ELENCO LIBRERIE CON DISPONIBILITA’
Circuito La Feltrinelli
Green Soft Di Maddaloni Sabrina
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Sant'Agata dei Goti
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Cristiano Libri S.r.l.
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Napoli
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Quarto Stato Di Ernesto Rascato
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Aversa
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Loffredo Editore Napoli Srl
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Napoli
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Scientifica Editrice Pisanti
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Napoli
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Tasso Libreria Di Stefano Di Mauro S.a.s.
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Sorrento
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Alfabeta Libreria Di Carmine Paino
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Torre del Greco
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Dante E Descartes Di R. Di Maio
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Napoli
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Neapolis Libreria Di A.cirillo
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Napoli
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Socrate S.r.l.- Libreria Liberrima
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Alisei Libri S.r.l. - Libreria Masone
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Ubik Libreria - To.mar S.r.l.
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Napoli
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Feltrinelli Librerie S.r.l.
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Feltrinelli Librerie S.r.l.
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San Tommaso D'aquino
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Feltrinelli Librerie S.r.l.
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Caserta
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Feltrinelli Librerie S.r.l.
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Ex Libris Libreria Di Mariateresa Lanza
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Santa Maria Capua Vetere
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Quarto
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Pacifico Libri S.r.l.di L.pacifico
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Caserta
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900 Cartolibreria Di A. Di Meo
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Pozzuoli
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Stazione Centrale
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Librerie Delle Stazioni S.r.l.
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Capodichino
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Gia.va. Bookstore Sas - Guida Bn
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Benevento
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Oxiana Edizioni Srl
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Pomigliano D'Arco (Feltrinelli Pomigliano)
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Finlibri S.r.l.
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Afragola (Felrinelli Village)
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Metroart Bookstore Srl
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Mercadante - Napoli
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Giancone Giulia Cartolibreria
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Napoli - Zona Agnano
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"scoprirete, divertendovi, una
guida-racconto, trasposizione rivisitata degli articoli della rubrica
dedicata alle osterie e trattorie napoletane pubblicata su internet dal
settembre 2010. E’iniziato così il lavoro: la redazione di una lista di locali
da visitare; poi l’incontro con il primo ‘Vini e Cucina’. Qui ho intuito che
l’approccio per stilare le recensioni doveva distaccarsi dai metodi ad
alta velocità del web. L’unico limite che avevo era la soglia di prezzo,
massimo 25 euro; per il resto, avendo una formazione umanistica, sono
scesa in profondità: creando un’empatia immediata con i titolari delle
trattorie, al 90% con una storia di oltre cinquant’anni.La diffidenza iniziale
è stata vinta semplicemente parlando la lingua napoletana, la mia, quella imparata
da ragazza. In tutti i locali si parla la lingua vera, quella che oggi si sta
perdendo. L’autrice non ha seguito schemi, perché Napoli non ne ha mai avuti.
La prima mossa è stata la ricerca dell’etimologia dei due termini ‘Trattoria’ e
‘Osteria’ riportati per esteso alle pagg. 43 e 156 della guida. Incontri con
persone autentiche, poco inclini al lucro, nessun risparmio sulle semplici
materie prime, in sostanza quelle della cucina dei napoletani conosciuti già
dal XVI secolo come ‘magnafoglie prima e ‘magnamaccheroni’ poi. Pasta in tutti
i modi della tradizione, ( Ragù e Genovese in primis) pane (sempre
eccezionale), parmigiane di melanzane, polpette, braciòle, frittate, baccalà,
trippa, sono solo un esempio dei menù quotidiani.
