lunedì 21 settembre 2009

15 settembre 2009, La Grande Notte di Malazè








Campi Flegrei, la grande notte di Malazé
16/09/2009

di Giulia Cannada Bartoli
Con Rosario Mattera
Le nuvole si addensano minacciose, i gabbiani volano alto, ma, si sa, i Campi Flegrei sono una terra benedetta, la serata di chiusura della quarta edizione di Malazè si è svolta sotto un cielo stellato, tra l’entusiasmo, la voglia e la tenacia di comunicare la realtà di un grande territorio. L’evento si apre con un incontro al quale hanno partecipato tutti gli attori di Malazè: Rosario Mattera infaticabile ed umile deus ex machina, l’assessorato all’Agricoltura della Regione Campania con l’Assessore Gianfranco Nappi, le Strade del Vino dei Campi Flegrei con la neo – Presidente, la giovane Francesca Adelaide di Criscio, determinata imprenditrice del vino con le idee chiare e molta grinta nel sacco, Michele Farro, Presidente del consorzio di Tutela dei vini dei Campi Flegrei, Gaetano Pascale, Governatore Regionale Slow Food che, quando si tratta di spingere territori e prodotti unici da tutelare, è sempre in prima linea con idee concrete ed originali, ancora, Vito Amendolara, Direttore Coldiretti Campania che con la schiettezza e lucidità d’analisi che lo contraddistinguono ha tracciato una sintesi della situazione della filiera agro – alimentare campana, tirandone fuori luci ed ombre.L’incontro moderato dal giornalista Luciano Pignataro, è iniziato simpaticamente con tutti i relatori, Assessore compreso, con indosso l’allegra t - shirt blu di Malazè. Il dirigente Stapa Cepica Luciano D’Aponte ha presentato la partecipazione della Regione Campania all’Anuga, la più grande manifestazione dell’agro alimentare che si tiene a Colonia dal 10 al 14 ottobre 2009. Interessanti le modalità previste per la partecipazione delle aziende selezionate che avranno la possibilità non solo di far degustare i propri prodotti in uno spazio gourmet, dedicato a buyers e stampa, con chef campani che esalteranno le caratteristiche organolettiche delle produzioni della nostra terra dal Vesuvio, al Sannio, all’Irpinia, ai Campi Flegrei, al Cilento e Terra di Lavoro, ma potranno anche sfruttare l’opportunità d’incontri BToB (business) attraverso incontri mirati organizzati in collaborazione con le Camere di commercio tedesche.
Il nostro Angelo Di Costanzo tra Francesco Martusciello di Grotta del Sole e Raffaele Moccia di AgnanumRosario Mattera con la luce negli occhi ha raccontato vari episodi accaduti durante la settimana di Malazè, enfatizzando il contatto della gente comune con operatori e prodotti unici e sconosciuti, come i pomodori cannellini assaggiati in campo a Bacoli. Tutti questi episodi sono stati ripresi in un video proiettato a bordo piscina prima dell’inizio della festa enogastronomica, nonostante le delizie pronte per essere servite, il pubblico e'fisso sulle immagini dei nostri magici luoghi. Questa terra, insiste Mattera, non ha bisogno di turismo spot del sabato e della domenica che porta poco o nulla al territorio, ma è necessario lavorare ai macrosistemi per regolarizzare e razionalizzare stabili flussi di turismo verso queste aeree. E’ importante che i prodotti campani oltre a girare il mondo, siano sistematicamente presenti sul territorio, in primis nei locali che fanno ristorazione di qualità che devono obbligatoriamente utilizzare le eccellenze della Campania, sia nel menu’ sia nella carta dei vini e poi bisogna far sì che le persone si spostino fisicamente sui territori, non si deve spostare il pomodorino del Piennolo dal Vesuvio, bisogna spostare i turisti per gite naturalistiche e gourmet sul Vulcano piu’famoso del mondo.I ristoratori devono essere i primi testimonial locali, insieme ai sommeliers, delle nostre eccellenze. Di qui la necessità di sensibilizzare le realtà economiche territoriali e costruire un macro sistema fatto di punti d’accoglienza, buona ricettività, servizi, infrastrutture, insomma un “pacchetto territorio” da vendere in Italia e all’estero con la tecnica del marketing esperenziale, in altre parole stimolando e “vendendo “ emozioni, sensazioni e ricordi di terre meravigliose che rimarranno impressi nella memoria di chi viene a visitare i Campi Flegrei, piuttosto che le altre meraviglie della Campania. Nuove generazioni di ristoratori hanno finalmente affrancato la cucina flegrea dall’iconografia tradizionale dello “spaghetto a vongole” puntando fortemente su prodotti d’eccellenza, dando importanza all’originalità e tradizione dei sapori flegrei.
Francesca Di Criscio, giovanissima presidente della Strada del Vino
