro, il miele ha sapore amarognolo, più o meno acido, colore ambrato se liquido e nocciola se cristallizzato. Si sposa con carni e formaggi e usato anche per la preparazione di infusi alcolici. I corbezzoli si consumano al naturale, in svariati modi assieme a zucchero e limone. Si possono preparare conserve, gelatine, sciroppi, canditi, bevande fermentate, acquavite, vino, composte di frutta. Si puo fare la marmellata a seguito di breve bollitura dei frutti, che poi vanno attentamente setacciati per eliminare dalla polpa i semini, quindi si unisce zucchero in quantità poco più superiore alla metà del peso della frutta, e si raddensa sul fuoco. La marmellata si può arricchire con qualche frutto intero bollito. I corbezzoli si conservano sotto spirito come si fa per le ciliegie, secondo la tradizione si lasciano macerare i frutti in acqua, poi vengono distillati, ottenendo una particolarissima acquavite, alla quale vengono attribuiti proprietà "energetici ed euforizzanti". Per tradizione i frutti si conservano all'ombra, in sacchetti di carta o di tela, in luoghi asciutti e ventilati. Il corbezzolo compare anche nello stemma della città di Madrid.
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