Persino il fuori menù è ammesso, dal
momento che molte delle trattorie si trovano nei pressi di famosi mercati
rionali a cielo aperto: basta uscire un attimo per soddisfare il desiderio del
cliente.Poco alla volta, è riemersa una Napoli differente, quella che ha
ritrovato la cucina della memoria; forte il bisogno di Giulia Cannada Bartoli
di approfondire e inquadrare la storia di tanti quartieri della propria città
che non conosceva, raccontando e descrivendo piazze, vicoli, chiese e
monumenti.L’idea di passare dal web alla carta stampata nasce da suggerimenti
erichieste di alcuni lettori del sito: realizzare una guida per poter
consultare in modo ‘tradizionale’ le trattorie già descritte nella rubrica
internet,per mantenere vivo quel particolare piacere di sfogliare un libro, per
sua natura capace di trasmettere ‘tangibilmente’ particolari sensazioni,
riflessioni ed evocare ricordi. Questa guida si propone, attraverso racconti e
leggende del passato, di descrivere le singole trattorie (l’ambiente, le
persone, le pietanze) nel proprio contesto storico e socio-culturale. Il legame
fra le trattorie, la vita di quartiere e quella dei clienti, quasi sempre
abituali, è strettissimo. A Napoli, come in poche altre città, c’è ancora
l’usanza dell’asporto del‘cucinato’: mamme in difficoltà, impiegati, operai,
vengono a comprare porzioni del menù del giorno, invece di rovinarsi la salute
in fast food o in rosticcerie improvvisate. Anche le persone in
difficoltà,(sempre di più in questi tempi) ricevono sempre un piatto caldo o la
classica ‘marenna’ (il pane farcito con il ‘cucinato’).L’oste o l’ostessa, a
conferma dell’etimo (ospes, ospite) accolgono tutti con grande calore, senza
differenze di sorta, imparando velocemente nomi, gusti e orari dei singoli
clienti e ricevendo, con la stessa confidenziale gentilezza, anche i nuovi
avventori, in virtù dell’innato senso della convivialità e cordialità del
popolo napoletano autentico.Scambi di opinioni con tanti turisti: le loro guide
riportano argutamente tutte le trattorie visitate. Non si può dire di aver
conosciuto Napoli in profondità senza averne assaggiato la cucina tradizionale,
tramandata di generazione in generazione e, per di più, a costi accessibili.
Andando avanti nelle visite, passione e curiosità crescevano, risvegliando
nell’autrice l’amore profondo per la propria città, misto a rabbia nel
constatare come si è ridotta. È come se Napoli fosse una signora molto bella,
truccatissima, ma non curata nell’intimo. In pratica qualche piazza è stata
trasformata in effimeri salotti chic e ci si è dimenticati del cuore di Napoli,
ne hanno fatto “nu quadro ’e lontananza...”
Non è bene, tuttavia, piangersi
addosso ed esaltare i lati negativi... altrimentisi dovrebbe ascoltare Eduardo:
«Fuitevenne ’a Napule!». Noi non scappiamo, vogliamo bene a questa città,
nonostante tutto.Le cinquanta trattorie sono diventate rifugio di sana umanità;
sapori e ricette che sopravvivono grazie alla fatica di persone che, per
restare in pari, lavorano anche diciotto ore al giorno con instancabile
passione ed entusiasmo. La conduzione dei locali è quasi sempre familiare, il
che aiuta a contenere i costi. Qui si mangia anche alle quattro del pomeriggio
o a tarda notte. Tante sane risate nell’assistere ad allegri litigi e rimbrotti
tra genitori e figli o tra marito e moglie. Indimenticabili nomi, sorrisi e
ringraziamenti sinceri di persone semplici con le quali si è instaurato un
rapporto di sincera amicizia. Naturalmente, Napoli e provincia celano ancora
molti di questi tesori; questo lavoro vuole essere perciò solo un primo
approccio, per poi continuare a viaggiare in città e, soprattutto, in
provincia, per scoprire altre meraviglie umane e gastronomiche. Ciò che rimarrà
scolpito nella memoria e nel cuore dell’autrice è il modo di intendere la vita
di queste persone, i veri napoletani: «stamm’ sott’ ’o cielo, ’a vita è nu
muorzo»; non possiamo prevedere il futuro, inutile angustiarsi, la vita è
breve, non va sprecata, ma assaporata attimo per attimo, magari, trovando
conforto nel buon cibo quotidiano della tradizione partenopea, nella dignità e
nel piacere dell’affettuosa e solidale condivisione - pur non conoscendosi a
fondo - di gioie e dispiaceri ." ecco credo di averla riassunta come la
sento, profondamente mia, ricca di persone, umanità e veri sentimenti, quelli
di cui la Vera Napoliè ancora capace e questa sarà la sua forza per la
rinascita."
venite a Napoli e leggete questo libro:) info: officinegourmet@gmail.com ; info@edizionidellippogrifo.it
www.edizionidellippogrifo.it
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