Tutto questo non è sfuggito alle guide di settore che hanno premiato gli sforzi di questa nuova classe d’imprenditori. Nino Pascale, governatore slow food regionale, rileva però che non siamo ancora arrivati alla giusta attenzione verso la produzione locale ed il patrimonio delle biodiversità della nostra regione fatica ad affermarsi nella ristorazione che spesso preferisce e/o deve fare i conti con costi di produzione risparmiando pochi centesimi e sacrificando prodotti d’eccellenza come l’olio extra vergine d’oliva. Quello che è accaduto per il vino, dovrebbe succedere per i prodotti, i nomi degli agricoltori dovrebbero comparire sui menu’ dei ristoranti, così da promuovere le piccole produzioni patrimonio unico da preservare a tutti i costi. Si tratta non solo di operazioni di tutela agricola, ma di tipo culturale, di difesa della biodiversità, conferendo la dovuta dignità al mestiere di “contadino” che non è certo meno qualificante di altre professioni. Lo sviluppo della nostra terra passa attraverso l’agricoltura e l’economia del mare, verso le quali vanno fatti sforzi economici d’investimento non solo in denaro, ma, soprattutto culturali e di analisi reale delle risorse dei territori. Una soluzione potrebbe venire dalla creazione di un marchio unico di qualità da assegnare a ristoratori virtuosi che utilizzano le eccellenze del territorio, ricavandone promozione istituzionale e crescita mediatica. L’ultimo intervento spetta all’Assessore Nappi che spinge sulla cultura in cambiamento delle realtà imprenditoriali che si stanno aggregando e acquisendo consapevolezza di non dover essere per antonomasia un’area assistita. Le eccellenze ci sono, se pur inserite in “inferni locali” costruiti dalla società moderna e da istituzioni quantomeno disattente. Bisogna riconciliarsi con l’ambiente e puntare sui macro sistemi per consolidare il cambiamento. I prodotti campani, sostiene l’Assessore, più che come marchio complessivo “Campania” devono essere promossi come derivati da sistemi territoriali di eccellenza: Sannio, Irpinia, Vesuvio, Campi Flegrei, Cilento, Terra di Lavoro messi in evidenza da una cartellonistica unica per tutti che però da sola non basta: la nostra regione ha bisogno in primo luogo di stabilire le condizioni primarie di fruibilità, accoglienza ambientale e socio –culturale dei territori per far sì che i prodotti possano raccontare e creare emozioni e ricordi indelebili nella memoria di chi viene a visitarci. Il ruolo di protagonisti in operazioni di questo tipo va alle strutture associative presenti sul territorio, raccordate in sistema, il Parco regionale dei campi flegrei, Le strade del Vino, il Consorzio di tutela, le associazioni di categoria, i singoli imprenditori , le associazioni di territorio come Campi Flegrei a Tavola . Tutti questi attori dovrebbero essere uniti in uniche e coordinate realtà operative volte a creare situazioni globali di ordine ambientale e strutturale e cercare di limitare i danni creati dal caos di stratificazione edilizia presente nei Campi Flegrei. E’ il contenitore ambientale che deve svilupparsi con il contributo di tutti questi attori, utilizzando magari con maggiore razionalità le risorse istituzionali provenienti da Regione e Comunità Europea, facendo dell’Agricoltura, dello sviluppo e modernizzazione della trasformazione, e dell’Enogastronomia grandi protagonisti e volani di sviluppo della Terra del Mito, habitat e ambiente d’incomparabile bellezza realmente corrispondenti a quello che leggiamo sulle guide e brochures che promuovono il territorio. Prodotto e territorio devono essere concretamente e organizzativamente legati a doppio filo per far sì che il sistema funzioni. Grandi speranze e ottimismo vengono dagli attori locali , il Presidente del consorzio di Tutela dei Vini dei Campi Flegrei, la neo – Presidente delle Strade del Vino dei campi flegrei affermano che gli imprenditori qui sono coraggiosi, hanno acquistato nuova consapevolezza della necessità di stare insieme, di progettare iniziative di promozione e di comunicare tutto questo all’esterno. Gli strumenti ci sono, a partire da un’unica toponomastica territoriale che indichi tutti i luoghi di accoglienza turistica, storica, paesaggistica ed enogastronomica, come preannunciato dall’entusiasta Assessore Gianfranco Nappi.Terminate le chiacchiere si apre la festa, Malazè è diventata una “macchina da guerra”, nello splendido scenario di Villa Eubea, a pochi passi dal parco archeologico di Cuma , un susseguirsi di odori e sapori creati dal meglio della ristorazione flegrea e poi l’angolo” cantina – degustazione”, tutte le aziende socie del Consorzio e della Strada con i vini in degustazione, falanghina e piedirosso la fanno da padrone, anche in versione bollicine.Ho notato una generale crescita qualitativa e, della ristorazione e,del comparto vinicolo flegreo. Tanta attenzione alla qualità, alle materie prime, all’estetica del piatto. Tutti presenti all’appello del presidente Rosario Mattera, coadiuvato per la parte vini dal vulcanico Angelo Di Costanzo, rientrato da Capri per l’occasione. Angelo ha girato tra produttori e ristoratori con il microfono per tutta la serata, per narrare storie di persone e di prodotti unici. Nando Salemme, patron dell’Osteria Abraxas ha coordinato i ristoratori, creando un percorso gastronomico,blend perfetto tra cucina di terra e di mare dei Campi Flegrei: cicerchie, pesce azzurro, ortaggi, pasta, pane cotto a fascine, il “tatiello” e la “liatia” antichi piatti terragni della tradizione flegrea, salumi di territorio da suini allevati sopra Bacoli e uova “livornesi” da una particolare razza di gallina, allevata a terra e nutrita solo con orzo , mais e granone.La festa volge al termine con la speranza di non aver fatto solo belle chiacchiere e considerazioni, ma di aver identificato i percorsi reali di sviluppo di un’area dalle enormi potenzialità con risorse uniche al mondo.

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